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venerdì 4 ottobre 2013

Ciao Guerriero



Pensare che eri tornato a casa dall'ospedale neanche una settimana fa.
Pensare che dovevamo vederci settimana scorsa.
Perché avrei dovuto portarti la torta, e poi le lasagne, e poi me ne dimenticavo. Ma tu dicevi: "Tranquilla, fa niente, tanto le torte non mi piacciono".
Pensare che avevamo parlato in chat 2 giorni fa, che dovevamo andare tutti fuori a cena, e festeggiare. Pensare che io e Giò ridevamo di te, dicevamao che tutto sommato eri diventato un figurino, e che male l'ospedale non ti aveva fatto.
Pensare che ti ho detto: "Tranquillo bello, andiamo a mangiare assieme questo fine settimana, che arrivano i piccioli"


Invece oggi scopro che tu non ci sei più.
Che come un'onda si infrange sugli scogli per poi svanire nel mare, te ne sei andato.
Così all'improvviso, con la tua fragrante risata che si è disciolta nell'aria. Così senza la speranza di poterti rivedere ancora.
Perchè il dolore è indescrivibile, anche per chi come me ti ha frequentato così poco.
Perchè non mi dimenticherò mai i bei momenti, come quando andammo in montagna a Gignod e ti spaccasti la testa portandomi su per le scale (ne riporti ancora il segno) e ridemmo, ridemmo tutti.
Perchè tu eri il gigante buono. Eri faccione.
Il ricordo di te non svanirà, perchè non riesco ancora a crederci che non ci sei più.
Perchè per me ti sei solo addormentato.
E non vengo in ospedale a svegliarti. 
Ho l'impulso di correre, di andare nella camera mortuaria, di scuoterti come se fossi un bambolotto. Solo per poterti sentir dire che sono matta a svegliarti così bruscamente.
Non riesco ancora a consapevolizzarmi.
Perchè proprio tu.
PErchè così presto, perchè non te lo hanno trovato prima?Solo un mese non basta a capire come sfiorisce la vita.
PErchè il tuo grande amore lo hai lasciato qua, chi si occuperà ora di tua moglie e di tuo figlio, perchè tu dovevi rimanere qua con noi. 
PErchè la realtà sembra troppo cruda. 
Perchè non ci credo che tutto il male vien per nuocere, una morte non porterà mai del bene.
Perchè tu ti sveglierai e renderai qualsiasi posto in cui andrai migliore. 
Perchè forse un luogo dopo la morte ci sarà per vagare e fare i barba.
E spero di incontrarti ancora la, chissà un giorno, se mai ti ricorderai di me.

Ciao Guerriero!











giovedì 19 settembre 2013

TRovata su una pagina di Facebook..

Mentre mia moglie mi serviva la cena ,
le presi la mano e le dissi:''Devo parlarti''.
Lei annui e mangio' con calma.
La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi,
quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca,
Mi feci coraggio e le dissi:'' Voglio il divorzio''.
Lei non sembro' disgustata dalla mia domanda 
e mi chiese soavemente: '' Perché?''.
Quella sera non parlammo più e lei pianse tutta la notte.
Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, 
ma io non potevo risponderle,
aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna, Giovanna.
Io ormai non amavo più mia moglie,
mi faceva solo tanta pena, 
mi sentivo in colpa,
ragion per cui sotto-scrissi nell'atto di separazione 
che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio.
Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi ! ''Come ?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!''.
A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me, per tutte le sue energie, pero' non potevo farci nulla, io amavo Giovanna.
All'improvviso mia moglie comincio' a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione, l'idea del divorzio cominciava ad essere realta'.
Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva, non cenai e mi misi a letto, ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.
Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre li' seduta a scrivere, mi girai e continuai a dormire.
La mattina dopo mia moglie mi presento' le condizioni affinché accettasse la separazione.
Non voleva la casa, non voleva l'auto tanto meno il negozio, soltanto un mese di preavviso, 
quel mese che stava per cominciare l'indomani.
Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto!
Il suo ragionamento era semplice : ''Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non e' giusto distrarlo con i nostri problemi''.
Io fui d'accordo pero' lei mi fece un ulteriore richiesta.'' Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta, in questo mese pero' ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ''.
Pensai che avesse perso il cervello , ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace.
Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio' in una fragorosa risata dicendo: ''Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie, dille che oramai tu sei mio, se ne faccia una ragione!''.
Io e mia moglie era da tanto che non avevamo più intimità, cosi' quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati, nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:'' Grande papa', ha preso la mamma in braccio!''.
Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore, camminai dieci metri con mia moglie in braccio, lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce:''Non dirgli nulla del divorzio,per favore...
Acconsentii con un cenno , un po' irritato, e la lasciai sull'uscio. 
Lei usci' e andò a prendere il bus per andare al lavoro.
Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati, lei si appoggiò al mio petto e potetti sentire il suo profumo sul mio maglione.
Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo .
Mi resi conto che non era più cosi' giovane, 
qualche ruga, qualche capello bianco.
Si notava il danno che le avevo fatto!
Ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi'?
Il quarto giorno , prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimità stava ritornando tra noi,
questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più' .
Non dissi nulla a Giovanna per rispetto!.Ogni giorni era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente.
Pensai che mi stavo abituando ad alzarla, e per questo ogni giorno che passava la sentivo più leggera.
Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi, si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse:''I miei vestiti mi vanno grandi, ''.
Li' mi resi conto che era dimagrita tanto...ecco perché mi sembrava cosi' leggera!
Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione...
troppo dolore e troppa sofferenza pensai.
Senza accorgermene le toccai i capelli, nostro figlio entro' all'improvviso nella nostra stanza e disse :'' Papa' e' arrivato il momento di portare la mamma in braccio( per lui era diventato un momento basilare della sua vita).
Mia moglie lo abbraccio' forte ed io girai la testa, ma dentro sentivo un brivido che cambio' il mio modo di vedere il divorzio.
Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo,
la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata, mi venne da piangere!
L'ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi:'' Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimità con te...
Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina, mia moglie resto' a casa.
Mi diressi verso il posto di lavoro, ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai, scesi e corsi sulle scale, lei mi apri' la porta 
e io le dissi:''Perdonami..ma non voglio più divorziare da mia moglie...''
Lei mi guardo' e disse: Ma sei impazzito?
Io le risposi :'' No...e' solo che amo mia moglie...era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato ..ma ora ho capito i veri valori della vita , dal giorno in cui l'ho poortata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita!Giovanna pianse mi tiro' uno schiaffo e entro' in casa sbattendomi in faccia la porta.
Io scesi le scale velocemente , andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori.
Le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: Cosa scriviamo sul biglietto?
Le dissi:''Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché orte non ci separi''
Arrivai di corsa a casa, feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca.,
ma mia moglie era a terra ...morta!
Stava lottando contro il cancro, ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene.
Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo, si un mese...
affinchè a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio, affinché nostro figlio non subisse traumi, affinché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre."
Questi sono i dettagli che contano in una relazione.
Non la casa....non la macchina....non i soldi...queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice, ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d'amore.
A volte non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

sabato 24 agosto 2013

Gone but not Forgotten

Temo l' autunno, la solitudine tra quattro mura, temo l' inverno ancora piu' dell' autunno, piu' rapida l' ascesa, piu' ima e vertiginosa la caduta.. Il letto è a dieci centimetri dalle mie spalle e non riesco a decidere che è meglio morire per stanotte, piuttosto di trascinarmi malamente in fumose insonnie dal tempo che corre come un in un sogno...cit.

Mezzanotte.
Solito portone verde acqua.
Seguo il cammino, e la luce elettrica.
Un latrato in lontananza.
Russia.
Problemi con l'idioma.
Sospeso tra il ricordo e la realtà del momento.


I volti cambiano, sembrano..ma cosa dovrebbero sembrare? Sono passati più di undici anni dall'ultima volta che ho messo piede in territorio straniero.
Sembra quasi logico che le espressioni delle persone a me care siano diverse, anche se non immaginavo così distanti dalla memoria.

Inesorabile velocità.
Troppo in fretta.
Sono tranquilla.
Così beata, dopo mesi dannati.
Servita e riverita.
Una Regina, circondata solo da affetti.

*Drin*Drin*Drin.*
-"Kim, è qualcuno per te dall'Italia."
-"Ok. Arrivo subito."
-"Ciao.."
-"Ciao Giò."
-"..."

Ogni due giorni mi ha chiamato.
Raccontato di come si sia rinchiuso nel suo appartamento.
Abbandonato i suoi amici.
Tutto dopo che me ne sono andata.
Mi dice che gli manco.
Si è ripulito. 
Ha prenotato una vacanza di una settimana a Molveno.
Per due.
Mi chiede quando ritornerò.
Mi parla delle mie galline, papere, pavoni.


Io sto bene.
Anzi.
Benissimo.
LA voglia di tornare a Milano, è stata minima.
Spensierata.
Serena.
In pace con me stessa.


