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mercoledì 1 luglio 2015

Il dolore necessita di essere portato fuori.Ha ri

"E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi, e hai pianto..cit"



Lunedì pomeriggio sono sclerata. Non mi riconoscevo, ho rotto un paio di bicchieri. Una candela ed un'altro soprammobile. Ho bevuto un paio di bottiglie di vino rosso. Quando è tornato a casa ho cominciato ad urlargli il dolore che avevo dentro. Tutto ciò di più represso nascondessi dentro me stessa. Ho vomitato per ore bile. Ci ho vomitato l'anima in quel cesso. Ci ho lasciato il sangue in questa casa. E piango. Vomito.
Ha ricominciato col subutex o subotex come cazzo si scrive.
Non ci ho visto più.
Un attacco d'ansia.
Un pianto interminabile.
Ci provo a stare calma. Ma non ci riesco.
Sto male, troppo. Un vuoto nell'anima.






giovedì 25 giugno 2015

Elena

Si chiama Elena, come una delle mie più care amiche.
Ogni lettera del suo nome è come se mi si incidesse nella carne.
Una pugnalata continua.
Più sto in questa casa più impazzisco.

Sono scappata un paio di giorni in montagna . 
Tra una nuvola e l'altra, tra un una goccia e l'altra siamo riusciti a fare anche due orette di trekking.
Riesce sempre a tranquillizzarmi, in un modo o nell'altro ci riesce. 
Saranno i suoi occhi verdi tendenti all'azzurro, sarà la sua "R" moscia di merda che quando parla mi distrae...non lo so, però ci riesce, sarà che dice sempre un sacco di cazzate.

Eppure quel nome continua ed ha continuato a tormentare i miei sogni per giorni...
ELENA*ELENA*ELENA*ELENA*ELENA
Ma che cazzo ho fatto di male in questa vita, o meglio in quella passata???????

Non so perchè me la prenda così tanto, non riesco ancora a capirlo. Che cazzo io passo 4 anni della mia vita a farlo ragionare, e quando gli torna il cervello e smette di drogarsi che succede? Lui se la fa con un'altra!

In realtà è che odio questa situazione.
Ed è già passato un mese da quando ha fatto Coming Out, da quando è uscito con lei allo scoperto. Infondo credo che non sia bello nemmeno nascondersi come cani randagi, ai margini della società.
Eppure in qualche modo lo posso anche capire, lei gli da la serenità che con me non ha trovato, lei è parte integrante del suo mondo malato, lei è solo agli inizi.
Ed è questo che mi spaventa, perchè ti illude di poter essere una persona, invece poi quando è troppo tardi scopri che non è mai stato sincero con te.
Forse solo ora mi rendo conto che anche la sua ex in qualche modo avrebbe dovuto darmi qualche avvisaglia del problema, invece io non ho dato peso alle sue parole, sono andata per la mia strada.

"Fin dall'inizio siamo stati luminosi come una stella cometa"cit Elena

Peccato che le stelle comete si schiantino!

In realtà, per essere sincera sono molto più tranquilla. So che manca poco, pochissimo a dire il vero, so che ho attorno persone che in qualche modo a me ci tengono, sono consapevole che sarà dura, che ricominciare da capo sarà difficile, ma non è infondo quello che ho sempre desiderato?
Non ho sempre voluto andarmene? Ed ora faccio le scenate persino di gelosia?
Kim ripigliati.
Chissene importa, sei una bella ragazza, intelligente, ne troverai uno che ti renda davvero felice.
Uno che ti rispetti, uno che voglia credere nei tuoi sogni, uno con cui crescere, uno con cui costruire un futuro.

Non dovevo sclerare. Lo hanno cacciato di casa per colpa mia.

Stone

Un giorno un uomo mi donò un sasso. Proveniva dalla Corsica, mi disse di trovarci dentro la felicità ogni qual volta che lo volessi guardare, ogni qual volta mi sentissi triste.
Lo stesso uomo ora scopro avermi tradita per anni con MARIKA, con VERONIKA, con ELENA.
Gli ho beccato l'account Facebook aperto, gli ho letto i messaggi,


Ho VOMITATO. PER ORE.
Non ne posso più, non mi meritavo questo. Lui scopava con altre da mesi!!!!!
Che ho fatto di male per meritarmi questo!!!
Eppure dovevo aspettarmelo.

Lo stesso uomo del sasso era il medesimo coglione.

giovedì 28 maggio 2015

Vittoria in Battaglia


Ore 19.00 appuntamento dal Tatuatore.

Finalmente sul mio polso ci sarà "Vittoria in Battaglia."
Il mio mantra, la mia battaglia.
Sto lottando, inconsciamente, sto lottando per la vita che voglio.
Per sopravvivervi.
Manca poco, me lo ripeto ogni giorno, ancora pochi giorni e vincerai tu.
Come si può non vincere una battaglia se si lotta con pugni, denti, artigli e grinta?
Molte volte ho pensato di poter perdere la guerra, di uscirne sconfitta, ogni volta, come fosse la prima, mi sono rialzata ed ho lottato.

Non si può non notare quel cerchio. Un sigillo pece su una diafana pelle.


Vincerò- Alienerò me stessa- Cancellerò il passato- Avrò un'altra vita. Manca poco. E lui sarà li a ricordarmelo.
Il mio simbolo di pace interiore. Piccolo quanto una monetina, eppure così potente da non riuscire da evitare di guardarlo ipnotizzati.

La desolazione ha invaso la mia vallata.

"Cercare l'equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo. E fingersi felici di una vita che non è come vogliamo. E poi lasciare che la nostalgia passi da sola
...Sperare che domani arrivi in fretta e che svanisca ogni pensiero..."


Sono dipendente dalla Redbull, dall'Alcol e dalla Solitudine.Alle volte questa dipendenza mi crea un piacere appagante.Rappresento un oggetto da distruggere, da ridurre ai minimi termini, per poi dimenticarne i cocci in un angolo.

"Alienare" ed è un sussulto dell'animo.

Mi tornano alla mente lontani ricordi di tempi definibili "felici e sereni" ed è proprio in quel periodo che imparai il suddetto termine. Credo si parlasse dei "Diritti inviolabili dell'uomo"

"Alienare."Ridurre ai minimi termini".

Vorrei anch'io poterlo fare.
Sparire così, come fanno le stagioni per poi ritornare.
Combattere contro qualcosa di malvagio.
E se invece fosse il contrario? Se si combattesse contro quello che ci  fa stare bene?

Ho voluto mentire a me stessa questi anni.
Ho mentito anche al mio blog. E non riesco ancora a perdonarmelo.
L'unico a sapere tutta la verità, quella nascosta, sprofondata in zolle di arido dolore, nell'imposizione di  non dimenticare una sofferenza troppo grande per essere contata. Ma non abbastanza per essere cancellata.  Troppa vergogna per essere repressa. 

