Ti vedo nella folla che si è radunata, come ogni Mercoledì davanti al Pub.
Ti ignoro.
I tuoi amici mi hanno vista e mi indicano.
Vado in bagno e quando torno sei lì, che mi aspetti, mi guardi.
Ti saluto, come semplici amici che siamo, che dovremmo essere.
Mi guardi con tenerezza e il mio atteggiamento gelido si rompe in un sorriso.
Non dovremmo vederci, parlarci, abbracciarci, toccarci.
Piove,e noi siamo lì a prendere coscienza della vita che ci sta toccando goccia a goccia.
Mi stringi a te. Non vorrei lasciarti andare.
Mi sfiori i capelli con le labbra, ci respiri dentro.
Dentro a quel rosso scarlatto, sento il tuo cuore.
Ti guardo negli occhi, mi sfiori una guancia, ti parlo spinta dai fiumi dell'alcol, senza freno, senza pudore, senza ritegno. So cosa voglio. So cosa non devo fare. So cosa dovrò dire.
Sono stanca di tutto, non voglio che tu mi menta, voglio che tu mi ferisca, che per una volta sia sincero.
Non sei fatto per me, e ogni volta che te lo dico, mi zittisci ; " lo sai che non è vero, non devi dire così, lo sai anche tu che non è vero".
"Non è vero cosa" vorrei chiederti?
"Non sai neanche tu quello che vuoi"
Non avresti le palle per decidere, di prendermi con forza e dirmi che tu mi vuoi, che per te non è solo una semplice amica.
Mi sorridi, mi abbracci. Ci guardiamo per minuti, che sembrano eterni.
Mi stacco, come sempre qualcosa si è rotto.
Ritorniamo ognuno alla sua realtà, ai suoi amici.
Dopo poco ci ritroviamo ci abbracciamo, mi stai vicino, mi spavento per colpa di un ragazzo che conosco, è molto violento, io mi spavento ti stringo, tu mi stringi, mi prendi per mano, mi dici che tutto andrà bene, mi dici " Ciccia, calma, non è successo niente, non ce l'ha con te."
Mi sciolgo in quelle parole, nel calore umano.
Oggi ho litigato con Giò, ci stavamo per lasciare, volevo dirgli di te, e di quanto io mi faccia schifo, poi gli ho detto "scusa hai ragione, , ho sbagliato ad uscire, cercherò di cambiare, di bere di meno, di vivere più tempo con te".
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