Il risveglio è stato brusco, come il ritorno alla  cruda quotidianità.
Alle solite bugie.
Alle solite promesse.
Alle solite pastigliette nascoste dietro al gabinetto.
Alle solite conversazioni.
Alle solite minacce.

Continuo a dire che va tutto bene. Che sono felice. Ma una domanda mi pervade dentro. Lo sono davvero?

martedì 9 luglio 2013

Forse..Forse...quando indietro non si torna..


"Scusa la sincerità. Non è proprio nel mio stile zuccherare verità e darle a dire. Una foglia cade già come tutta la mia vita."


Nostalgico 2010.
Mi ritornano alla mente canzoni di anni fa. Quasi impresse nella pelle.
Le sento ancora mie.
Come fare a dimenticare certi attimi, immortalati sulla polaroid della memoria.

Forse mi manca il liceo scientifico.
Forse mi mancano i capelli neri.
Forse mi mancano i capelli.
Forse mi mancano i kili.
Forse mi mancano quelle giornate ai parchetti.
Forse mi manca mangiare le focacce del prestinaio di paese.
Forse mi manca vivere ancora alla stregua di mia madre e dei suoi sbalzi d'umore.
Forse mi manca il mio pitbull.
Forse mi manca la Kim, che non aveva pregiudizi.
Forse mi manca la mia innocenza.
Forse mi manca avere dei problemi.
Forse mi manca rapportarmi con il quotidiano.
Forse mi manca Vincy.
Forse mi manca fingere di avere ancora 15 anni.
Forse mi mancano anche i miei 16 anni.
E Forse anche i 17.
Non i miei 18.

Esame di coscienza. Tu ne hai una?

Forse mi manca parlare con dei russi.
Forse mi manca mio fratello.
Forse mi manca essere astemia.
Forse mi manca il suono delle metrò sotto casa.
Forse mi manca giocare con le bambole.
Forse mi manca cercare le monetine in casa per comprare le goleador.
Forse mi manca l'andare in bicicletta per ore e ore sotto il sole.
Forse mi mancano le persone di colore.
Forse mi mancano i libri che leggevo.
Forse mi manca aiutare i Natali e i Capodanni nei bar.
Forse mi manca camminare con Mary.
Forse mi mancano i palazzi di cemento.

Il mio pensiero..

Vorrei vivere di parole, farmi abbracciare, avvolgere dalle lettere, da segni grafici di ogni tipo.
Non mi sono ancora scomposta, e non ho nessuna intenzione di scrivere col mio sangue per rendere più complicità alla mia passione.


Martedì 9 luglio 2013

Guardo la pala della Vortice girare incessantemente sopra di me.
Quattro pale di candido legno venato.
Ruotano in senso orario.
Sempre lo stesso letto.
Sempre lo stesso lato.

Mi sento in una spirale.
L'Inizio e la Fine.
Il Bianco e il Nero.
Il Bene e il Male.

Stiro senza sosta, svuoto l'armadio.
Sistemo tutto quello che mi lega ancora a lui.
Domani farò le valige.
Russia.
Parto.

Lui non vede l'ora che io me ne vada.
Lo sento.
Lo vedo.
Fa di tutto per rendermi le giornate amare, ma non mi importa, non mi importa di niente.

Vivo.
Respiro.
Mangio.
Riesco ancora a ridere.
Non sono più capace di restar.
Fingo sorrisi.
Così tutti ne sono soddisfatti.
Racconto bugie.

Ancora 1 giorno.
Un giorno  a Torino.
Tre giorni per la Russia.
Ritorno a casa.
Alla mia Nazione.
Alle mie Origini.
Al mio Sangue natio.

Sento i suoi passi sul pavimento di cotto.
Non mi spaventa più niente.
Sono pronta ai suoi sbalzi d'umore.
Al trovare pillole in astucci di caramelle.
Sono pronta a leggere messaggi di EX.
Sono pronta ai tradimenti.
Alle sue amiche sposate e sfacciate con cui si intrattiene.
Sono pronta a salutarlo.
Sono pronta davvero a non tornare?
Sono davvero così forte?

Full immersion nella recessione tecnologica.
Niente televisione.
Niente internet.
Niente musica.
Niente birra rossa.
Niente Droghe.
Libri.
Ottimi libri e passeggiate nei boschi che ho tanto sognato.
Rivedrò mia nonna.
Mio fratello.
Lo porterò a prendere un gelato.

O forse non vedrò l'ora di ritornare a Milano.

mercoledì 26 giugno 2013

Sbigottito

Tu non mi conosci,
 Leggi queste parole.
Le leggerai molte volte nell'arco della tua vita, quasi senza poterne fare a meno.
Non le capirai.
Veniamo da mondi diversi.
Esperienze diverse.
Epoche diverse.
Siamo come poli opposti dello stesso pianeta.
Legati e indivisibili.
MA pur sempre inavvicinabili.


Ho provato a parlarti dal vivo, la voce mi si spezza, come un bicchiere quando provi a lavarlo e sai già che sfregandolo troppo potrebbe rompersi, ma lo fai ugualmente, rischi, perchè è quell'adrenalina che ti porta a continuare, e perciò io continuo a parlare. Ma non mi capisci, come potresti.
Tra fiumi salati che solcano il mio viso, vedo un tenero sorriso, un animo innocente mi fissa, mi chiede  del latte, ma io non sono sua madre, e la mia è a duecento chilometri di distanza .
Follia.

"Spiegami cosa ti è successo questi anni.-Non c'è niente da spiegare, tu non c'eri e qualcuno ha pensato bene di prendere il tuo posto -Ma con quale faccia tosta?-Con la stessa che hai avuto tu a sparire"

Mi abbraccia.
Mi da un tenero bacio sul naso.
Mi trattengo.
Sto per scoppiare.
Sto per gridargli contro tutto il veleno che ho tenuto dentro per una decade.
Riesco solo a dirgli che, permettendo, io non lo conoscevo, e lui non conosceva me, non sappiamo chi siamo.
Ed è inutile insistere.

Mi guardi sbigottito.
Non ti aspettavi tale spavalderia dalle mie labbra.

Sono cresciuta.
Senza te.
E nonostante siano 2 anni che ci parliamo, non sembra essere cambiato niente nella  mia vita.

Ricordati di noi..





Ti ricordi quelle corse con il cuore in gola 

Quando ti aspettavo all'uscita dalla scuola 
Quando tutto ci sembrava non potesse mai finire... 


Ti ricordi quando coricati sotto il sole 
Quando un bacio interrompeva tutte le parole 

Quando noi dall'alto uniti guardavamo il cielo 


Non sapevamo che a volte 
il destino decide per noi 

Io non mi dimentico 
dei sogni irraggiungibili 
Degli attimi lunghissimi 
a superare il vento 


Io non ti dimentico 
perciò non farlo neanche tu 
ricordati dovunque sei 
ricordami... ricordati di noi... 



Ogni tanto passo ancora sotto casa tua 

E quando penso che il destino ti ha portata via 
Il dolore spinge fuori le mie lacrime... credimi 


Che mi manchi tanto adesso oggi come allora 

Dimmi che non senti che l'anima tua vola 
Ti respiro e tu mi sfiori impercettibile 

Non lo sapeva il destino 
che noi siamo più forti di lui 

Io non mi dimentico 
dei sogni irraggiungibili 
Degli attimi lunghissimi 
a superare il vento 

Io non ti dimentico 
perciò non farlo neanche tu 
ricordati dovunque sei 
ricordami... ricordati di noi... 

...na na na... 



sabato 22 giugno 2013

...Pensavo




Giorni a Torino con Giò.
Incazzature.
Un italiano in casa di Russi.
Un mondo nuovo.
Un viaggio in Russia a Luglio.
Un uomo che non so di voler amare.

martedì 18 giugno 2013

Almeno credo di no

"Nel momento in cui hai determinato che cosa vuoi, hai preso la decisione più importante della tua vita."
Douglas Lurtan



Mi viene solo da dire..Ma tua mamma?.
Solo che è un pò troppo infantile e non insisto.
Donna razzista.

Ci mettiamo le mani addosso.
Vince il più forte.

Gioco a rugby, scopro la bellezza del terzo tempo.

Discorsi sensati. Ci siamo lasciati. Ci lasciamo. Ci riprendiamo. Come degli elastici.
Si riprende il telefono che mi ha regalato.
Non regalarmi più niente.

Rompo il pc.
Uso il suo.
Ho chiuso definitivamente con LUI.
Non ci vediamo più.
Non ci siamo salutati.

Vivo bene lo stesso.

28 persone su 100000 muoiono di polmonite in Europa ogni anno. Io no.

Dovrei andare alle terme. Non ci andiamo. Almeno credo di no.

venerdì 14 giugno 2013

...Che poi a Giugno piove.

"          Un comignolo squadrato.
          Un riflesso.
        Una finestra.
      Il vento.
    La pioggia
  Giugno.
Che poi a giugno piove.
cit-Kimchestasulcessoafumarelesigaretteslim"

"Ci eravamo incontrati perché doveva succedere; e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte."

