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martedì 28 maggio 2013

Non è tempo per noi

"Cosa racconterò ai miei figli, ai miei vicini di casa, ai miei nipoti, cosa racconterò loro?
C'è chi racconta di guerre che sconvolsero l'esistenza di molti paesi, di epoche d’oro, di musica stupenda, discoteche colorate,  rivoluzioni, occupazioni, droghe e libertà.
Io cosa racconterò di questi cazzo di anni zero?
Le bugie, i tradimenti, gli IPhone che fanno la persona, i computer super-leggeri, i Facebook addicted, le memes, la Germania che impera su tutto, la Grecia e la sua fine, la crisi del 2008.
Niente colori.
Cosa racconterò di questi cazzo di anni zero? Racconterò di me dentro a questi anni, racconterò di chi come me non sapeva cosa raccontare. Racconterò del gelo che si sente, racconterò di abbracci negati e di webcam sovraffollate. Racconterò della perversione del Mondo. Dei soldi che si fanno senza tener conto della meritocrazia".


Sono attaccata da ore a questo computer.
Ascoltando canzoni.
Cercando parole.
Cercando qualcosa di vero.
Perchè come dice Tommaso, o decido di diventare  "vero", oppure cambio lavoro.
Non so ancora cosa voglio fare.
Non riesco più a mentire.
Non ne ho voglia.
Forse voglio solo altre attenzioni.
Ma chi sono io per trattare così male gli altri?
Gioco con sentimenti come se fossi un burattinaio nel mio teatrino.
Tutte delle marionette.



Sono ricoperta di montagnette rossastre, punture di zanzara.
Centinaia di punture di zanzara.
Passo la mano sul mio corpo e sento queste cose in rilievo, che infastidiscono il mio tocco.
Virus.
Veleno.
Prurito.
Matto.
Un dolore che deriva dal lavoro.
Giardinaggio.
Raffreddore.
Nove in Diritto.
Cena fuori.
Hotdogs al crauti.
Dolori di stomaco.
Galline.
Pollo che non mangio più.
Skyfall.
Matematica domani.
5 giorni.
Finisce un altro anno.
E sarò in Quarta.
Forse.

domenica 26 maggio 2013

Sole. Pioggia. Neve. Tempesta. Sui tuoi capelli. Su quello che resta.


"ti è toccato partire bambina
con una piccola valigia di cartone 
che hai cominciato a riempire 
due foglie di quella radura che non c'era già più 
rossetti finti e gli occhi han preso il colore del cielo a furia di guardarlo 
e con quegli occhi ciò che vedevi 
nessuno può saperlo
e ti sei data ti sei presa qualche cosa chissà ma le parole che ti sono avanzate 
sono finite tutte nella valigia 
e li ci sono restate "


"..Certo che  sei proprio bella in questa foto.
Mi manchi.
Ti penso spesso.
Vorrei scriverti, ma poi, ho paura di poter essere ferito dalle tue risposte.
Mi ferisce non poterti avere vicino.
Sei così strana, eppure sarei disposto a starti dietro lo sai vero?.
Hanno trovato 2 tumori nuovi a mio padre , spero si riprenda, come sempre.
Sono distrutto, andare un attimo in Sicilia a svagarmi, mi ha fatto bene, anche se poi si tratta sempre di lavoro.
I miei credo se ti conoscerebbero ti asciugherebbero a furia di domande.
Lasciati amare Kim.
Perché non ti fai amare ?
Perché hai paura ?.
Un tipo oggi mi ha comprato un'arnia, guarda...
Appena torno ci vediamo..
Kim, mi stai ascoltando?.."



Non ti sto ascoltando.
In realtà di te e delle tue parole mi rimane ben poco.
Sto ancora cercando di fare pace con me stessa.
Capire cosa voglio momentaneamente dalla vita.
Sono le 2 di notte.
Che risposte pretendi?
Sempre un Venerdì, solo 6 mesi dopo.
Mi spiace per tuo padre.
Sai che se posso fare qualcosa ed esserti di conforto basta dirmelo. 
Non puoi fare certe dichiarazioni.
Come fai a dirmi che mi vuoi bene..che vorresti amarmi.
Una sola conversazione.
Una sola notte.
Un solito gelido freddo.
E tu ti innamori di me.
Non ricordo cosa  voglia dire innamorarsi.
Non ne ricordo le sensazioni.
Dico di averlo già provato, ma in realtà so che non è così.
Perchè se amassi non tradirei.
Non vi sono scuse.
Come fai ad amare? Come fai ad aprire il cuore a qualcuno se poi non lasceresti trasparire tutto come un passaggio di osmosi sentimentale.

Osmosi Sentimentale
Ma che cazzo vuol dire?
Certo che a me la Biologia reca gravi problemi.


Quasi fosse Novembre.


Pioggia.
Estate.
Arrivi o no?
Pioggia di  Novembre.