Vivo, abito, risiedo, vegeto ancora con Giò.
Condividiamo la stessa aria malsana, come un cancro che si nutre delle cellule fino alla metastasi inarrestabile, così lui influenza ancora la mia vita, il mio umore.
Così lui riesce ancora a giostrarmi. Riesce a fare presa sui miei punti di debolezza, sulle mie paure, sulle mie incertezze.
Tutto è cominciato una settimana fa. Tutto questo ripensamento. Un pomeriggio tornato a casa mi ha guardata ed ha esclamato: " Puoi stare con me finchè non sistemi la tua vita. Io ti voglio bene, ma è stato un grande errore stare assieme.Prova a capirmi...un bellissimo errore, ma pur sempre un errore. Hai rovinato la mia vita, mi hai distrutto come persona, hai fatto uscire il peggio di me, togliendomi la voglia di vivere."
Esordito con il suo elenco puntato è sparito  le notti successive per i successivi cinque giorni.
Esordito con ciò è riuscito in qualche modo a scuotermi, a ricordarmi che, forse, io la mia vita non avevo nemmeno cominciato a sistemarla, che l'ho lasciata in stallo durante questi anni, che forse sarebbe stata ora di ricominciare a pensare al mio futuro, alle mie priorità.

Ho sperato tanto, non ho mai accettato che fosse stato un fallimento. Non l'ho mai voluto accettare, non so perchè mi sia ostinata nel voler continuare ininterrottamente per quattro lunghi anni.
Più mi dico che me ne voglio andare, più non ci riesco, più mi impongo di tornare da mio padre, più non ci riesco, arranco. Più cerco un'alternativa, più non vedo una via d'uscita possibile.

L'avrò forse amato troppo e dunque per questo che mi viene così difficile il distacco? 
Non si tratta di amore, si tratta di Orgoglio.
Non volevo ammettere a me stessa di aver fallito come Figlia, come Compagna e come Donna.
Eppure...ho modificato il mio carattere, raddoppiato la cinta muraria, mi sono rinchiusa in me stessa vomitando odio all'esterno. Gettandolo come olio bollente sulla Felicità che provava a circondarmi.

Alla mia partenza mi separano QUARANTA giorni. Al mio futuro. Alla mia felicità. Alla mia serenità. All'evasione dalla mia prigione. Dal cubo sicuro di questi lunghi quanto interminabili anni.
A una nuova vita, si spera migliore di questa che sto per lasciare.



giovedì 21 maggio 2015

Effimera quanto la Felicità






Ho rivisto W95. 
Dopo mesi. 
Una lunghissima attesa direi.
Ho avuto più di ciò che potessi chiedere e desiderare.
Siamo stati assieme per SETTE ore.
Ancora un tempo interminabile.
Direzione concerto dei Gov't Mule all'Alcatraz di Milano. Finale di Fabio Treves.  Spettacolo, sono riuscita pure a non bere. Non avrei voluto compromettere la serata con atti molesti.
Abbiamo riso tanto e di gusto, abbiamo apprezzato la buona musica, ci siamo fatti confidenze, tra le quali, per la prima volta, la sua vita privata.

***

Sta uscendo con una ragazza, una relazione un poco tribolata, un figlio di lei con un altro, un ex e pure migliore amico geloso. 
La vita è complicata per tutti.
Mi sono divertita tanto.
Davvero.
Nel sentirmi dire che usciva con questa ragazza non ho provato altro che sollievo. 
Ero così sollevata che fosse (quasi) felice di uscire con lei. Ero e sono tuttora così serena che si senta bene, che lei lo faccia sentire bene.
Mi sono sentita anche io umana per una sera. 
Mi sono sentita appagata, solo, nel vedere la sua felicità brillargli nelle pupille.

mercoledì 13 maggio 2015

"Sulla punta di coltello ci sta il senso della vita..."


"Il tempo delle mele se ne è andato da un pezzo è tempo di bruciare come si faceva un tempo, [...]
io tutto questo amore non l'ho mai voluto,
a tutto questo amore non ho mai creduto.."



Non ho mai abbastanza tempo per fare quello che vorrei.
Ho cominciato a studiare per i test d'ingresso dell'Università. Mi sto cimentando con chimica, fisica e biologia. Una full immersion nella scienza così da poter, in qualche modo, essere tra i 100 del corso programmato di Enologia e Viticoltura. Darò il test a Milano, Torino e Parma. E se proprio non dovessi passare, proverei con Beni culturali, giusto per studiare qualcosa che in Italia non viene nemmeno considerato.
Però mi piace.
Sono un attimino indietro con i miei impegni, non riesco a stare dietro a niente. Dovrei chiamare mia madre per farmi dare una mano con la casa, con  delle pile di vestiti,  alte come il K2, da stirare, appunti da sistemare, una spesa da fare, una dieta da iniziare, dello studio da portare avanti.

Oggi mi sono messa a scrive la lista di cose che dovrei fare da qui ai prossimi 20 giorni. Ho provato a accostarci vari impegni, alla fine della fiera uno scarabocchio d'infante sarebbe stato più chiaro.

Nonostante questo periodo sia un attimino incasinato cerco di essere POSITIVA.
Mi sono imposta di uscire a divertirmi.
Ho organizzato un Week-end super con la Fra, con l'Educatore e poi a casa di mio padre, e poi sono finita nel covo di un rosso a bere e fumare Primero.
So solo di aver dormito 5 ore in 4 giorni. 
Per poi sentirmi vuota, apatica, inutile.
Di nuovo al punto di partenza.
Al capolinea.
Al Cancello di "Dovecazzostaiandando".
Ho rivisto l'Educatore, parlarci mi calma, mi fa capire che il mondo non è così brutto come ho sempre pensato, che può sempre migliorare. 
Che i tossici non sono tutte brutte persone, che anche il peggiore degli eroinomani può sopravvivere e riscattare la sua condizione.
Anche la sua è una storia alla "caso umano".
Strano che io mi circondi di casi umani.


Non so più scrivere.Che culo.

venerdì 3 aprile 2015

I WANT A LEMON.


“E’ come avere voglia di abbracciare forte qualcuno, ma accorgersi all'improvviso di avere le braccia tagliate e di non poterlo fare”.-cit.Gary Albertson

Forse mi sento così. Con una voglia di fare indescrivibile e con la sola possibilità di restare ferma in questo letto, lo stesso che mi accompagna da 4 anni.
Tra pochi mesi saranno 21.
Tra pochi mesi avrò sprecato un'intera vita appresso ad individui che per me non sono mai valsi più di niente, chissà poi se a loro è mai importato della mia persona.
Uomini o donne ha poca importanza, navigano tutti sulla stessa barca, verso una meta rovinosa, scagliandosi contro la mia scogliosa acidità.
Cosa sono ancora pochi mesi, quando hai sprecato 4 anni?
Cosa significa tappare le orecchie ancora per un paio di mesi?
Cosa vuoi che succeda a non dare fiato tutto ciò che vorresti urlare?

Mi scoppia la testa. Ho voglia di bere e fumare.
Una sete indescrivibile.
Una voglia di sentire il fumo che riempie alveolo dopo alveolo.
Liquore. Borghetti.
Liquore al Caffè.
A me che poi il caffè non piace.
Ne verso l'ennesimo bicchiere.
Oggi ho visto il film sulla vita di Frida Kahlo.
Che donna, quale sofferenza e quale ispirazione.
Poco a che vedere con la mia. Poco a che vedere col mio dolore.
Crudele come l'amarezza della vita.
Crudele come le lettere che sto scrivendo a mano.
Non più lettere d'amore, bensì d'Odio.
Mi sto odiando.
Mi sto odiando più di quanto non abbia mai fatto con me stessa.
Odio tutto di me.
Odio la mia pelle troppo bianca.
Odio i miei capelli troppo tinti. Troppo corti.
Odio il mio naso troppo lungo e gobbo.
Odio i miei denti , costati un capitale.
Odio le mie mani troppo tozze, col palmo troppo largo e le dita troppo piccole.
Odio i miei piedi troppo simili a badili, polpacci da calciatore, cosce da lottatrice di sumo, addome, glutei, braccia, avambracci, polsi, collo, seno, scapole, schiena. Non c'è una parte che io non odi, persino i miei occhi odio. Quegli occhi che tutti chiamano OCCHIONI.