"
- Le fa ancora male?
- A volte.
- Le cicatrici non se ne vanno mai, non è vero?
- Vanno e vengono, credo.

(Il prigioniero del cielo - Carlos Ruiz Zafòn)"




Nell'ultimo periodo ho sempre mal di testa, un incessante martellio alle tempie, quasi a volermi perforare l'osso. Il sole sembra essere apparso nelle nostre vite, anche se con troppa veemenza, quasi come il rosso dei miei capelli. 
Sento delle urla, sento la solita voce, mi sale il solito nervoso.

Preparo le mie cose, le divido in cose invernali, cose che non so perchè tengo ancora, cose da dare a mia madre, cose gioielli, cose smalti, cose scarpe, cose borse. Le impacchetto tutte quante e aspetto.

giovedì 6 giugno 2013

Troppo lontano dalla memoria


"Tu sei una merda e un giorno riceverai quello che ti meriti. 
Ho capito la tua strategia, stare qua, fino a che finisci la scuola per poi andartene.
Peccato tu non abbia niente a cui tieni in questa vita, perchè sennò ti farei vedere quello che si prova."-cit. Giòpienodisoldichesilamentaperungraffiosulcomodino.

Eppure nella sua piccola ignoranza, ha ragione.
Senza rendersene conto ha dato vita a molti miei pensieri.
Se solo tenessi a qualcosa.

Se ci penso, non ho un oggetto a cui io tenga particolarmente, forse, al PC col quale scrivo, ma dubito anche di questo.


Non sento LEI da Sabato.
Da quando sono svenuta.
Da quando mi hanno ritrovata semi cosciente a rotolarmi nel mio vomito.
Una bottiglia di vodka.

"Perchè lo hai fatto? Perchè ti odio, non perchè volevo morire."

Che poi morire per così poco, dai mi ci sarebbe voluto di più per il coma etilico o no?.
Ultimamente mi sveglio col sapore dell'alcol in bocca, e la cosa non mi dispiace.
Mi infastidisce il fumo però.
Ho paura. Di diventare come mio padre.
Mi hanno promossa.
Almeno non ho nessun debito.
Mi sento bene.
Voglio lasciare Giò.
Sto scherzando, ma a LUI inconsciamente ho detto di essere stata mollata.
Come gli dico che non è vero?.
...
Ogni volta che esco di casa, penso che potrei involontariamente incontrare l'uomo della mia vita.
Ma che io lo abbia già incontrato?
O che io lo abbia lasciato andare?
Alle volte mi chiedo se T non fosse uno di quelli.
Il mio giocattolino.
Ma io gli avevo detto che ci saremmo dovuti vedere e poi avrebbe potuto chiudere il ciclo.
Non ci ho scopato, mai avrei potuto.
Un abbraccio lo avrei voluto però.
Simpatico.
Un bell'incontro.
Troppo lontano alla memoria.

martedì 28 maggio 2013

Non è tempo per noi

"Cosa racconterò ai miei figli, ai miei vicini di casa, ai miei nipoti, cosa racconterò loro?
C'è chi racconta di guerre che sconvolsero l'esistenza di molti paesi, di epoche d’oro, di musica stupenda, discoteche colorate,  rivoluzioni, occupazioni, droghe e libertà.
Io cosa racconterò di questi cazzo di anni zero?
Le bugie, i tradimenti, gli IPhone che fanno la persona, i computer super-leggeri, i Facebook addicted, le memes, la Germania che impera su tutto, la Grecia e la sua fine, la crisi del 2008.
Niente colori.
Cosa racconterò di questi cazzo di anni zero? Racconterò di me dentro a questi anni, racconterò di chi come me non sapeva cosa raccontare. Racconterò del gelo che si sente, racconterò di abbracci negati e di webcam sovraffollate. Racconterò della perversione del Mondo. Dei soldi che si fanno senza tener conto della meritocrazia".


Sono attaccata da ore a questo computer.
Ascoltando canzoni.
Cercando parole.
Cercando qualcosa di vero.
Perchè come dice Tommaso, o decido di diventare  "vero", oppure cambio lavoro.
Non so ancora cosa voglio fare.
Non riesco più a mentire.
Non ne ho voglia.
Forse voglio solo altre attenzioni.
Ma chi sono io per trattare così male gli altri?
Gioco con sentimenti come se fossi un burattinaio nel mio teatrino.
Tutte delle marionette.



Sono ricoperta di montagnette rossastre, punture di zanzara.
Centinaia di punture di zanzara.
Passo la mano sul mio corpo e sento queste cose in rilievo, che infastidiscono il mio tocco.
Virus.
Veleno.
Prurito.
Matto.
Un dolore che deriva dal lavoro.
Giardinaggio.
Raffreddore.
Nove in Diritto.
Cena fuori.
Hotdogs al crauti.
Dolori di stomaco.
Galline.
Pollo che non mangio più.
Skyfall.
Matematica domani.
5 giorni.
Finisce un altro anno.
E sarò in Quarta.
Forse.

domenica 26 maggio 2013

Sole. Pioggia. Neve. Tempesta. Sui tuoi capelli. Su quello che resta.


"ti è toccato partire bambina
con una piccola valigia di cartone 
che hai cominciato a riempire 
due foglie di quella radura che non c'era già più 
rossetti finti e gli occhi han preso il colore del cielo a furia di guardarlo 
e con quegli occhi ciò che vedevi 
nessuno può saperlo
e ti sei data ti sei presa qualche cosa chissà ma le parole che ti sono avanzate 
sono finite tutte nella valigia 
e li ci sono restate "


"..Certo che  sei proprio bella in questa foto.
Mi manchi.
Ti penso spesso.
Vorrei scriverti, ma poi, ho paura di poter essere ferito dalle tue risposte.
Mi ferisce non poterti avere vicino.
Sei così strana, eppure sarei disposto a starti dietro lo sai vero?.
Hanno trovato 2 tumori nuovi a mio padre , spero si riprenda, come sempre.
Sono distrutto, andare un attimo in Sicilia a svagarmi, mi ha fatto bene, anche se poi si tratta sempre di lavoro.
I miei credo se ti conoscerebbero ti asciugherebbero a furia di domande.
Lasciati amare Kim.
Perché non ti fai amare ?
Perché hai paura ?.
Un tipo oggi mi ha comprato un'arnia, guarda...
Appena torno ci vediamo..
Kim, mi stai ascoltando?.."



Non ti sto ascoltando.
In realtà di te e delle tue parole mi rimane ben poco.
Sto ancora cercando di fare pace con me stessa.
Capire cosa voglio momentaneamente dalla vita.
Sono le 2 di notte.
Che risposte pretendi?
Sempre un Venerdì, solo 6 mesi dopo.
Mi spiace per tuo padre.
Sai che se posso fare qualcosa ed esserti di conforto basta dirmelo. 
Non puoi fare certe dichiarazioni.
Come fai a dirmi che mi vuoi bene..che vorresti amarmi.
Una sola conversazione.
Una sola notte.
Un solito gelido freddo.
E tu ti innamori di me.
Non ricordo cosa  voglia dire innamorarsi.
Non ne ricordo le sensazioni.
Dico di averlo già provato, ma in realtà so che non è così.
Perchè se amassi non tradirei.
Non vi sono scuse.
Come fai ad amare? Come fai ad aprire il cuore a qualcuno se poi non lasceresti trasparire tutto come un passaggio di osmosi sentimentale.

Osmosi Sentimentale
Ma che cazzo vuol dire?
Certo che a me la Biologia reca gravi problemi.


Quasi fosse Novembre.


Pioggia.
Estate.
Arrivi o no?
Pioggia di  Novembre.



Germi patogeni.
Cumuli di fazzoletti.
Possibile Febbre ancora non  accertata.
Raffreddore.
Un Sabato a casa. 
Da godere.

Aspetto una quantità imprecisata di minuti difronte al Duomo. Sotto il sole cocente, ma piacevole.
Una sigaretta SLIM (le tipiche sigarette definite da "troia").
Una bottiglietta d'acqua naturale.
Un paio di cuffie.
Compare un individuo alto e scheletrico.
Regge un foglio in mano "KIM".
Scoppio a ridere, e dico : <<Ciao Tommaso.>>.
E' così strano averlo faccia a faccia. Strano è l'aver rotto la barriera telematica.
Sei reale, tangibile.
Sei ancora  più  Tommaso.
Inizi a parlarmi, sento una voce profonda, un BASSO PROFONDO. Così viene chiamato nella lirica.
Non è la voce che mi immaginavo, e mi rendo conto che il ragazzo che mi scriveva.
Ora di fronte a me, è un uomo.