Germi patogeni.
Cumuli di fazzoletti.
Possibile Febbre ancora non  accertata.
Raffreddore.
Un Sabato a casa. 
Da godere.

Aspetto una quantità imprecisata di minuti difronte al Duomo. Sotto il sole cocente, ma piacevole.
Una sigaretta SLIM (le tipiche sigarette definite da "troia").
Una bottiglietta d'acqua naturale.
Un paio di cuffie.
Compare un individuo alto e scheletrico.
Regge un foglio in mano "KIM".
Scoppio a ridere, e dico : <<Ciao Tommaso.>>.
E' così strano averlo faccia a faccia. Strano è l'aver rotto la barriera telematica.
Sei reale, tangibile.
Sei ancora  più  Tommaso.
Inizi a parlarmi, sento una voce profonda, un BASSO PROFONDO. Così viene chiamato nella lirica.
Non è la voce che mi immaginavo, e mi rendo conto che il ragazzo che mi scriveva.
Ora di fronte a me, è un uomo.



"È bella la pioggia sì. Se mi faccio un film di te sul letto col cane ai piedi mi viene la pelle d'oca e inizio a cercare sotto le palpebre un'immagine viva che ti somigli nell'immaginario delle donne che ho visto, ho toccato, ho sognato. Cerco un'immagine ricca di vita, non una foto ritoccata con luci innaturali come su un set di una soap opera, perché sei viva ma io non ti vedo con i miei occhi. Cerco di vedere una sagoma sdraiata sul letto e cerco i tuoi contorni, i tuoi capelli rossi, la curva delle spalle. Vedo la foto profilo che mostri qui, le altre foto che fai vedere online e cerco di farne delle altre con la voglia di trovarti, di ricostruire il tuo corpo per intero come se io stesso lo plasmassi, seduto su una sedia nella tua stanza. Il cane ai piedi, raggomitolato come una ciambella, come il mio che dorme di là sul suo cuscino per terra. "-cit. 16 novembre 2012

T: Tu cosa ne pensavi? Ti piaceva. E anche a me in quel momento piaceva.
Gli ultimi messaggi che ti ho mandato sono molto meno presenti di quel vecchio messaggio e tu lo sai. Gli ultimi giorni ho cercato di tenerti più a distanza, di usare meno parole. Perché mi rinfacci cosa ti scrivevo? Tu scrivevi le stesse cose, nello stesso modo. Non cercare di farmi sentire ridicolo. Non è quello il punto. Il punto per me è capire quello che vuoi adesso, se vuoi qualcosa da me, se ti aspetti qualcosa da me. 

K: Stavo solo rileggendo il mio blog, ogni tanto lo faccio, tu ne fai parte, sei parte vivente di Novembre
(22 post). Non ti rinfaccio niente, avrei modi migliori per rinfacciare le cose, e non credo che tu sia la persona a cui io debba qualcosa. Gli ultimi messaggi sono sfumati, e non ne tengo il ricordo, solo la lunghezza. Attimi. L'attimo fuggente..mi vien da ridere. Hai paura di me che devi tenermi a distanza?ahhaha Sai che non puoi chiedermi una cosa del genere, è come dirmi, Kim preferisci il bianco o il nero?, io preferisco il grigio.

T: A me il grigio non andava bene prima e non va bene adesso. Io devo fare delle scelte. Sono troppo complicato per fare scelte sensate, ma le devo fare comunque. 
Non avevo paura di te l'altro ieri. Non l'avevo neanche prima. Mi sei sempre stata distante in un modo o nell'altro, eri sempre tu quella che spariva e ricompariva. Non io. Eri sempre tu quella che si allontanava.

K: Io di risposte non ne ho.
Mai avute e mai ne avrò.
Di domande ne ho quante ne vuoi.
cit. Ci sono anch'io-Max Pezzali.

sabato 25 maggio 2013

Bisogna innamorarsi quando si è pronti, non quando si è soli.

"Vorrei che, tu per me, fossi un colore.
E, a pensarci bene, non saprei neanche che colore affidarti.
Rispecchi il verde, il nero, il viola, il rosso, il grigio.
Il freddo.
Ma di che colore è il freddo?".

Chiudo gli occhi. Sento scivolare lentamente un liquido denso-verde-giallo dalla tazzina del caffè.
Tutto attorno è grigio.
Tranne la sostanza.
Si illumina.
Predomina su tutto.
Una forza superiore alla ragione.
Si rompe, sul bianco del lavello, in mille piccole sfere.
Quasi come fosse mercurio.
Ma è solo olio d'oliva. Acqua.
Il suo scorrere culla il mio respiro.
Quasi fosse noia.
Sento queste parole sgorgare spontanee, senza ragionamento, quasi io fossi solo la mano, e la mente non mi appartenga.