Prendi 10 uomini sparsi per tutta la Penisola e ti chiameranno tutti col medesimo soprannome: "OCCHIONI"

Una maledizione.
Maledico il giorno che sono nata.
Il giorno in cui sono venuta al mondo.
Maledico il giorno in cui ho cominciato a scrivere.
il giorno in cui ho cominciato a mangiare. A bere. A fumare.
Maledico il giorno in cui ti ho incontrato.
Ti maledico per avermi rovinato la vita, l'eterna esistenza, per avermi condizionata nelle scelte più importanti fino ad ora intraprese. Ti maledico per tutte le volte che ho dovuto tacere, per tutte le volte che il silenzio era l'unica pace che chiedevo e che non mi è stata data. Ti maledico per tutte quelle volte in cui hai urlato, mi hai usata come sfogo per un tuo capriccio. Ti maledico perchè non riesci a capire cosa sia la felicità.
Ogni volta che ti vedo vorrei solo prendere la visione del momento.
Pensavo fossi il mio salvatore, l'ho sempre pensato. La mano che chiesi in quella torrida Estate, quando credevo che nulla avrebbe più avuto senso.
La vita non avrebbe più avuto motivo di continuare, la mia perlomeno.
Eppure tu sei apparso, una notte come tante, in un delirio di una notte di fine Estate.
Sei apparso e mi hai salvato.
Salvatore ed aguzzino assieme-

Ed io ti odio.
Ti odio per ogni singola cosa che fai. Per ogni volta che ti presenti alla mia porta con delle rose, con dei soldi, con una proposta, con una promessa.
Ti odio perchè non riesco ad alienarti dalla mia vita.
Mi odio perchè è la cosa che vorrei più di tutte.
Vorrei che con lo stesso radicamento con cui sei entrato ne uscissi.
Se non riuscirai tu ad uscirne ne uscirò io.
Manca poco.
Luglio non è poi così lontano.
Manca poco all'immatricolazione.
Ho deciso di lasciare la mia Milano.
Almeno per un paio di anni.
Ho deciso di incamminarmi sulle strade di altre città che per ora incarnerebbero meglio la mia tranquillità, che potrebbero rendermi più serena e meno instabile emotivamente.
Ho bisogno di una città in cui nessuno mi conosca, senza correre il rischio di incontrare qualcuno di indesiderato. Voglio un luogo dove isolarmi ancora di più, dove non debba esistere l'obbligo di incontrare persone, dove potrei bastarmi da sola.
Luglio non è così lontano. Devo solo scegliere dove alienare ancora di più la mia persona, disperdendomi con la stessa facilità con la quale ho scelto.
Forse sto dando anche troppa importanza alla scelta di questa facoltà.
Se alienarmi è davvero quello che desidero, di sicuro non sarà un ateneo ad impedirmelo, o a vincolarmi.

lunedì 30 marzo 2015

Key-word: Bangladesh

Quando si dice lo scorrere inesorabile del tempo..."Tomorrow" has gone.

Tutto è cominciato fin dalle prime ore del mattino, nelle quali con la più grande noncuranza mi sono appollaiata sul divano a visionare "il sogno dell'alieno" un "film" su un'agenda politica che mette in evidenza  6/8 punti sui quali i partiti potrebbero trovarsi finalmente d'accordo.
Diciamo che l'ho trovato interessante sotto molti punti di vista.

Come sempre, però, mi perdo nei miei racconti, volendo aggiungere particolari, dimenticandomi il vero tema di questo post: l'incontro con F.
Dicevamo: finito il film, mi sono lavata, truccata, sistemata con la speranza che i capelli da matta che mi ritrovo stessero al loro posto. 

  1. Vestito nero ( as usual...l'ansia di una settimana su quale vestito mettere tra i 300 che possiedo, è ricaduta  sul solito vestito col pizzo nero, quello che la mia Topa dice essere il mio evergreen).
  2. Tacchi rosso fuoco laccati ( non avrei mai osato mettere lo stiletto giallo e nero...che adoro...ma forse un rosso che male avrebbe mai potuto fare?).
  3. Braccialetto rosso e argento.
  4. Giacchetta nera elegante ( sempre piena dei peli del GianFilippo...anche a spazzolarlo ed a spazzolare i miei vestiti non c'è nulla da fare: i suoi peli sono sempre presenti. )
  5. E per finire il super cappotto che fa sempre la sua figura ( nonostante mi faccia sembrare più grassa di quanto io non sia di mio).
Prendo armi e bagagli e mi dirigo verso la stazione ripetendomi il mantra del giorno: " O la va, o la spacca". (Come se non fossero bastati i giorni vissuti con l'ansia più grande di questo mondo).

Scesa dal treno, cerco il numero del binario sul quale arriverà il "Torino P.N."
Lo aspetto.
Sono solo 5 minuti, eppure sembrano i 5 minuti più lunghi della mia vita. 
Un'attesa indescrivibile.
Il treno comincia a svuotarsi,  piano piano compaiono persone sorridenti, tristi, puzzolenti, frettolose.

Poi arriva lui, mentre lo guardo mi viene da ridere. Tiene la mano in una posizione assai strana, che la mia mente malata associa alla manina del maggiordomo di Scary Movie. Essendo miope non ho notato la sua tracolla tenuta con il braccio che ha causato il mio pensiero. Rido. Perchè è una delle cose che meglio mi riesce.

In un'impeccabile  giacca blu, tono su tono, si fa avanti questo moro. Il Signor F.

Mi colpiscono subito i suoi occhi, incorniciati da capelli corvini, nocciola con cromatismi iridei. Con la luce toccano anche sfumature verdi e gialle.


Ci dirigiamo verso una meta non ben definita, cercando di spezzare il ghiaccio con un poco di brio che non guasta mai,  poiché nonostante tutti i programmi ho deciso di cambiare i piani la mattina stessa, di finire a mangiare sushi sui Navigli, assistendo ad un paio di scenate comiche su scontrini non emessi e di proseguire per il Castello Sforzesco facendoci spazio tra le mille bancarelle.
Il sole ha coronato la giornata, rendendo questa mia Milano colorata persino nel suo grigiume.

Così come le parole, piene, vere, sincere.
Così come una bruttissima rosa tra le mie mani giace in attesa di essere gettata. Acquisto indesiderato da un "Bangladesh".

Su quella panchina osservo per minuti interminabili quelle mani, il colore di quella pelle, quasi ipnotizzata.
Noto qualche neo tra la peluria delle braccia. La trama, del tessuto, dei suoi pantaloni cobalto.
Finendo sulle scarpe di cuoio traforate.

Spezziamo il silenzio con una camminata, sui miei piedi doloranti ( maledetti tacchi), eppure sarebbe stato così semplice tirare fuori dalla borsa il cambio di scarpe, ma sarebbe stato davvero poco elegante come gesto (ebbene si F. avevo un paio di scarpe di ricambio come fanno le "inglesi").
Mi tengo quel rosso ai piedi per 7 ore, sulla strada per il Duomo, mentre io penso solo a non cadere e slogarmi una caviglia, lui interrompe questo momento chiedendomi se non fosse troppo indiscreto potermi dare un bacio. Mi ha sorpreso. Non me lo sarei mai davvero aspettata.
Un bacio timido ed imbarazzato sulla guancia. Che mi ha fatto sorridere per la sua tenerezza.
Riprendendo la metrò, finiamo in Centrale a sorseggiare the ( si io dico THE e non TE'), sul terrazzone della Sky.
Inesorabili  le ultime battute, le ultime risate, le ultime parole chiudono questo incontro.
Ci salutiamo e ci lasciamo col senno di poi.
"Ci rivedremo". "Certo". "Quando passi da Torino fammi un fischio." 