"È bella la pioggia sì. Se mi faccio un film di te sul letto col cane ai piedi mi viene la pelle d'oca e inizio a cercare sotto le palpebre un'immagine viva che ti somigli nell'immaginario delle donne che ho visto, ho toccato, ho sognato. Cerco un'immagine ricca di vita, non una foto ritoccata con luci innaturali come su un set di una soap opera, perché sei viva ma io non ti vedo con i miei occhi. Cerco di vedere una sagoma sdraiata sul letto e cerco i tuoi contorni, i tuoi capelli rossi, la curva delle spalle. Vedo la foto profilo che mostri qui, le altre foto che fai vedere online e cerco di farne delle altre con la voglia di trovarti, di ricostruire il tuo corpo per intero come se io stesso lo plasmassi, seduto su una sedia nella tua stanza. Il cane ai piedi, raggomitolato come una ciambella, come il mio che dorme di là sul suo cuscino per terra. "-cit. 16 novembre 2012

T: Tu cosa ne pensavi? Ti piaceva. E anche a me in quel momento piaceva.
Gli ultimi messaggi che ti ho mandato sono molto meno presenti di quel vecchio messaggio e tu lo sai. Gli ultimi giorni ho cercato di tenerti più a distanza, di usare meno parole. Perché mi rinfacci cosa ti scrivevo? Tu scrivevi le stesse cose, nello stesso modo. Non cercare di farmi sentire ridicolo. Non è quello il punto. Il punto per me è capire quello che vuoi adesso, se vuoi qualcosa da me, se ti aspetti qualcosa da me. 

K: Stavo solo rileggendo il mio blog, ogni tanto lo faccio, tu ne fai parte, sei parte vivente di Novembre
(22 post). Non ti rinfaccio niente, avrei modi migliori per rinfacciare le cose, e non credo che tu sia la persona a cui io debba qualcosa. Gli ultimi messaggi sono sfumati, e non ne tengo il ricordo, solo la lunghezza. Attimi. L'attimo fuggente..mi vien da ridere. Hai paura di me che devi tenermi a distanza?ahhaha Sai che non puoi chiedermi una cosa del genere, è come dirmi, Kim preferisci il bianco o il nero?, io preferisco il grigio.

T: A me il grigio non andava bene prima e non va bene adesso. Io devo fare delle scelte. Sono troppo complicato per fare scelte sensate, ma le devo fare comunque. 
Non avevo paura di te l'altro ieri. Non l'avevo neanche prima. Mi sei sempre stata distante in un modo o nell'altro, eri sempre tu quella che spariva e ricompariva. Non io. Eri sempre tu quella che si allontanava.

K: Io di risposte non ne ho.
Mai avute e mai ne avrò.
Di domande ne ho quante ne vuoi.
cit. Ci sono anch'io-Max Pezzali.

sabato 25 maggio 2013

Bisogna innamorarsi quando si è pronti, non quando si è soli.

"Vorrei che, tu per me, fossi un colore.
E, a pensarci bene, non saprei neanche che colore affidarti.
Rispecchi il verde, il nero, il viola, il rosso, il grigio.
Il freddo.
Ma di che colore è il freddo?".

Chiudo gli occhi. Sento scivolare lentamente un liquido denso-verde-giallo dalla tazzina del caffè.
Tutto attorno è grigio.
Tranne la sostanza.
Si illumina.
Predomina su tutto.
Una forza superiore alla ragione.
Si rompe, sul bianco del lavello, in mille piccole sfere.
Quasi come fosse mercurio.
Ma è solo olio d'oliva. Acqua.
Il suo scorrere culla il mio respiro.
Quasi fosse noia.
Sento queste parole sgorgare spontanee, senza ragionamento, quasi io fossi solo la mano, e la mente non mi appartenga.

Giovedì, 16 Maggio 2013




Le cose con Giò, vanno. Sembra che stare lontano dalla droga, per una decina di giorni gli abbia fatto più che bene, ma io so come vanno le cose, e questa è solo la quiete prima della tempesta.

domenica 12 maggio 2013

Sventoleremo le nostre radiografie..le pattuglie inseguono le falene.

"Non ho mai parlato davvero di te. Forse perchè voglio tenerti al sicuro. Non mi ricordo di averti mai nominato. Cara catastrofe."-cit. Bastardosenzagloriachetiseifattodinuovovivodopomesidiassenza.


"tra le lettere d'amore scritte a computer
che poi ci metteremo a tremare come la california, amore
nelle nostre camere separate
ad inchiodare stelle
a dichiarare guerre
a scrivere sui muri che mi pensi raramente
"-cit. Le luci della centrale elettrica.-. Cara catastrofe.


Sei uno dei tanti. Sei un mondo a parte. 
Da dove sei sbucato?
Non ho sentito neanche la tua mancanza.
A dire il vero, non mi ricordavo neanche di te.
Un altro dei miei lapsus.
Mesi, non pensavo di poterti dimenticare.
Come dimenticarsi di respiri e attese continue davanti a un pc, solo per poter comunicare con te.
Como.
Tu sapevi di Giò.
Ne eri geloso.
Volevi vedermi.
Avevi paura dei miei sbalzi d'umore.
Scegli Kim..Scegli.
Abbiamo litigato.
Ti ho cancellato.
Guardavo le tue foto.
Ti ho dimenticato. 
E ora sei tornato.

"Sto aspettando ancora risposta al mio messaggio Kim."

Ma che risposta aspetti se io non so la domanda?

[“A parte che non è vero che le riconosci le persone che soffrono, non è vero. Ridono ad alta voce, cercano anche di stare in compagnia, danno forza agli altri e si scusano se non sono perfette. Non è vero che le persone che soffrono piangono, a volte neanche piangono più, ti ridono in faccia piuttosto che farti sapere come stanno. E non hanno paura a rimaner sveglie tutta la notte a guardare il soffitto, poi di giorno, alla luce sorridono.
Scrivono appunti e li strappano, non ricordano mai cosa volevano fare da piccoli, perché di illusioni sono cresciute.
Sono persone fragili, che neanche capisci se sorridono a te o a sé stesse.”]

“E’ come avere voglia di abbracciare forte qualcuno, ma accorgersi all’ improvviso di avere le braccia tagliate e di non poterlo fare”.-cit.
Gary Albertson

"Sei uno stronzo!!!"-"Sarei uno stronzo anche se ti dicessi che ti abbraccerei volentieri?"-"Davvero lo faresti?"

sabato 4 maggio 2013

We are not the same..

"Profumo di rose.
Profumo di foglie marce.
Semplice è perdere gli ideali che si avevano fino a pochi mesi.
Spariti. Nascosti. Uccisi.
Una canzone nel vento: "Wont back down".
Sarò sincera."-cit. Kim nell'angolo di una stanza.


Più passano gli anni e più perdi anfratti e momenti vissuti. Te ne dimentichi così, come se non avessero significato nulla , li rimuovi.

Play.
Stop.
Reset.
Rec.
Easy to do. 

In realtà non lo è. In realtà c'è un motore più complesso dietro. C'è la voglia di non ricordare. E a provarci non si riesce. Se ci si chiede in seconda elementare cosa si faceva, c'è un muro che si piazza di fronte, e oltre quel muro, non vedi, non riesci a spaccarlo. Il cemento armato della memoria ferita non si scalfisce .
Poi di colpo, scopri che vivevi chiusa in una stanza, dalla quale uscivi solo per andare in bagno, e per andare a scuola. In quella camera eri segregata. Non potevi neanche aprire la finestra. Una televisione, un letto, il parchetto recintato sotto casa. E te ne ricordi solo perchè durante le interessantissime ore di diritto, fissi il muro che fa angolo con la scuola. E poi ditemi che centra, vi dirò che non lo so.


Sabato. Maggio. 2013

Le cose tra me e Giò, peggiorano di giorno in giorno, e  vorrei che finisse tutto. Mia madre mi dice di tornare a casa, mi dice che preferisce vedermi con un vestito nuovo in meno, che con il viso sempre triste. 
Mi dice di aver visto LUI in stazione, mi dice che è un bravo ragazzo e che dovrei lasciare Giò per LUI, perchè infondo, anche se lei non lo ha mai conosciuto, preferisce LUI. La guardo sconcertata. Non so cosa dirle. Le dico solo che LUI è storia passata e che non dovrei vederlo più. Ed è così che sta andando. 
Io non scrivo a lui e lui non scrive a me.
Ci litigo, mi da tempo fino ad Agosto, quando i suoi se ne andranno in vacanza. Mi dice che mi sbatterà fuori di casa. E io gli dico che non mi importa. Che infondo, è meglio che vivere con lui.

domenica 28 aprile 2013

L'erba di Babele.

"Dietro una porta bella e appena laccata, ci sta solo il CAOS."-cit. Alcolico Drink alla Sambuca, Martini bianco e Arancia.

"Scusa STRONZO, ma la mia figa è FEMMINISTA"-cit. Alcolico Drink SMA, e fottuto bolas di ganja.

Ho finito un bicchiere di ASMA.
Il bicchiere è vuoto sul comodino.
Dolciastro.
Parlo con gente a caso.
Mi metto a piangere.
Rido euforica.
Penso che vorrei scrivere un messaggio a LUI
 Poi mi dico che è una stronzata.
Ho un attacco di nervi verso Giò.
Sempre le solite cose.
Sempre la solita noia.
Scrivo a Tommaso.

"Sono pronta ad incontrarti. Ciao Tommaso."

e ho avuto una bella risposta.