Giovedì, 16 Maggio 2013




Le cose con Giò, vanno. Sembra che stare lontano dalla droga, per una decina di giorni gli abbia fatto più che bene, ma io so come vanno le cose, e questa è solo la quiete prima della tempesta.

domenica 12 maggio 2013

Sventoleremo le nostre radiografie..le pattuglie inseguono le falene.

"Non ho mai parlato davvero di te. Forse perchè voglio tenerti al sicuro. Non mi ricordo di averti mai nominato. Cara catastrofe."-cit. Bastardosenzagloriachetiseifattodinuovovivodopomesidiassenza.


"tra le lettere d'amore scritte a computer
che poi ci metteremo a tremare come la california, amore
nelle nostre camere separate
ad inchiodare stelle
a dichiarare guerre
a scrivere sui muri che mi pensi raramente
"-cit. Le luci della centrale elettrica.-. Cara catastrofe.


Sei uno dei tanti. Sei un mondo a parte. 
Da dove sei sbucato?
Non ho sentito neanche la tua mancanza.
A dire il vero, non mi ricordavo neanche di te.
Un altro dei miei lapsus.
Mesi, non pensavo di poterti dimenticare.
Come dimenticarsi di respiri e attese continue davanti a un pc, solo per poter comunicare con te.
Como.
Tu sapevi di Giò.
Ne eri geloso.
Volevi vedermi.
Avevi paura dei miei sbalzi d'umore.
Scegli Kim..Scegli.
Abbiamo litigato.
Ti ho cancellato.
Guardavo le tue foto.
Ti ho dimenticato. 
E ora sei tornato.

"Sto aspettando ancora risposta al mio messaggio Kim."

Ma che risposta aspetti se io non so la domanda?

[“A parte che non è vero che le riconosci le persone che soffrono, non è vero. Ridono ad alta voce, cercano anche di stare in compagnia, danno forza agli altri e si scusano se non sono perfette. Non è vero che le persone che soffrono piangono, a volte neanche piangono più, ti ridono in faccia piuttosto che farti sapere come stanno. E non hanno paura a rimaner sveglie tutta la notte a guardare il soffitto, poi di giorno, alla luce sorridono.
Scrivono appunti e li strappano, non ricordano mai cosa volevano fare da piccoli, perché di illusioni sono cresciute.
Sono persone fragili, che neanche capisci se sorridono a te o a sé stesse.”]

“E’ come avere voglia di abbracciare forte qualcuno, ma accorgersi all’ improvviso di avere le braccia tagliate e di non poterlo fare”.-cit.
Gary Albertson

"Sei uno stronzo!!!"-"Sarei uno stronzo anche se ti dicessi che ti abbraccerei volentieri?"-"Davvero lo faresti?"

sabato 4 maggio 2013

We are not the same..

"Profumo di rose.
Profumo di foglie marce.
Semplice è perdere gli ideali che si avevano fino a pochi mesi.
Spariti. Nascosti. Uccisi.
Una canzone nel vento: "Wont back down".
Sarò sincera."-cit. Kim nell'angolo di una stanza.


Più passano gli anni e più perdi anfratti e momenti vissuti. Te ne dimentichi così, come se non avessero significato nulla , li rimuovi.

Play.
Stop.
Reset.
Rec.
Easy to do. 

In realtà non lo è. In realtà c'è un motore più complesso dietro. C'è la voglia di non ricordare. E a provarci non si riesce. Se ci si chiede in seconda elementare cosa si faceva, c'è un muro che si piazza di fronte, e oltre quel muro, non vedi, non riesci a spaccarlo. Il cemento armato della memoria ferita non si scalfisce .
Poi di colpo, scopri che vivevi chiusa in una stanza, dalla quale uscivi solo per andare in bagno, e per andare a scuola. In quella camera eri segregata. Non potevi neanche aprire la finestra. Una televisione, un letto, il parchetto recintato sotto casa. E te ne ricordi solo perchè durante le interessantissime ore di diritto, fissi il muro che fa angolo con la scuola. E poi ditemi che centra, vi dirò che non lo so.


Sabato. Maggio. 2013

Le cose tra me e Giò, peggiorano di giorno in giorno, e  vorrei che finisse tutto. Mia madre mi dice di tornare a casa, mi dice che preferisce vedermi con un vestito nuovo in meno, che con il viso sempre triste. 
Mi dice di aver visto LUI in stazione, mi dice che è un bravo ragazzo e che dovrei lasciare Giò per LUI, perchè infondo, anche se lei non lo ha mai conosciuto, preferisce LUI. La guardo sconcertata. Non so cosa dirle. Le dico solo che LUI è storia passata e che non dovrei vederlo più. Ed è così che sta andando. 
Io non scrivo a lui e lui non scrive a me.
Ci litigo, mi da tempo fino ad Agosto, quando i suoi se ne andranno in vacanza. Mi dice che mi sbatterà fuori di casa. E io gli dico che non mi importa. Che infondo, è meglio che vivere con lui.