Non so davvero come descriverlo.
Non mi è dispiaciuta come giornata anzi, mi sono divertita un sacco.
Al signor F. ci tengo ed anche se non so definire che tipo di affetto sia, è qualcosa di presente, che ti emoziona quando leggi un messaggio, come l'attesa di una risposta, come l'arrossire ad un complimento.
Quello che mi ha comunicato in un intero anno, oggi è stato riprovato. Non ho sbagliato nella mia analisi, se così la si può definire in qualche modo. Il Signor F. è un uomo pieno di sorprese, portato per il riso ed il diletto, per la calma e la gentilezza. Fascinoso, semplice ed a modo. 

Il mio pronostico( del post precedente) non lascia dubbi sul decorrere futuro.

(questo post è stato scritto già sapendo come sarebbero andate le cose con F. eppure non ho voluto lasciarmi condizionare dalle sue parole, seguendo solo le emozioni che provate ieri).

sabato 28 marzo 2015

This inexorable time, is beyond us, we are left in a past from which we would like just to get away.


[..]

And the wind blows from the east And the trees undress

Leaning a bit '.
And I smoke 20 cigarettes
Watching you on photos that I
I do not forget.
[...]
Above a piano It scatters my mind
even if
I think I feel good
And I hope you are happy
Like me.
[...]
I want to walk only with me
[...]
And I think we were just small steps
Going in two different directions
And if you tomorrow you were here
It would be nice to tell you basically okay.
Tomorrow is the Day.
Tomorrow he will come here.
Tomorrow he will come to see me in this magic city.
Where I live. Where I breathe.
The same city in which I read, for the first time, his messages.
The city where we smiled together.
Tomorrow is too close.
There are only a few hours left.
Fourteen hours.
These "white meetings " have always been so easy for me.
I've never been so stressed.
Yet, this time I continue skidding with thoughts.
I already know how it is going to be. I know that between us won't born something at all.
I know that we said a lot of nice words and we aren't meant to be together.
We are more than friends, but not enough to be anything else. Or better to be something true.
Pure and sincere love.
Tomorrow we will have fun.
Tomorrow we will meet at the Central Station of Milan.
Tomorrow will come to life the man of my nocturnal post, that for a whole year kept me company, Suggested me, comforted me, listened  to me,  cheered me , excited me.
The man who reminded myself of the values of relationships, of havin' a family.
The one who opened my eyes to the simplicity with which you should live. 
I do not know why I am so anxious this time.
I am aware of appearance.
I am aware of my kilograms.
I am aware of what I'm worth.
I am aware of it.
Otherwise he wouldn't want to meet me, but I'm also afraid of this meeting. 
I don't know why I would like to please him.
I know that things will not go as we imagined. 
What the fuck is going in my mind?
I'm mad.
I wanna scream and understand why I'm thinking so pessimistic.
We won't meet again after "tomorrow". But that's okay. 
We will text a couple of times to custom. To be polite.
That's all.
As they say in my country: it was nice while it lasted.
It passes, like everithing.
This inexorable time, is beyond us, we are left in a past from which we would like just to get away.
It has gone. But that's okay. 
It had to go well, like a river of emotional feelings. Inexorable passage to an
undefined destination . Although it is not yet tomorrow, my dear, I already know how things are going. It has been  a pleasure to meet you. To talk to you. To Hug you.

Auguri Guerriero.

E attendiamo. 
Ma attendiamo cosa poi? 
Cosa sono quattro mesi? 
Cos'è un anno?Cos'è un mondo senza speranze? 
E tu cosa sei ora? 
Dove sei? 
Strano, strano lo è sempre stato, ma lo è ancora di più a distanza di mesi, sentire la tua voce, vedere la tua immagine da rota, alla siesta, da walter. 
Ti vedo lì, col tuo bicchiere, che mi dici "Ciao Kim, tutto bene...?..e Giò?". 
Mi viene quasi da risponderti. Ci provo. Non mi senti. 
Mi fissi col sorriso stampato in faccia, lo sguardo ridente perso nel vuoto. 
Rinsavisco dalla mia "apparizione". 
Mi vengono gli occhi lucidi. Scuoto la testa.
Scaccio via quel pensiero. 
Tu sei nei nostri cuori. 
Tu esisti ancora. Sei vivido. Sei un ricordo tangibile. Percepibile. 
Questo per dirti e ricordarti. Questo perchè tu non rimanga solo l'amico perso. 
Perchè io non ti ho perso. Ti porto nel cuore. Lì ti troverò sempre. E quando ne avrò bisogno ti verrò a cercare. So che ci guardi  tutti. Ci spii e mi sa che ti diverti anche a vedere quello che combiniamo ed a scoprire cose che mai avresti immaginato.
Ciao Guerriero!! Passa una buona serata. E ricordati che qua sei sempre il migliore!!!!!!! 
Emoticon heart

mercoledì 18 marzo 2015

Paese che vai...Sti cazzi che trovi.

Thessaloniki un fico secco.
Hotel "Capsis 4 stelle" un paio di grucciole.
Vista sul mare???? Vogliamo parlare dei  fluidi "non meglio identificati" sulla superficie dell'acqua?

La mia "escursione" non ha maturato i frutti desiderati. 5 Giorni grigi, passati in un luogo dimenticato da Dio.
Pensare che sia la seconda città della Grecia, con una popolazione pari a quella della mia Milano, fa solo venir voglia di piangere.
La desolazione regna sovrana.
La crisi non è tangibile, ti prende proprio a mazzate in testa appena metti piede fuori dall' hotel.




 "manutenzione
" conservazione" 
"preservazione"


Termini sconosciuti alla popolazione ellenica.
L'impatto con l'arretratezza è tale da lasciare sbigottiti, così quanto la totale assenza di regolamentazioni.

Nonostante la vista che ci riservava la stanza, una delle più ampie e belle dell'intero stabile, la nostra "abitazione" momentanea non è stata poi così male. Almeno le lenzuola erano pulite, il frigor non puzzava, e gli asciugamani erano cambiati con regolarità. 

Per chi non lo sapesse, la Grecia, ha un "problema" con le fognature. Se mai vi capitasse di soggiornarvi, non spaventatevi se vedete scritto in ogni servizio ( toilette) di gettare la vostra "paper toilet" nel cestino al posto che nel water. Si potrebbe otturare, provocando la fuoriuscita di acqua e fluidi " meglio identificati"...
Come se non bastasse tutto il disagio fino ad ora subito, il cibo era davvero pessimo. Tolto un pomeriggio passato alle Tombe di Virgina, dove abbiamo mangiato in un ristorantino caratteristico del posto, abbiamo ripiegato su patatine, mandorle, pomodori, mele, e sulla colazione internazionale.
Fino alla scoperta della bellissima piazza Aristotele,che ricorda molto Torino, solo degradata, dove i "maestri pasticceri"( fornai di paese) ci hanno deliziato con crepes, waffles, torte di pasta sfoglia alla crema di limone...Trip all'insegna del Junk Food.
Il nostro disappunto si è smorzato all'interno dei musei, dove la bellezza dei mosaici, delle statue( che hai voglia di toccare per sentire se davvero son  fatte "pietra" e non di carne), dei gioielli ricchi di minuziosi particolari ( e ti domandi come ci siano riusciti) è riuscita a lasciarci senza fiato.

