Io di amiche, solo amiche, ne ho, ma alcune che credevo tali poi hanno iniziato ad avere delle pretese su di me e mi hanno deluso tantissimo. Nel senso, ho capito che volevano cambiarmi, che gli piacevano di più le cose che facevo rispetto allo stare con me, che mi chiedevano solo a cosa lavoravo, con chi lavoravo e "wow, che figata" ma non gliene fregava nulla di come stavo. Ho avuto l'"onore" di fare lavori "molto cool" e ho conosciuto ragazze che me l'avrebbero data all'istante solo perché "ho conosciuto, ho visto, ho fatto cose molto cool". Perché funziona così, basta un tesserino addosso con su scritto "Warner Music Staff" (basta anche che ce l'hai addosso una sera) e le hostess più belle che in strada ti trattano come uno sfigato qualunque in quell'occasione diventano molto carine e disponibili.
L'emancipazione della donna mi mette addosso vibrazioni negative, ti incazzerai ma è così… quando una donna mi parla di emancipazione mi viene in mente una ragazza di ventisette anni con cui ho lavorato che dava ordini a destra e a sinistra a una squadra di operai uomini. Mi viene in mente in particolare il dialogo tra lei e un quarantenne nero alto due metri:
Lei: Vammi a prendere quell'altra cassa sul camion.
Operaio: Il mio turno è finito. Sto andando a mangiare, chiami un altro.
Lei: Marco segnati il nome di questo stronzo e fallo licenziare. Non mi interessa se è qui da un mese. Io non voglio stronzi in giro. Marco, hai capito?
Operaio: Mi dica "per favore" e forse quella cassa gliela prendo.
Lei: Marco, hai sentito? Marco, hai sentito come mi ha risposto? Marco, fa licenziare questo stronzo…
Io non mi considero maschilista, ma questa scena ce l'ho impressa a fuoco in testa perché mi ha fatto sentire molto a disagio e infuriare un casino. Io, avessi avuto la muscolatura dell'operaio quarantenne, quella ventisettenne l'avrei picchiata a sangue e forse uccisa.
Emancipazione equivale ad avere potere: potere di fare, di decidere. A me il potere fa schifo. I potenti, di solito, sono quelli che da piccolo ti prendevano per il culo. Il potere è in mano agli stronzi e chi non è stronzo quando ha potere lo diventa. Non credo che in mano alle donne il mondo possa essere diverso. Forse l'unica cosa positiva a livello globale che potrebbero diminuire sarebbero gli stupri. O nemmeno quelli. Capisco comunque quello che tu dici, con la differenza fondamentale che io non sono una donna.
Ti ho raccontato l'episodio "Warner" proprio per provare a farti entrare in quella situazione folle e anormale di "potere maschile", perché non ha nulla di normale. Perché il potere vero, di cui tutti parlano è questo, è il diventare altro da quello che si è o accentuare aspetti della propria personalità che nel momento in cui hai potere possono traboccare. Il potere vero non è solo avere tanti soldi. Il potere vero è uno status d'appartenenza. Io per la Warner ero solo un assistente alla regia audio come tanti altri, carne da macello preda di un costante ricambio. Per le hostess invece diventavo automaticamente uno strafigo, un pupazzo con un marchio di una società neanche mia in testa per poter dire all'amica del cuore "ho limonato con uno che lavora in Warner, è stato così gentile…".
Di amici ne ho persi parecchi. In particolare uno, non l'ho più nè visto nè sentito. Io poi sono troppo orgoglioso per alzare il telefono dopo un anno che non ci vediamo e chiedergli come sta. Non ce la faccio proprio. E quindi perdo un sacco di persone. Perdo anche un sacco di cose.
La mia coinquilina se n'è andata perché tra di noi si stava creando un rapporto morboso e inquietante. Ci trovavamo la notte in casa, parlavamo di tutto con l'ansia microscopica di sapere ognuno tutto dell'altro e camminavamo sul filo del sesso senza mai farlo. Una sera ci siamo baciati e io ho troncato di botto tutto prima che tutto precipitasse. Non facevamo nulla di male, potevo lasciarmi andare e farmi "un giro" sulla mia coinquilina, ma ho lasciato perdere. Perché avevo la sensazione che sarebbe stato solo un giro di giostra e basta, perché avevo già in bocca il sapore della sconfitta anche se non avevo perso ed ero troppo orgoglioso per dirle "ti preferisco come amica e non ti voglio scopare", così ho perso sia un'amicizia che una scopata. Ho preferito perderle tutte e due piuttosto di salvarne una. Non è normale, difatti io non sono normale. Se fossi un maschio alfa medio me la sarei fatta e tanti saluti all'amicizia. Se fossi un delfino (delfini, questi sconosciuti animali dipinti come un inno alla bontà e alla purezza… gli esemplari giovani inseguono la femmina per giorni per poi costringerla a sadiche orge di gruppo) me la sarei fatta. Anche la natura sembra preferire il sesso violento all'amicizia, per cui sono arrivato alla conclusione che mi sono comportato da povero stupido e basta.