"Sei pronta solo quando vuoi tu. Non funziona così. Mi cerchi, sparisci, ritorni, sembri una cagna inquieta. Mi basta la mia di inquietudine. Non so nemmeno cosa abbiamo da dirci, tu probabilmente fai la stessa vita che facevi prima e io vivo la mia nello stesso identico modo. Già solo da questo dovresti capire la differenza che passa tra i miei desideri e i tuoi. Noi non ci conosciamo, ci siamo fatti tante confidenze, ma non ci conosciamo. Avrei preferito non comunicare in questo modo, non darti niente. Avrei preferito darti la mia voce e basta, fanculo alle insicurezze e alle lunghe storie, alle metafore, alle costruzioni mentali verbose e non necessarie. Tu non sai niente di Tommaso, Kim. Tu conosci solo chi ti ha scritto da parte mia. Tu parlavi solo di incontrarmi a Milano perché in quel momento dovevi andare a Milano e quella era una tua necessità dell'ultimo minuto, non c'entrava niente con me. Perché ti vengo in mente ogni tanto Kim, perché ti ricordi di me se non mi hai nemmeno visto in faccia e non sai nemmeno chi sono? Potrei essere un ragazzino scoppiato, un idiota tormentato, un folle psicotico. E tu chi sei per me? Soltanto una puttana, una ragazzina che non sa cosa vuole, una donna capace solo di perdersi senza rendersi conto di dove vuole andare, solo questo al momento mi viene in mente e mi viene in mente perché tu stessa ti sei definita così più volte.
Per me è un periodo catastrofico a livello di impegni. Lavoro molto di più di prima, inoltre sto finendo la tesi perché a breve mi laureo e faccio un mare di colloqui a destra e a sinistra. Ultimamente torno sempre tardi, dopo le nove di sera o più tardi. Nel weekend lavoro fino le cinque, le sei della mattina o peggio e l'unico momento libero che ho il sabato e la domenica è la mattinata. Se ci tieni, o ci vediamo il 30 aprile a Milano dopo le 11 della mattina perché ho un buco fino alle due e mezza, o vieni a Pavia il 16 maggio nel pomeriggio e ti vengo a prendere in stazione. Altrimenti, vieni a Pavia quando vuoi in tarda serata. Io, in tarda serata durante la settimana, tranne rari momenti, non faccio mai un cazzo.
Buona giornata."


 "Non lo so perchè mi passi in mente alle volte.
In realtà faccio cose diverse da prima, ma allo stesso tempo eguali.
Perchè voglio incontrarti? Me lo chiedo ogni tanto, mi chiedo perchè poi a Dicembre non ci siamo visti, non ti ho più detto niente.  Ma sei ancora un punto, lì fermo, che voglio scoprire. Non centra Milano, ho smesso anche di andarci. Centri tu e un incontro, per sapere se davvero la voce , che mi sono immaginata mille volte leggendo di te, esiste davvero.


Così diverso, tutto è così diverso.

Fottuti aforismi, metafore, belle parole, e poi, non ho avuto coraggio.
Mi dico che ci vuole coraggio e faccia tosta anche a scriverti.
Apprezzo che tu mi dia una possibilità per incontrarti. Il 30 non riesco, ho un impegno, ma il 16 maggio, potrei benissimo venire a Pavia.


Ci sono passata da Pavia, in treno, un paio di volte, l'ho guardata, ho scrutato quella stazione, magari speravo di scorgere il tuo viso. Poi però il treno è ripartito. Così come il pensiero rivolto a te è volato via in quei pochi secondi. 



Sono parole dure, crude, che mi colpiscono, ma sono vere. Buona Domenica Tommaso. Grazie di aver risposto. Scusa ancora. "



L'erba di Babele. Crea confusione.


lunedì 22 aprile 2013

Infinite volte che

"-Sei meravigliosa.
-Fanculo."-cit. conversazioni costruttive.


Divorami, mangiami dentro, cibati di qualcosa che sto cercando anche io. Vai alla ricerca di sentimenti, di sensazioni, e lascia da parte le parole. Le nostre sono solo parole, cosa ce ne facciamo.

Sei stata l'ondata perfetta.


"Non so cosa dirti, davvero, ogni volta che ci vediamo sono io che vorrei dirti che le cose non vanno bene, che sei una delle poche persone con le quali mi sforzo di uscire. Mi sforzo di non chiudermi in me stessa, e lo sai, ma ultimamente è tutto un peggiorare continuo. Non sembra ma mi sto sforzando, sto provando a combattere contro il mio IO asociale, sto combattendo contro la voglia continua che ho di camminare con la musica nelle orecchie verso l'orizzonte senza una meta fissa, e senza un soldo o uno zaino. Sono combattuta dal rinunciare a tutto, alla scuola, alla famiglia, a Giò, agli amici, a te, eppure è una lotta così difficile. 
Sono troppe le cose contro a cui ho dovuto tener testa in questi anni, che avere voi, piccoli e numerabili sulle dita di una mano mi viene così difficile, siete così difficili da gestire. Oggi raccontavo di LUI, e dei film pazzi che ci sono stati, che assurdità, pensare che siamo sempre amici. 
 Alle volte, sono invidiosa della tua fortunata normalità. Infondo sembra così facile, sembra così semplice essere cercata da tutti, essere così al centro dell'attenzione,[senza farlo apposta], quell'attenzione che io per quanto mi possa sforzare, per quanto mostri intelligenza, simpatia, gentilezza, per quanto mi sforzi di esternare e socializzare, non riesco ad avere, e credo mai avrò.
Alle volte penso che se non fossi tua amica, neanche gli altri mi cercherebbero. Sembra che mi stiano attorno perchè si sentono in colpa, perchè gli faccio pena. Ecco come la vedo, riesco a radunare solo persone con problemi. Mary, Sara, Fede, Carlo, tutti con una storia di merda alle spalle, come la mia. Mi sembra che la gente "normale" mi eviti, mi stia alla larga, mi sento additata . Mi sento così estranea, anche quando sono in macchina gli altri, mi sento esclusa, parliamo, scherziamo, non mi sento a mio agio, sto in silenzio, invece tu sei così espansiva, sei così voluta, sei come un'ondata perfetta. Col tuo sorriso e la tua voce roca, riesci ad ammaliare tutti.
 Io ci provo, provo in mille modi di essere in qualche modo più Kim, cerco di far vedere che sono una persona che può piacere, ma niente. Niente. E più mi sforzo e più mi vien voglia di chiudermi in me stessa.
Tacito accordo: "Niente domande"
 Ma poi penso anche se non ci fosse questo accordo, questo patto tra di noi, che domande vorresti farmi? Sono davvero curiosa. Come si vive per anni facendo una doppia vita? Come si fa a nascondere bene tutto? Come faccio a stare accanto al mio aguzzino? Perchè rimando la partenza? Perchè berrei fino a finire in coma etilico? Un giorno magari ti permetterò di farmele, anzi magari un giorno ti starò ad ascoltare, ma quel giorno è lontano.
Sai ho sperato di morirci di polmonite l'estate scorsa, 28 casi su 100 mila persone in Europa ci muoiono, perchè non ho potuto essere io una di quei 28? Perchè? Cosa sto a vivere a fare? Alle volte me lo domando, tra le lacrime, mi chiedo se finirà mai questo dolore che ho dentro, se riempirò mai quel vuoto che mi ritrovo. Sarei curiosa di sapere cosa potrebbe succedere il giorno in cui la mia fottuta maschera di creta dovesse spezzarsi in mille pezzi e io dovessi crollare in un pianto davanti a tutti. 
 Sabato lo stavo per fare. Sabato quando LUI mi ha risposto male, quando è passata quella con cui ha litigato, e io ci stavo scherzando, ci sono rimasta male, e quel male mi ha suscitato un moto di pianto collegato a tutt'altra cosa. Stavo per esplodere in un pianto, tutto sta crollando granello dopo granello. 