 Un ringraziamento non può non essere fatto alla guida Maria Elena, che ci ha seguito per l'intera permanenza a Thessaloniki, arricchendo il nostro bagaglio culturale con le curiosità più disparate.


 Dopo tutta questa negatività, qualcosa di positivo devo dirlo per forza, e non si tratta di una
questione di bonismo, perbenismo o come lo vogliate chiamare, si tratta semplicemente della pura verità. I Greci sono un popolo caloroso, accogliente e molto ospitale. Amano stare in compagnia e coinvolgere tutti con risate, col cibo e con la loro cultura.

E come mi ha detto il tassita " Free mind" riferendosi pure al sesso....offertomi come il migliore del mondo..."greece men are the best in the world...you know, we are a free sex machine". 

La vita notturna si concentra in pochi locali, supermoderni, ma quello che conta di più di mio gradimento, poichè tutti d'impronta Rock. Noi abbiamo preferito rimanere in camera, anche perchè il centro era a 20 minuti di strada dal nostro hotel e non ci fidavamo molto ad uscire da sole.
( pieno di Rockers e Toffa in giro...zero mendicanti, qualche zingaro)

Ho apprezzato che tutti, dal più povero mendicante, al meglio vestito cittadino, conoscessero l'inglese.  La cosa mi ha stupito molto.  La fluenza, quasi fosse una seconda lingua.
A Thessaloniki ci lascio un pezzo di cuore, ci lascio quella parte di me che ha sempre desiderato visitare la vera Grecia. Quella parte di me che alle medie si impuntò di studiare il greco in un futuro, per poi abbandonare l'idea del Liceo classico per quello scientifico, dove il greco nemmeno si sa che cosa sia.
Quella parte di me che ama la mitologia e tanto altro...

Nella foto un'opera d'arte...secondo me, dopo i murales sparsi per tutta la città, disegnati su tutti i palazzi ( fino al 12esimo e più piano) una delle più belle e significative, non che rappresentative della città di Salonicco.
Cara cittadina....è stato bello finchè è durato, ma a mai più rivederci.







mercoledì 4 marzo 2015

Escursionando....


Chi avrebbe sentito parlare di Ettore se Troia fosse stata felice?” [Ovidio]


Partenza fissata per lunedì 9 Marzo, destinazione : Salonicco.

Salonicco, Grecia.
Non so niente della Repubblica Ellenica, giusto qualche accenno dagli scritti di Virgilio ed Omero, un poco dalle ore di Geografia e Storia, alle Superiori ed un altro po' dalle proiezioni di film e documentari.
Sta di fatto che tra pochi giorni farò una full immersion nel mondo greco.
So già che mi divertirò, forse mangerò poco ( il che non mi farebbe male) ma è il minore dei mali mi dico.
Il dubbio maggiore è sorto questa mattina, mentre guardavo il borsone ancora da riempire ed ho fortemente desiderato  essere uomo. Perchè non è cosa da poco sapere che infilare in valigia o meno. Ed essere uomo mi avrebbe di gran lunga facilitato il lavoro. 
Perchè diciamocelo con:
  1.  tre paia di jeans;
  2. cinque di mutande;
  3. quattro  magliette;
  4. due felpe;
  5. dei calzini;
  6. un giubbotto;
  7. un paio di scarpe;
  8. vari ed eventuali suppellettili;
un uomo ci fa una settimana intera(ed avrei ancora dei dubbi sull'intimo). Per loro è tutto così più semplice, ti metti addosso la prima cosa che ti capita e riesci pure a passare per un "Gran-Figo-Indie", alla Ryan Atwood, gli altri cosa vuoi che ne sappiano che ti sei vestito "a cazzo".


Per noi donne, invece, non è così semplice,  si comincia giorni, se non settimane prima stillando nel migliore dei casi, solo, una lista:

  1. Salviettone/i ( metti che l' hotel non l'abbia);
  2. Intimo da cambiare almeno due volte al giorno;
  3. Reggiseni almeno un tre più uno di riserva, magari quello più carino, si sa mai che si incontri l'Ulisse della situazione;
  4. Viene il momento di scegliere dei comodi jeans o dei comodi leggins, io preferisco i leggins quindi : tre paia di leggins;
  5. Che indossiate jeans o leggins poco importa, quello che conta è che sopra a sti benedetti "vestiti per gambe" voi dobbiate pure metterci qualcosa, e qui cominciano le difficoltà: quale tipo di maglietta è più ideale? Corta, lunga a coprire un poco il sedere, canottiere? E se, e ma?Non lo so, questo dipende molto dalla corporatura di ogni donna e soprattutto dalla comodità con la quale si è abituate;
  6. Vestitini ( sarò mica l'unica sfigata che va in Grecia e non esce almeno una sera)
  7. Scarpe (????' [....] ??????)
  8. Trucchi
  9. spazzole
  10. creme
  11. profumi
  12. smalti
  13. ETC ETC
E ancora non ci basterebbero tutti questi oggetti. 

Sono sull'orlo della disperazione. Però poi penso che io sono abituata sempre a mettermi i vestiti.
Quindi sei Vestiti potrebbero anche bastare, cinque paia di collants variopinti, intimo e reggiseni, scarpe rigorosamente COMODE ( voglio vedere io chiunque a fare escursioni con dei tacco 15), trucco basic ed il famosissimo salviettone. 
Nonostante ciò riuscirei lo stesso a sembrare una sciattona, perfino essere scambiata per una mendicante. Una senzatetto ellenica. Il top.

Intanto la mia valigia rimane sfatta, lì sul parquet a guardarmi.


lunedì 2 marzo 2015

Far Away

Perchè noi avevamo i nostri Mercoledì...e i Sabati..
E ora cosa abbiamo? Un paio di messaggi, un giorno a caso, ogni due settimane.
Ci siamo perse in due mesi. Come ci si fa a perdere?
"We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year"

L'erba. Il primo odore che sento appena mi alzo sui palmi delle mani, è quello dell'erba.
La sento stuzzicarmi le gambe scoperte, la sento infiltrarsi nei calzettoni.
Lo sguardo riprende forma, distinguendo i colori della natura.

Divido simmetricamente il bianco, l'azzurro, il verde e il marrone.
Mi alzo in piedi.
Subito. Di fretta. 
Metto in spalla lo zaino.
Ne ho uno marrone, di quelli grossi da campeggio.
Ma io non ho mai fatto campeggio.
Comincio il cammino.
Vedo un piccolo sentiero in mezzo alla vegetazione.
Mentre mi avvio, faccio scorrere i polpastrelli sulle spighe di grano selvatico.
Mi pungono.
Mi sfrego le dita, quasi fossero piene di aghi da togliere.
Discendo una collina.
Vedo un gruppo carico di zaini da campeggio.
Penso che dovrei fare parte anche io di quel  gruppo, penso che potresti esserci anche tu li.
Non ti vedo in realtà. Il non vederti mi spaventa. E più ti cerco e più mi sembri anche tu un ologramma di vita passata.



"Vorrei una donna che mi ami almeno la metà di quello che mi ama mia madre" cit F.