E mi sono rotto di comportarmi da stupido, non perché il mondo è cattivo e io sono buono e ne pago le conseguenze, ma perchè se fossi veramente buono, e per "buono" Darwin intendeva un animale sano e integrato coi suoi simili e il suo habitat, secondo Darwin avrei fatto il mio bene per sopravvivere e se la questione era decidere tra una cosa e un'altra avrei dovuto scegliere una cosa e un'altra e non abbandonarle tutte e due.
Tu parli di magia, di attrazione attraverso la parola scritta, ma finchè una persona non la avvicini fisicamente, sarà sempre e solo lontana, qualcosa quasi di fantastico, una magia, uno spettro indistinto, una realtà velata. E sebbene il processo che porta alla cotta, al piacersi, all'innamoramento sia di per sè un velo mentale che ci porta a vedere l'altro con occhi diversi, questo velo, se la vicinanza è solo intellettuale e non fisica, non sarà mai spesso abbastanza e sarà violabile da chi questa vicinanza non solo intellettuale ma anche carnale te la garantisce tutti i giorni. Io non voglio la tua testa, aprirla e cibarmi di quello che c'è dentro come una scatola di carne in scatola. Nè voglio che tu abbia questo da me.
Mi piacerebbe vederti fradicia come un pulcino bagnato e un po' brilla. Trovo la pioggia affascinante, sentirla addosso è inebriante, così come passarmi una mano sui capelli fradici e continuare a camminare con le mani in tasca. Ad Amsterdam ha piovuto sempre. Lì piove sempre in questa stagione.
Ho già voglia di tornare. La realtà di Milano, il lavoro, l'università, la vita da pendolare coi suoi treni da prendere e perdere, ha già iniziato a debilitarmi.
Ciao Kim.
Ciao Tommaso.
Quest'oggi vorrei piovesse, è così che mi sento dentro : come la pioggia che scende lenta, come la pioggia dello scorso sabato sera, e il sole fuori non mi rallegra affatto, anzi ho solo voglia di rimanere sdraiata sul letto a fissare il soffitto con gli Afterhours nelle orecchie.
Eppure non ne ho tempo, devo studiare, studiare e studiare ancora, come se per colpa delle scelte che ho preso in passato ora io ne debba pagare le conseguenze.
Eppure non ne ho tempo, devo studiare, studiare e studiare ancora, come se per colpa delle scelte che ho preso in passato ora io ne debba pagare le conseguenze.
In fondo non mi pento di cosa ho fatto, forse se le avessi evitate a quest'ora avrei meno problemi interiori, meno paranoie, ma .. boh.
Fidanzati..fidanzati...e ancora fidanzati.
(Sembra quasi un imperativo! fidanzati! giovane fidanzati! )
è una parola dalla quale vorrei sfuggire, che vorrei evitare di leggere.
Ho avuto abbastanza fidanzati in questi ultimi anni, anche per brevi periodi, quindi li definirei uscenti. Giorni, settimane, mesi, anni, ma nessuno che abbia davvero cambiato qualcosa in me, che abbia lasciato il segno. Sono ancora qua, sempre io, con le mie paure, con le mie insicurezze, coi cocci che mi porto dietro, dentro a uno zaino che si fa sempre più pesante, ma non sono pezzi del Mio cuore, ma del loro, pezzi che ho trattenuto, pezzi che ho rotto io di proposito, perchè mi annoiavo, perchè mi sentivo presa in giro, perchè non mi sentivo apprezzata, perchè non venivo ascoltata, perchè non ero libera di uscire, perchè? troppi! E ogni mese mi ritrovo a dover trascinare quello zaino appresso, ovunque io mi diriga, non pesa, ci mancherebbe solo che pesasse.
Non pesa sulla schiena, ma pesa sull'animo.
Non pesa sulla schiena, ma pesa sull'animo.
Ho rovinato anche io un'amicizia, non molto tempo fa, non molti giorni fa, pensavo io mi stessi immaginando tutto, pensavo che il mio migliore amico non mi stesse davvero facendo delle avance e pensavo che io non mi sarei innamorata e non avrei provato attrazione per lui.
Questa sono io. Ciao Tommaso. Ciao.
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