Questo silenzio cos'è?
 Cuffie. Fottuti pezzi di plastica, con del rame all'interno. Fuse con la pelle. Al posto delle orecchie. Collegate a un fottuto PC. Vivo i miei giorni. Voglio solo bere, ma Giò è sempre in casa. 
Perdermi in un bosco, urlare, per ore, correre, cercare la luce. Rivedo nella mia mente i boschi della Russia in cui passeggiavo con la nonna, uno dei pochi ricordi della mia infanzia. Vedo quella luce tra le fronde, mi sento girare, ruoto su me stessa a braccia distese e orizzontali, giro, giro, e rigiro. I colori cominciano a fondersi tra loro, giallo, verde, marrone, bianco, diventa tutto grigio, mi lascio cadere, sento gli organi interni in subbuglio, li sento muovere, sento il cuore pompare sangue all'interno delle vene, sento l'aorta gonfiarsi. Svengo. Mi risveglio dopo ore, da incubi che non ricordo, con una sensazione di angoscia che mi sale dentro. Sono rimasta sola in questo bosco, ho l'MP3 scarico, non vuole accendersi, sullo schermo una batteria lampeggia di rosso, come sempre non ho il telefono con me. Mi giro, trovo uno zaino accanto, nero, grigio, non capisco di che colore sia. Ha un'etichetta bianca cucita sopra e una scritta rossa. Ma non riesco a leggerla. Il mio cervello non me lo permette. Mi alzo, mi pulisco dalle foglie, sento i vestiti umidi, cerco una felpa in quello zaino. Ne trovo una rossa, mi ricorda la felpa di Giò, anche se dentro di me, sento una voce che mi dice, "Kim non è di Giò, ma di Vincenzo.", Io non ho felpe rosse lunghe a casa,  di Vincenzo poi. Ma questa è la mia mente, che viaggia e io non posso impedirle di formulare tesi e soprattutto di contraddirla. La indosso, prendo lo zaino, lo metto in spalla, sulla spalla sinistra, mi guardo attorno. "Nonna, Nonna, dove sei? Nonna!" Ma non ottengo risposta. "Dove cazzo è finita?" mi dico fra me e me. Ma lei non è più in quel bosco, tra quegli alberi, lo so, anche se non la vedo, il mio sesto senso mi dice che lei non è lì. Sento gli uccelli cantare, sento il loro volo, rami qua e là spezzarsi, mi giro, non c'è nessuno, mi sale l'ansia, sembra il solito film horror dove tra poco dovrebbe apparire il maniaco serial killer di turno. Ma il serial killer non compare, lo aspetto, vorrei parlarci, dirgli che non deve comparire solo quando io mi metto a correre. Mi metto a correre, in realtà è il mio cervello a correre, il mio ologramma coscenzioso rimane fermo a fissarmi, ma quel fottuto bastardo non esce allo scoperto, sa che lo sto prendendo per il culo.
Sento lo scorrere di un ruscello, mi trovo su un ponte di legno, un albero spezzato, un torrente, scivolo, ma rimango in piedi, Mi sdraio sul terreno battuto, un probabile sentiero di cinghiali, ma non mi importa. Mi metto a pancia in giù, mi stringo la testa tra le mani. 
 Rinsavisco, torno alla realtà, sono sul mio letto, con una merda di canzone, un orologio che ticchetta, e un orecchio indolenzito. Rileggo quello che ti ho scritto, una cosa paranoica, ma io la sento, la vivo. la posso toccare, e mentre tu mi parli dei problemi della tua amica, che vuole togliersi la vita, io muoio dentro ogni giorno, cerco aiuto in queste parole, le uniche che voglio leggere, le uniche da cui trarre risposta. Non dirò mai le volte che ho pensato al suicidio, e neanche le volte che ho provato a farlo. Ho 2 segni, ma oramai non ci faccio neanche più caso, solo una persona mi chiede ogni tanto se ci penso ancora. Ma rispondo di no. Infondo non voglio gente che si preoccupi per me. Ebbene si, anche io sono come la tua amica, anche io ho avuto segni di fantasmini, anche io mi sono lesionata come Mary, anche io ho provato a morire di fame, anche io ho provato a buttarmi in un fiume, e dall'undicesimo piano. Ma come vedi sono ancora qua. E vivo.  Vivo perchè l'istinto di sopravvivenza mi dice di farlo. Buona notte LEI, non voglio domande, non voglio che tu mi compatisca, non ne ho bisogno. Leggi e apprezza la sincerità di un gesto, la fortuna che possiedi, e fanne tesoro. Sai che ti voglio un bene dell'animo. Ma anche oggi mi domando perchè mi sbatto per organizzare cose a cui nessuno interessano"

domenica 21 aprile 2013

Una storia di San Valentino.



14 febbraio 2013



Una storia di San Valentino.


"«È bello quando trovi qualcuno che sia innamorato della tua mente. Qualcuno che vuole parlare alla tua coscienza e far l’amore con i tuoi pensieri. Qualcuno che vuole guardarti mentre lentamente butti giù i muri che ti sei costruito e li lasci entrare». Sono le parole di uno degli ultimi post lasciati su Facebook da Reeva Steenkamp, la modella fidanzata di Pistorius, l'atleta paralimpico più famoso del mondo. Reeva è stata uccisa da quattro colpi di pistola sparati dal compagno: "è stato un errore, si è giustificato Pistorius, pensavo fossero ladri". Il campione è in stato di fermo: la polizia non gli crede. La vicenda vive di paradossi e coincidenze inquietanti. Reeva era la testimonial della campagna contro gli stupri voluta per ricordare Anene Boysen, una ragazza di 17 anni violentata dal branco e poi morta dopo una breve agonia per le ferite su tutto il corpo. Oscar Pistorius è un ragazzo che per anni ha lottato contro la diversità: cresciuto senza le gambe, è riuscito a spingersi oltre il limite del possibile: con le protesi è arrivato dopo molte battaglie a correre un'olimpiade e ai giochi paralimpici ha conquistato medaglie su medaglie. Già, il ragazzo dalla faccia pulita, e forse con quel lato oscuro che nei suoi occhi neanche Reeva, la sua compagna da un anno è mai riuscita a percepire. Anche se ora molti testimoni parlano di liti frequenti, di urla e tensione provenienti dalla villetta di Pretoria Est. Com'è diversa l'immagine pubblica dalla realtà, verrebbe voglia di dire.

Pistorius è accusato di omicidio, le protesi non basteranno: la sua corsa si è fermata dietro una rabbia mai affrontata fino in fondo. Che forse s'è portata via Reeva, il giorno di San Valentino, in quella casa che era il suo luogo, la dimensione dei suoi momenti felici. Scriveva, sempre sul social network contro la violenza sulle donne: «stamattina mi sono svegliata in una casa sicura e felice. Non a tutti capita. Solleva la tua voce contro gli stupri in Sudafrica»."

Mi ha lasciato, è finita il giorno di San Valentino.

[Non ho altra vita oltre a lui.]
Non ne ho il tempo.


[ieri 23.45cc]

Smettila sono stanco di te, Kim non mi provocare perchè ti metto le mani addosso, Kim smettila, Kim ascoltami quando parlo, guardami in faccia, oh ma mi senti,? Ti rompo quegli occhiali di merda! Kim Porco Dio!!!!! [e mi ha gettato in testa il computer, ho messo la mano in mezzo, ho tenuto su il ghiaccio tutta notte ]

[oggi 5.30 del pomerigggio]

Piangi Kim,. piangi, le mani al collo, contro un muro, delle urla, "devi stare zitta, tu sei qua, e devi solo stare zitta, sei solo una troia!! Vattene, non ti voglio più in questa casa!!!!!!! Va che ti metto le mani addosso. Ti spacco il telecomando in testa. Ti meriti la peggio merda! Non vali un cazzo!!!!
"Ti vogliono tutti solo per la figa"."Pensi che abbiano pubblicato il tuo articolo perchè sei brava?"
-Non hai amici.
-Ti stanno attorno solo per scoparti!"

Mi fai male, smettila, cosa ho fatto? Giò che ti ho fatto? "Sei una donna stupida! Come faccio a stare assieme a te? Domani prendi le tue cose e vattene" sei solo un violento "sei tu che mi ci hai fatto diventare"

Sei sola!!!Vattene, MI HAI ROVINATO LA VITA!!!!"

giovedì 18 aprile 2013

Ti sento vivere...Il tuo mondo è come il mio..perchè io ci sarò!

"Perché non è facile
forse nemmeno utile
certe cose [chiare dentro poi non
escono, restano,] restano

Vorrei dirti, vorrei
ti sento vivere
in tutto quello che faccio e non faccio ci sei,
mi sembra che tu sia qui
[sempre]" -cit.883
"Penso a Vincy. Alle volte mi manca, lui e quello che ha rappresentato per me, lo sento lì, accanto, come a vegliare su di me, e mi guarda con sdegno, io non sono la Kim che lui ha conosciuto, e un pò ne è deluso. "

Ci guardiamo sotto la luce di questa scalinata di granito, ridiamo, stiamo mangiando un'insalata, intanto ci confidiamo, un pò di vita, la lasciamo fuggire nell'aria, trasportata in alto dall'ossigeno, verso quelle irraggiungibili stelle. Le racconto di ieri, di Andrea, di come mi lascio sfuggire ottimi pretendenti, ottimi motivi per mollare Giò, per tornare alla vita di prima, ma come diceva un saggio, si può anche tornare indietro, riprovare le stesse sensazioni, ma le cose non torneranno mai come prima. In fondo so che non tornerò a fare la vita di prima, non ne vedo neanche l'utilità, riuscire con Mary? Per ora, non me la sento.
Parliamo ancora un pò, mi sento una hippie, ci chiedono anche una cartina, c'è una lieve brezza, mi fa piacere, un pò di caldo, dopo un lungo freddo. Una gonna da zingara da indossare, una canottiera e un golf. Capelli raccolti, e ballerine. LEI mi guarda,  mi dice che io so il vero motivo per cui non voglio nessuno, perchè io ho già qualcuno, non materialmente, ma mentalmente, ma per ora non è possibile. In principio non capisco, volevo quasi chiederle, "sai qualcosa che io non so?", poi però capisco, cado dal pero, mi sento arrossire, sposto lo sguardo, penso a cosa dire, mi si stringe lo stomaco, e poi dico con amarezza, che sono contenta di come stiano andando ultimamente le cose, che aver provato ancora cosa vuol dire avere LEI e LUI vicini, riderci, berci, parlarci, avere quella esclusività per pochi momenti, mi basta, per ora, e anche se fosse per tutta una vita, mi basterebbe. Lo dico con amarezza, quasi come se non ci credessi neanche io. 