Voglio essere amata. Di un sentimento vero viscerale. Non "vorrei", io proprio lo esigo.
Pretendo di essere amata, con quell'amore che si fa in due.

Colpo di fulmine. Innamoramento. O come lo si voglia chiamare.
Un amore sincero, del quale anch'io possa sentirmi parte.
Un amore con la "A" maiuscola.

Vorrei lasciarmi andare.
Vorrei che mi vedesse per quello che sono, che esplorasse le mie fragilità ed i miei punti di forza.
Vorrei che vedesse in me l'unico porto sicuro in una notte di tempesta.

Voglio che mi scriva delle lettere. Lettere che abbiano il profumo delle sue mani, della sua colonia. Lettere con l'inchiostro sbavato dal sudore. Lettere che odorino di sentimenti.
Parole ricercate o spontanee come un sorriso.
Rimanere in attesa del postino, in attesa della consegna, la consegna dell'amore.

domenica 22 febbraio 2015

Arbusti senza il bene di un lampone.

La vita è fatta di casualità, legata a una catena di sé” 



Conosco questo ragazzo online, come tutti gli ultimi casi umani a cui son riuscita a legarmi, o perlomeno con cui son riuscita a comunicare senza stancarmi.
Un certo Mg.
Aveva nelle parole la leggerezza, la semplicità, forse era proprio quello che volevo: sentire la testa volare.

Che fosse bello non ci piove, simpatico lo era, di poche parole anche (come piacciono a me) e pure un poco zerby cosi da potermelo gestire al meglio. Non è che fosse chissà quale Mente brillante, ma sapeva farmi ridere, tranquillizzare, riusciva a farmi sentire al sicuro e persino a modo suo voluta bene.
Ci sentivamo spesso. Lunghe telefonate fino a crollare sul cuscino nel mezzo della notte.

Ci ha messo  un bel po' a chiedermi di uscire, quasi un anno.
(Dico io, ma ci vuole un anno intero a chiedere ad una ragazza di uscire?)
Alla fine decide di farlo il  giorno del suo 28esimo compleanno. Siamo solo io e lui, in un pub irlandese, una pioggia grondante sorrisi ci tiene compagnia nella notte.

[---]

Cominciamo a passare un bel po' di tempo assieme, viaggiamo da una parte all'altra della Lombardia.
Ogni locale in cui volessi andare lui mi ci portava.
Andiamo in montagna, al ristorante, ai festival, ai concerti.
Mi invita al mare dalla zia, che ama cucinare come me e non vede l'ora di conoscermi per poter cucinare assieme.
Suo padre lavora all'estero, non lo vede mai. Sua madre è un poco lunatica come la mia. Per giunta anche una fervente credente in : "moglie e buoi dei paesi tuoi".

Stacco completamente la spina dalla vita che faccio, la stacco per mesi interi, la stacco fino a dimenticarmi chi sono. Quello che facevo, in qualche modo mi faceva stare meglio. Mi uccideva senza farmi morire.

Nel mentre si fanno discorsi del tipo: "Non ti devi legare a me" "Le cose vanno prese così come vengono, senza programmare troppo" " qua si sta bene cosi perchè dovremmo fasciarci la testa" "Tanto noi siamo solo amici non è vero?" 

Un po' lui, un poco di più io cominciamo a credere vivamente a queste parole.
Le facciamo nostre, finchè non cominciamo a ferirci a vicenda.

Un giorno gli dico che lui finirà per innamorarsi di me, finirà per scrivermi piangendo ed io non sarò più li . Si mette a schernire le mie parole con risate molto giocose ed impertinenti. Io lo ammonisco dicendogli "vedremo noi come andranno a finire le cose"

-“ma per arrivare a quel niente c’è voluto così tanto. È un attimo. Ma è l’attimo in cui lui è esattamente dove vuole essere e fa esattamente quel che vuole fare” 

Lui ha fatto esattamente quello che ha voluto. Anche con altre.
Non lo recrimino, chi sono io infondo per farlo.
Non mi piango addosso, anche io ho i miei altarini per via di Giò.
Si è sentito di farlo e se è stato bene, se si è sentito appagato dopo essersi svuotato lo scroto, chi sono io per giudicare.
Ho atteso pazientemente come Giobbe che le emozioni si facessero più forti, finchè .....

Una sera, per pura casualità usciamo assieme ai suoi amici, a cui mi vuole presentare. 


In particolare al suo carissimo " The Bro", il fratello mancato, uno dei pochi veri amici, etc.etc. ( varie descrizioni di questo amico, dei posti che hanno visitato assieme, delle esperienze vissute e tante altre informazioni).
Era Marzo in un pub nell'Interland. Tra i suoi compari c'è un certo W95,
Non immagino che possa essere lui "The Bro".
Cominciamo a parlare, ce la intendiamo, anche se ci punzecchiamo un pochetto. Due facce della stessa medaglia. Uno di Rifondazione Comunista e una di Casa Pound. 
Siamo apposto mi dico. 
Parliamo di Dracula, della scelta tra Boxer e Slip, la passione per la montagna ( sua ossessione), per il miele, per le candele, per le tisane, per i libri, per la musica, etc
Ci ribecchiamo altre volte, monopolizziamo le conversazioni, ma nulla più.

Tra me ed Mg le cose sfumano molto rapidamente. Io ho le mie pare per la mente e lui non riesce a crescere. Gli dico che ho bisogno di un sostegno morale, non di un bambino da accudire che non si sa assumere le proprie responsabilità. 
Nel mentre, litigo con mio padre che mi taglia i fondi, con Giò, con mia madre che sta dando i numeri. Ho problemi nello studio e rischio di perdere l'anno. Subito lo mando a quel paese. Lascio che tutto mi scorra addosso come se non mi importi nulla. Ho finalmente riattaccato la spina.

“vorrebbe avere più tempo...”

Lui vorrebbe avere più tempo, vuole una relazione con me. Io non riesco a vivere per me stessa, devo decidere cosa fare con Giò, figuriamoci per un altro. Ci avevo creduto per un momento. Avevo sperato che le cose potessero funzionare tra di noi.
Smettiamo di vederci, smetto di rispondergli al telefono. Ai messaggi. Alle E-mails.
Eviro ogni tipo di contatto. 

A luglio gli scrivo sotto ai fumi dell'alcol. Gli dico che mi spiace. Che abbiamo sbagliato entrambi. Che non doveva andare cosi. Che lo odio. Gli riverso addosso tutto il male che ho dentro.

Giò mi mette le mani addosso. Non ricordo nemmeno bene come succede, so solo che era fine Luglio, da li a una settimana sarei andata a Mantova un paio di giorni. 
( Ne parlo con freddezza e molte volte non riesco a rendermi conto che parlo di me, della mia vita, non di un astratto individuo, di quello che ho vissuto, non della recensione di un film, Mi dico che forse dovrei provare più emozioni, che forse dovrei un poco vergognarmene, o nascondere il tutto. Abissarlo.)

Chiamo Mg, l'unica persona che vorrei avere accanto. Non gli dico la verità. Scoppio a piangere, mi abbraccia per ore, senza dire niente. Solo non capisce perchè io sia tornata dopo mesi. 
Poi mi decido a parlare. Rimane impassibile. Non dice nulla. Non emette nemmeno un suono. Non volevo mi compatisse di certo, ma almeno una domanda. Un'affermazione. Un suono gutturale.

Vorrei avere più tempo, vorrei avere un'emotività maggiore. Non ci riesco.

Smettiamo di sentirci con la stessa regolarità con la quale lo facciamo. Scandiamo il tempo in mesi. Un mese ci sentiamo tutti i giorni e l'altro ci ignoriamo completamente.

Si fa Ottobre, e per caso comincio a vedere qua e là dei "mi piace" e dei commenti alle mie foto da parte di W95, commenti sarcastici, ma pur sempre presenti.
Odio che mi si commentino le foto e gli scrivo in chat. 
Cominciamo a parlare come se non ci fosse un domani. Il tempo comincia a non avere più importanza. Ci siamo solo noi e questo fiume di parole.
Inizia un periodo super. 
Lui è uno stronzo patentato, ma anche io non sono da meno.
Ci scriviamo dalla mattina appena svegli, alla notte fonda quando andiamo a dormire.
Questo finchè non decidiamo di vederci. Di rompere con questa "farsa".
.
Passiamo una serata normale, molto semplice, come se ci fossimo sempre frequentati. Ci conosciamo, ridiamo un poco. Non ci tocchiamo però. Ci fissiamo molto. Mangiamo assieme ( premetto che mi dia fastidio mangiare davanti agli sconosciuti, ma con lui mi viene naturale...) beviamo una birretta, appena la finisce mi dice: "Di solito a questo punto mi invento un impegno per andarmene, ma con te non mi sento di farlo, per ora."
Passano 7 ore, e mi porta pure fin sotto casa.
Mi "regala" un libro di poesie.
 " Le poesie" di Cesare Pavese e ci lasciamo col senno di poi.

Sia Mg che W95 mi invitano ad un pranzo, lo stesso giorno, 21 dicembre, tutti assieme, tra amici insomma. Mg non sa di quello che sta succedendo tra me e W. Quindi decido di non andarci, per non ferirlo, anche perchè mi ha confessato da poco di andare dallo psicologo per colpa mia.
Confesso a W il mio disagio, il quale si indispettisce molto e smette di parlarmi. Credo sospetti che tra me e Mg ci sia ancora qualcosa, infatti continua a chiedermi se io sia interessata o meno a riprendere la frequentazione.
Smettiamo di sentirci tutte le sere. Si ritorna alla vita di prima. Per mesi.
[---]

La sera prima che parta per la Romania, mi manda un messaggio:

"Ricordami un po' quando parti, se non sei già partita. Buon viaggio."

Ora io mi domando, ma a uno a cui non gli frega un cazzo di te, che cosa gli balena mai  nella testa di scriverti dopo settimane per augurarti una buona partenza? Che poi si è anche ricordato la data esatta.

[---]

Riprendiamo a sentirci, e oramai son passati giorni.
Gli rispondo con tranquillità, senza ingarbugliarmi nelle parole. Senza paranoiarmi.
Con molta più serenità. Così come se per me non ci fossero peli sulla lingua a trattenermi. E lui sembra più tranquillo. Più spontaneo. Prendo tutto come viene, senza pretese, perchè così è meglio.
Non sono certa di voler approfondire le cose tra di noi, in questo momento vorrei concentrami su me stessa, evitando qualsiasi tipo di legame emotivo labile.


Siamo come arbusti senza il bene di un lampone. Ci nutriamo nello stesso terreno, della stessa acqua, dello stesso sole, ma entrambi guardiamo a quei lamponi che tardano a spuntare.




lunedì 9 febbraio 2015

Tour de Force made in Romania





"Adesso capisco perchè lo chiamino il Paese di Dracula! ... Non atterreremo mica in un campo vero?"

Tutto è cominciato cosi...
Un viaggio breve quanto intenso, più di una volta definito da entrambe un "tour de force". 
5 giorni assurdi...dall'originale sabato allo stremante mercoledì...
Sono partita con UN'ALTRA LEI, sono tornata a casa mia.
Alla casa dove sono nata, nel paese dove i miei polmoni han respirato l'aria per la prima volta.
Abbiamo girato come trottole, scoperto una realtà molto diversa da quella in cui viviamo e da quella che ci viene presentata dai Media. Siamo riuscite, a modo nostro, a relazionarci con persone interessanti e apprezzato il ritorno ai bellissimi anni 80...

La riscoperta del Dio Pan..

Un ritorno al passato, a quel passato in cui tutto sembra più semplice, in cui basta poco per divertirsi e farsi quattro risate. Perchè non conta il posto, conta la compagnia.

Quel posto dove la lingua che fa da barriera viene superata da una risata, uno sguardo, un succo e una cioccolata.
Avrei molto da scrivere, da raccontare, un oceano di parole non basterebbe a descrivere questo "regalo" particolare che ci siamo fatte, perchè tutto quello che si doveva esprimere con le parole, già ce lo siamo dette. 

So che mancano ancora poche ore alla fine di questa giornata e che io non riesco a mettere di cancellare e riscrivere questo post. Avrei molto da dire, da raccontare, da condividere sul blog, ma riesco solo a cancellare tutto. Son ricordi che voglio tenere per me. Ricordi di cui solo la memoria terrà conto, di cui solo le foto faranno testimonianza.

So che ci metto sempre una vita a ricordarmi le cose, eppure nonostante tutto, il banalissimo "Auguri" di questa mattina non poteva bastare a descrivere cosa vorrei dirti. A te che mi sei amica e compagna di mille avventure. "Meglio che sorelle" ci è stato detto da uno sconosciuto.
A te che ringrazio di averti incontrata sul mio cammino. A te che sei entrata a far parte del mio Blog. A te che hai respirato la mia stessa aria.

giovedì 5 febbraio 2015

" A volte ritornano..."

-"Buttale fuori! Le mie cose ti han sempre dato fastidio. Adesso puoi gettarle fuori"
-" Sei matta? Che stai facendo...chiudi quella finestra. Ti pare che mi metto a gettare delle scarpe fuori dalla finestra?"
-" Se non lo fai tu, lo faccio io! Gettale fuori!"

Sono troppo impulsiva e cosi ho buttato fuori dalla finestra le mie scarpe. Come avrei voluto gettarvi tutto ciò che minimamente mi lega ancora a Giò.

" A volte ritornano..." il problema però è quando non se ne vanno rimanendo nell'ombra ad attendere pazientemente...e scrutando ogni tua mossa


Mi metto a pulire le cozze, con Renga nelle orecchie a random : "Il mio giorno più bello del mondo".
Le cucino con pomodori freschi,aglio e vino bianco. Le sguscio e le guardo soddisfatta. La cucina è una delle poche cose che mi dia ancora una minima soddisfazione.

Mi lavo e corro a prendere la metrò, direzione : Cadorna.

Passo "all night long" tra Cadorna: Bar Magenta. Colonne. Navigli: tongue. Porta Genova. Barona.
Per ritornare a casa alle 11 del giorno dopo. Smettere di bere alle 9 di mattina. Ridere ilare della stupidaggine che mi circonda. E mentre ritorno a casa, con qualche livido in più e qualche soldo in meno mi rendo conto di quanto ami questa mia Milano. Di come ci si possa divertire con gli estranei, di come essi mi abbiano compresa meglio dei miei  amici, di come son stufa della vita che faccio e di come ce la farò ad andare avanti.