Siamo solo amici, mi va più che bene, ne sono contenta. Dentro però,nel profondo, rileggendo certe parole, ripensando a certi gesti, pensando ai film dentro la mia testa malata,  so che non è così, che mi fa ancora male, che in fondo non siamo fatti l'uno per l'altro, che neanche se io lasciassi Giò, staremmo insieme, perchè le cose vanno così e basta. Ho visto cosa si prova, come ci si sente in certe situazioni di imbarazzo, e non mi va, poi soprattutto che ora, abbiamo ritrovato un pò di contatto fisico, di scherzo[ ma non accetto che dopo mesi!!!e sottolineo MESI non mi scriva una sola parola, e ora quasi tutti i giorni passi almeno 20 minuti a scrivermi!!!!]

E ora dopo una sfilza di stronzate posso anche andare a dormire. Notte belli!!!!

Quella volta mi sono detto che le coincidenze, forse, sono dei fenomeni molto comuni. Si verificano in ogni momento intorno a noi, nella nostra vita quotidiana. Ma della metà non ci accorgiamo neanche, le lasciamo passare così. Come dei fuochi artificiali che vengono fatti scoppiare in pieno giorno. Fanno un po’ di rumore, ma nel cielo non si vede nulla. Però se desideriamo fortemente qualcosa, le coincidenze affiorano nel nostro campo visivo portando il loro messaggio.
(Haruki Murakami)

Profondamente rotto al suo interno

So che può sembrare stupido, ma mi sono messa ad ascoltare questa canzone, di questo cartone animato che vedevo da piccolina la sera. "Mi hai rapito il cuore Lamù"


Sono sul treno. Direzione Torino.  Guardo curiosa il paesaggio in movimento, e penso a tutte le piante che oggi ci sono e che magari domani non ci saranno più.
Sento degli Spagnoli parlare accanto a me. Uno si è addormentato poco dopo. L'altro si è messo a registrarlo mentre russa. La vecchia accanto mi tira gomitate, portandomi alla realtà.

Mi è passata la voglia di parlare di Torino, in realtà di cosa potrei parlare, ho le unghie bianche, faccio regolarmente la cacca, e voglio innamorarmi.


"Come si dice quando apri una bottiglia di acqua e fa un rumore come quello della birra? Non lo so, perciò diciamo soltanto che ho stappato una bottiglia di acqua. Acqua Vitasnella, l'acqua che libera l'acqua. Ma prima di aprirla, l'ho guardata, le ho detto con coraggio e forza che dovevo farcela, che solo volendole certe cose si possono fare. E sono arrivata a quel punto in cui dico FOTTUTISSIMA DIETA dobbiamo diventare amiche, so che ci odiamo, e che in passato abbiamo avuto dei grossi malintesi, ma più o meo in questo periodo, 2 anni fa, ci siamo amate come non mai. Sarà che Vincy ha aiutato, ma io ho Giò a rompere meglio le palle."

13 aprile 2013

USARE IL PRESERVATIVO E' DA STUPIDI...
questa è una frase che mi ha lasciato shoccata.

14 aprile 2013

La droga è un circolo vizioso. Non se ne esce, neanche se lo si vuole.
La droga ti fotte. Basta una volta, o forse qualcuna di più, e ti rapisce.
La droga cambia il tuo modo di porti con gli altri.
La droga ti fa mentire.
La droga ti fa litigare.
La droga è violenza.
La droga ti controlla.
La droga è vita.
La droga, dico  io, è morte. Cerebrale.

Sconfinato odio mi porta a sbattere la porta, aprire le finestre e sistemare tutto.
Sfuggire alle parole appena pronunciate. Sei solo un tossico di merda. Non volevo dirle, ma l'ho fatto.
Sono le 8.30, di una domenica come tante, Sara dorme sul divano, ieri è rimasta da noi.
Particolare è il rapporto che ho avuto con Sara, la nostra "amicizia".

Mi vesto.
Esco di casa.
Vado a comprare dei bignè alla crema pasticcera.
Torno a casa.
Faccio la zuppa.
Domani inizio la dieta.
Mangio.
Mi fumo un cannone di Ganja.
Vedo una bustina trasparente, una pallina bianca.
Coca.
Cocaina.
Rende meglio l'idea.
La guardo, sempre a dire il vero, intimorita, quasi spaventata.
Non mi ricordo l'ultima volta che mi sono addormentata con della neve sul comodino, senza finirla, senza esserne neanche un pò tentata.
Ora è lì, nascosta, dentro la sua campana di vetro.

18.34

Ogni giorno mi sento ripetere quanto sono grassa, quanto faccio schifo, quanto mi vesto di merda, quanto le russe siano donne di merda, puttane, quanto non faccio un cazzo dalla mattina alla sera, quanto i miei capelli siano troppo vaporosi e in disordine, quanto la mia pelle sia rovinata, quanto le mie unghie troppo curate. Sempre dalla solita persona. La mamma di Giò. Una leghista Snob arricchita.
E io, non posso neanche rispondere a tono, non posso neanche voltarmi con indifferenza. Non posso, perchè poi Giò si offende..robe da non credere lui si offende se IO rispondo agli insulti o mi giro e me ne vado!!!!
Ho gli occhi lucidi. Questa situazione mi sta uccidendo a poco a poco, mi sta strappando piccoli brandelli. ora dopo ora. Meglio uscire a fare un giro. Meglio lasciarlo coi suoi pensieri. Meglio non svelargli i miei.

16 aprile 2013
Dal toscano.
Sembra così strano uscire con un ragazzo dopo mesi, ridere, far discorsi seri, da giovani, con un giovane con sogni, e con un'università appena iniziata. Non siamo fatti per uscire o stare assieme, ma per fare quattro risate andiamo bene. Sembra strano trovare un ragazzo a 23 anni, che non si droga, che non fuma, che è garbato, e molto cortese. Oltre ad avere un linguaggio pulito, privo di parolacce, forbito. Munito anche id sorriso, molto bello, il classico fighetto, che mia madre vedrebbe bene, ma che io non vedo.

17 aprile 2013
mi ha scritto, che carino, ho conosciuto anche Luca, un ragazzo carino, moro, occhi verdi, abita a 40 minuti da me. voleva venire in bici. ;)





sabato 30 marzo 2013

Il diavolo ti accarezza..fatti gli occhi della fame, come faccio a dartela una vita diversa, come faccio a mettertela in testa?Sei autodistruttivo.

2 anni senza di te ad Aprile.
Non mi interessa. Non ho il coraggio di vederti.
Non posso dire che non mi manchi, ma sto cercando di fare una vita diversa, e per quanto strano dirlo, legale ed onesta.

Domani è Pasqua, e ho fatto le uova rosse, come si usa da noi, una tradizione strana per un'atea, ma io per quel poco la voglio rispettare, un pò di Russia qua nella mia solitaria vita, un pò di vento della mia terra.

Oggi dovevamo vederci, oggi dovevamo stare un'oretta insieme, parlare del più e del meno.
Non ti hanno dato il permesso di uscire. Sei ancora lì, tra quattro mura, in una cella grigia con altre 5 persone. Opera. Così vicino, ma anche così lontano.
Ed io nel mio letto, in una casa, al sicuro e al caldo, mentre la vita che fai tu è ben diversa.

Posso andare indietro con gli anni, posso far capire agli altri chi eri e chi sei stato per me. Ma parliamo di un passato che cerco di lasciarmi alle spalle. Non posso neanche difenderti. Come si fa a difendere un criminale?

La vita è difficile, e ognuno prende le sue scelte. Io posso solo dire che le tue non le ho mai accettate, alle volte mi sembrava di vivere in una famiglia mafiosa, dove tu eri il capo, e i tuoi "amici", i tuoi scagnozzi erano lì ai  tuoi comandi.
Avevo solo 5 anni, quando vidi la prima pistola, avevo solo 5 anni quando sentii bisbigliare dietro i muri. Ne avevo 8, quando mi entrò la polizia in casa, di notte, a Milano, e mi chiese se per caso  ti conoscevo o ti avevo visto. Allora non capivo, non distinguevo  il bene dal male, per me tu eri un eroe, e andavi difeso.

Ma poi con gli anni, mi sono resa conto, che tu non lo facevi per necessità, quella è passata in secondo piano, lo facevi perchè ti piaceva, ti sentivi vivo. A te piaceva comandare, a te piaceva dare degli stupidi ordini, ti piacevano le belle donne, le belle macchine, ti piaceva leggere.