Giunta a casa dormo. Dormo per ore.

mercoledì 28 gennaio 2015

Chubby Girls Cuddle Better

Modella per un giorno
.
Mesi or sono, navigavo tranquillamente su Internet e mi venne suggerito questo annuncio : 
"CERCASI MODELLE CURVY PER  CALENDARIO DELLA ________, CASTING MILANO:( DATI AI QUALI AVREI DOVUTO CORRISPONDERE)
invia una e-mail a:_________ con una breve descrizione e due foto. "


La mia mente bacata  cosa mi avrà mai potuto suggerire di fare?
Decisi, dunque,  di inviare una e-mail, quasi per gioco. 
Passato più di un mese, ed essendomi anche scordata di tale aberrazione, mentre controllavo la casella postale trovai questo:

"Sei stata selezionata tra più di 2000 ragazze da tutta Italia per partecipare al casting che si terrà a Milano, in via Ripamonti n°___ il giorno 25....etc..etc.. "

Quasi non riuscivo a crederci. Avevano selezionato me. ME. Ci rendiamo conto? Ero stata selezionata tra quelle donne, io ero tra le 50 finaliste del casting...

Un riscatto mi son detta.
Riscattarmi per tutte le volte che mi son sentita inadatta per il mio peso. Per tutte le volte in cui i vestiti non mi son calzati a pennello. Per tutte quelle volte in cui guardandomi allo specchio  non ci ho rivisto la ragazzina che ero.  Devo capire che son passati 4anni, e io non tornerò più ad essere cosi.
Per tutte le volte in cui ho creduto di non essere BELLA!
Per tutte quelle volte che mi son sentita davvero GRASSA!

"Fai vedere quello che vali!" mi son detta.

Arrivata la mattinata, superata l'ansia con cui vivo e costretto la mia amica ad accompagnarmici, mi son ritrovata davanti delle ragazze meravigliose, inserite nel mondo delle "Curvy Models" e più agguerrite di quanto non abbia mai potuto credere che potessero essere.

Tutte le mie certezze fino a quel momento erano sfumate. Quel briciolo di self-confidence che avevo è volato via.
Guardavo ragazza dopo ragazza, spogliarsi, indossare il suo "miglior abito" e sfoggiarlo al meglio. Sorriso. Posa. Scatto. Altro abito. Altro sorriso. Altra ragazza.
Finché non è toccato a me, finché a fare le foto non ci son dovuta andare anche io.
Finchè non mi son cambiata anche io e mostrato il mio miglior sorriso.
Sarei solo voluta scappare.
"Che cosa ci facevo io li?"
Le ragazze come me devono usare il cervello, non il fisico!

Io sono una MENTE mi dico, modestamente, non un CORPO.

Eppure anche io son stata per qualche minuto sotto ai riflettori. Anche io son stata intervistata. Anche a me son stati fatti complimenti per la mia bellezza. Per qualche istante l'attenzione dell'intera stanza è stata concentrata su di me. EGOCENTRISMO allo stato PURO.

 XL. XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.XL. XL.

Mentre stiravo oggi pomeriggio, mi son soffermata con lo sguardo sulla taglia della mia maglietta.
Mi son sentita a disagio. Poi mi son ricordata di mesi or sono, quando mi ero convinta che essere Plus Size fosse una cosa stupenda. Perchè anche io a modo mio valevo come donna!!!! 


venerdì 23 gennaio 2015

Un ologramma di vita passata


Nella mia mente, questo Venerdì è pieno zeppo di parole, di idee, di pensieri, di lunghe storie ed infinite descrizioni.

Sento la necessità di scrivere. Spengo l'acqua, afferro l'accappatoio, mi asciugo e corro a letto. Prendo il PC in braccio, lo accendo, cerco " WinterRain": nuovo post : "Un'ologramma di vita passata." Continuo a fissare il foglio bianco per minuti interminabili, cercando un qualcosa di davvero valido da essere raccontato.

Una crescente antitesi, fra la voglia di scrivere ed una tacita imposizione, si fa piede nelle mie viscere.

Come ogni giorno a Mezzanotte, son seduta nella doccia, insaponandomi la pelle, sfioro macchia dopo macchia, scrutandola con sospetto. Prendo la boccetta dello shampoo , ne verso un po' nella mano, è azzurro,  lo spalmo tra i capelli. 
Comincio a massaggiarli, a sfregare con forza la cute. Li risciacquo. Cadono a centinaia coprendomi di corti fili, una veste di impalpabile crine.
Comincio a piangere.
Non ne posso più. 
Vorrei solo avere una camera asettica in cui rinchiudermi.
Una camera dove niente e nessuno possa entrare ad intaccare la mia esistenza. Ho una paura folle della vita, "di quello che verrà e di quello che sarà preda dei venti "( cit.). Ho paura di non essere all'altezza. Di non arrivare nemmeno a quell' " altezza" che tanto bramo.

L'ultimo anno è stato, un passatempo unico, speso per studi medici.
Visita per il problema A, visita per il problema B, visita per il problema C.
Alternati quasi come se non ci dovesse essere un giorno lasciato libero dal Signore per poter credere e sperare di avere una vita quanto più normale.
Vero anche che la normalità sia soggettiva, ma la salute no. La salute è una necessità primaria. La mia, attualmente precaria, è fortemente minata da questo squilibrio interiore. Una continua lotta tra mente e corpo. Sarà lo stress...sarà qualcosa d' altro...


Non vedo mia madre da giorni.
Son abituata alle sue sparizioni. Alle sue riapparse.
Assenze prolungate nel tempo.
Lo ha sempre fatto. Lo farà sempre.
Una telefonata ogni tanto.
Qualche soldo lasciato sulla mensola per i bisogni primari ( cibo, bollette, vestiti..) Pensavo che col tempo le cose sarebbero potute cambiare, invece, mi illudo costantemente che questo possa utopicamente accadere. Un'adolescente intrappolata nel corpo di una Quarantenne. Più passano gli anni più sento la necessità di avere qualcuno accanto a guidarmi, a mostrarmi la strada da intraprendere e a correggere i miei sbagli. Guardandomi attorno vedo solo un terreno riarso dal tempo, dalla rabbia, dalla vergogna, dall'angoscia, dal dolore e dall'odio.

Mi vergogno di lei, so che non andrebbe detto, ma mi vergogno di entrambi i miei genitori. Son cosi burberi, cosi grezzi, cosi incoscienti. Cosi strani da descrivere. Fa male parlarne, non mi abituerò mai alla VERGOGNA. Ti rimane tatuata sulla pelle. I tatuaggi non si possono cancellare, si possono "ricoprire", modificare, abbellire, "rimuovere",  ma non si possono togliere. Ed anche asportando la parte di cute interessata, rimane sempre una cicatrice, pronta a ricordarmela

La mia vita è una costellazione di abbandoni, ricomparse, delusioni, rivincite, e una lunga serie di altre cose. Un altro giorno su questa Terra mi dico. Un altro giorno a sentire il sapore dell'aria, del freddo, del legno, del the, del fumo di tabacco.

I miei coetanei vorrebbero essere più indipendenti, vivere soli, non dover dipendere da nessuno, dettare le proprie regole.
Quando arrivi ad ottenere tutto ciò non sai come comportarti, perchè non sei abituato a vivere senza delle consuetudini, delle regole. Abbiamo una necessità profonda che qualcuno ci comandi, e ancora di più la volontà di ribellarci a queste imposizioni.

Delle volte mi dico che dovrei solo andare a vivere coi miei nonni, dimenticarmi dei miei sogni per il futuro, del mio grande sogno " il giornalismo" perchè non eserciterò mai questa professione. Dovrei semplicemente accontentarmi di essere viva per l'ennesimo giorno.