In riformatorio, mi raccontasti una notte, che amavi leggere, avevi solo 14 anni, ma leggesti tutti i libri della biblioteca, imboccasti ogni tipo possibile di scuola, ma avevi sempre tuo padre contro, "No Laej, non puoi fare il calciatore- Ma papà io sono il più bravo della squadra", "No Laej, non puoi fare il chitarrista, non puoi fare il veterinario, non puoi ..." .
Laej allora decise di diventare un ladruncolo, di camminare a piedi, e in bici dalla Russia all'Italia. Di vivere con quello che trovava in giro, di rischiare la propria vita, passare illegalmente dogane, Laej, lo sapeva, sapeva che non sarebbe stato facile, ma se così si può dire per un pò ne è uscito vincitore. Se esiste il cattivo, esiste anche il buono, e lo yng e lo yang, la ruota gira si dice, e le forze dell'ordine lo hanno prelevato da dentro casa casa.

Hai sempre aiutato tutti, hai un gran cuore, hai sempre avuto un cuore nobile, una mente eccelsa, ma non l'hai coltivata, chissà che ora non avresti potuto essere un medico, e vivere una vita tranquilla, senza la paura di dormire con un occhio aperto, e sentire le ferite sotto la pelle bruciare dopo anni. Senza la paura di camminare per la strada alla luce del sole, senza la paura di essere arrestato, o ucciso.
Per me Laej, sei stato come un padre, mi hai dato da mangiare, mi hai comprato vestiti belli, di marca, mi hai comprato giocattoli, dolci, regali, computer, telefoni, mi hai portato in vacanza, mi hai comprato medicine, mi hai consigliato, tenuto per mano, educato, mi hai sempre detto : "Quello che faccio io Kim, non è buono, non è giusto, ma la vita non è giusta, e io cerco di stare a galla come posso senza fare del male a nessuno".

Lui è stato la mia guida per molti anni, l'unico uomo della mia vita, in senso figurato, mai passare oltre. Lui era l'unico motivo di gioia nei miei week end, il suo cane, la sua casa in provincia, il giardino, la piscina, la pallavolo, la boxe, il baseball, i cartoni animati, gli abbracci.

Poi siamo cresciuti, entrambi, troppo in fretta, e tu, tu non lo hai accettato, io non ero più la piccola Kim, coi riccioli biondi, da difendere, e portare in spalla, ero diventata una ragazza, indipendente e testarda.

Sono 2 anni che non ci sentiamo, ti ho scritto 3 lettere, grondando lacrime, come si fa a non piangere, pensandoti, pensando alle condizioni in cui eri, con una gamba appena operata, senza medicine, eppure in Italia, la giustizia non è uguale per tutti, perchè tu non sei italiano. Ne hai combinate tante alla polizia e capisco anche perchè ti abbiano riservato questo trattamento.
Ma poi ho smesso di scriverti, non ti ho scritto al mio compleanno, al primo Natale, non ti ho scritto a Pasqua, non ti ho scritto di Giò, e poi ho smesso di parlarti.

Alle volte mi dico che è anche colpa tua se la famiglia si  è divisa, sempre lì con un atteggiamento prepotente, così hai allontanato tuo fratello Ledjon, che ora vive a Bristol, come tua sorella, Larissa che vive a Roma, e tua sorella Michaela, che vive a Milano, e che ti è sempre stata dietro.

L'ultima lettera te l'ho scritta quando mi sono lasciata con Vincenzo, a cui di certo non potevo dirgli che avevo dei problemi con te, non lo avrebbe capito, era troppo giovane e io lo stesso.

Laej, io ora faccio una vita, dignitosa, e per tutti gli aspetti negativi che ha, ne ha uno buono, dormo tranquilla la notte perchè so che la polizia mi entrerà in casa, solo a pranzo, perchè il fratello di Giò è finanziere.
Non mi entreranno di notte, non mi sveglieranno con un mitra in mano.

Laej perdonami, dimenticami, cancellami, ma perdonami, non posso più essere tua nipote.


venerdì 29 marzo 2013

Mary...ci sono sempre io con me stessa davanti al mio destino.

Venerdì di magro. E io mangio carne.

Non sono mai stata credente, e anche se in certe notti invoco il nome di Dio in vano, so che ci sono sempre io con me stessa davanti al mio destino.

Così comincia il suo messaggio, dal nulla, dopo 2 mesi:


"ciao scimmietta 'brutta' cm va? sn qui ke t scrivo xè nonostante i nostri alti e bassi... m manki tntxm!!! alla fine nn m rikordo più il xè è iniziato tt qst distako fra noi... stamane ho visto tua suocera e... bhe qnd m ha detto "cm mai nn vieni più dl Kim?" io gli ho risp ke c eravamo un pò xse tu cn lo studio ed io cn il lavoro... Xò sò ke nn è proprio così!!! Ho un carattere di merda qst lo sò! Sn fuori cm un balcone, rompi palle, testarda,capocciona e se devi aggiungerne anke tu di difetti fai pure xè a volte io nn riesco a vedermeli... Un pregio ke penso di avere è un cuore e dei sentimenti... E... Bhe... Nn voglio girarci attorno qnd arrivo al punto. Mi manki! Mi manki tntxm! Mi manka la tua amicizia xè sei tu la "pazza Kim" ke m faceva ridere e a volte strippare... Mi manka tntxm anke la vera Kim ke ho conosciuto e ke vorrei rivedere e rifrequentare... Capirò se m insulterai o ti incazzerai dp qst messaggio e che nn riaccetterai la mia amicizia ne qui su fb ne nella realtà...sappi solo ke nn ho mai smesso di volerti un bene dell'anima e cmq andranno le cose tu sei e rimmarai x sempre una delle più care amike ke io abbia mai conosciuto... un bacione a presto se lo vorrai..."

Ecco come ci si ripresenta, così, come se fosse normale sparire, comportarsi da bambini e aspettarsi che dall'altra parte ci sia sempre qualcuno ad aspettarci...
Sono passati 2 giorni e poi, Mary, ho avuto il coraggio di risponderti anche io, a malincuore, ma dovevo farlo, so che non è la risposta che ti aspettavi, ma è la migliore per me oggi.


"Non so neanche io che risponderti, in fondo non so neanche se ho voglia di scriverti. Eppure sono qua, che leggo e rileggo le tue parole, e ripenso a come ti sei comportata, al tuo atteggiamento, a come te ne sei andata da un giorno con l'altro dimenticandoti di tutto e di tutti, della nostra amicizia.
Cosa pretendi che ti dica oggi? Che mi manchi, che le cose torneranno come prima? Mary io faccio una vita troppo di merda, ora come ora, per essere ancora la ragazza di 2 anni fa, che aveva del tempo anche per te, per starti addietro, per passare sopra ai tuoi capricci. Se potessi tornare indietro non andrei a convivere, e non starei più neanche con Giò, ma ora sono qua, e ho avuto solo 2 persone accanto.Te e LEI.
Non pretendevo niente di piu. Solo di vederti una volta a settimana a dir tanto, ma tu neanche quella volta c'eri.
 Volevo staccare IO per una volta, dalla mia vita di merda....volevo abbracciare una persona e mettermi a piangere io per una volta, sentire un pò di empatia, ma sai come funziona con te? Funziona che ci devi sempre essere tu al centro dell'attenzione, funziona che l'amicizia esiste, ma è un'amicizia fatta di egoismi.
Mary,  io mi sono sentita tradita, pugnalata alle spalle per cosa? Perchè per una volta passavo 2 giorni tranquilli coi tuoi amici, con gli stessi amici che volevano vederti, che ti avrebbero offerto tutto, solo xk tu stessi con loro. stessi con noi, con me.
Mary tu non sai neanche che mi è successo, mi viene ancora da piangere, solo a pensarci.
Non si tratta di voler bene o no!Pensi che io non ti voglia bene? Pensi che non mi manchino le passeggiate con te per i campi, pensi che non mi manchi la vita di prima? le giornate a cazzeggiare x Milano?
Ma l'amicizia è altro, non è un capriccio, non è un comodo, non è scriversi dopo 2 mesi, l'amicizia è amicizia, non è prendersi male x non so che cosa. Non è cancellarsi, sparlarsi dietro, lanciarsi merda addosso. Ora come ora, scusa le mie parole, avrei voluto trovare un altro modo per scrivertele, per dirtele, ma non riesco, e non ci provo neanche. Oggi, ora, in questo momento, alle 23.42, non voglio vederti, non voglio parlarti, ho un orgoglio anche io, una dignità, pretendo un pò di rispetto, e dopo tutto quello che tu hai fatto per me e io per te, mi sembra chiedere il minimo. Ma neanche quello ho avuto. Spero che capirai. Magari quando mi passerà e quando tornerò a fare la vita che voglio, ti cercherò io, ma ora...non me la sento. Ti auguro una buona notte, sempre che l'insonnia ti sia passata. Sappi che ti voglio e ti vorrò sempre bene. Ma ora non è il momento per riprendere a vederci."
Io non ne sono pronta..