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mercoledì 6 marzo 2013

Come si fa a non guardare il cielo...DONNA!


Funzionerà, lo sente,
ma solo se la spina dorsale di lei
combacia esattamente col torace di lui
e solo se le ginocchia di lui
approdano proprio sotto le sue
e tutt’e quattro
appartengono allo stesso angolo.

Tutto andrebbe bene
se solo
potessero guardarsi in viso.

Anche com’è adesso
c’è una ricompensa
nel dover far collimare
il naso con il collo
il busto con la scapola
l’inguine con il sedere
mentre stanno dormendo.

Hanno l’aria, almeno,
di stare andando
in una stessa direzione.


Consumo un altro giorno. Questi giorni passano in fretta. Penso a quanta ragione avesse Tommaso.


Sii Forte Kim!!!!!

Un mantra, ho bisogno solo di questo. Un mantra da ripetermi ogni volta che ci litigo, ogni volta che scopro che mi mente, ogni volta che mi mette le mani addosso.

8.35   Stazione

Non riesco a smettere di piangere, come si fa in fondo a chiedere a se stessi di essere forti? Come si fa ad ignorare quello che ci succede? Come si fa a non guardare il cielo e chiedersi se esiste qualcuno che vede e provvede?


"I loro litigi cominciavano sempre così, sempre la sera, sempre a tavola coi suoi genitori, sempre per delle bugie, per i suoi amici, per Carmine, il suo amico napoletano, non sapeva  che cosa avesse quel ragazzo, ma ogni volta che ricominciava ad uscirci, Carmine riusciva ad avere un'influenza negativa su di lui, a spennarlo fino all'ultimo quattrino, riusciva a metterlo contro tutti, contro di lei, contro suo fratello, contro i suoi stessi genitori. (Chissà che gli diceva mai).
Quella sera, era in camera, aveva appena sbattuto la porta:

<<Kim che cazzo fai? - Me ne vado, me ne vado perché sei un uomo di merda!- Sei una fallita, una lurida troia, fascista, sei una fascista di merda, dove pensi di andare Puttana? Anzi vattene, vattene dalla mia vita. Russa di merda, sei una puttana, siete solo un popolo di ladri, di papponi e di puttane come te.>> 

Kim cominciò a piangere, forte, rumorosamente, un pianto copioso, quel pianto che ricorreva ogni sera, quel pianto di liberazione.
Le avvicinò il pugno alla faccia, era terrorizzata, le disse, se sapeva chi portava i soldi a casa, chi poteva e chi non poteva permettersi di gridare, e poi ricominciò: 
 <<Sei una fascista di merda- E tu un uomo di merda >>, e la colpì in faccia, sopra il labbro.
Kim corse in bagno, si nascose, si mise a piangere, a straziarsi, la prese per il viso, cominciò a strattonarla, le ripeteva quasi indemoniato un mantra : "Sei una puttana invidiosa, sei solo una succhiacazzi!!!"
Kim cercò la forza dentro di se, cercò quella forza ormai perduta, lo spinse, vide l'ira nei suoi occhi, corse in camera, il pc acceso, i libri, quella scuola che non riusciva a finire, quel mondo così sicuro, dove si dice che i ragazzi vanno protetti, "Ma come ci si protegge dal proprio aguzzino?" Si sedette sul letto, iniziò a dondolarsi, come un pendolo, con frenesia, con le braccia avvolte al costato, la prese per il viso, le tirò una sberla, lei si sdraiò, si nascose con la testa tra i cuscini, "Non devi più permetterti di toccarmi, non mi devi più toccare, non ti devi più permettere". Iniziò a prenderla a pugni sulla schiena con foga, poi a riderle contro, per poi inveire ancora contro di lei.
 "Ma Dio esiste da qualche parte?".

Prese i suoi libri, spense il pc, si mise un giubbotto, gli occhiali, e corse fuori di casa. Corse in stazione, sotto la pioggia, corse a prendere quel treno, quel treno per Torino, quel treno verso la libertà, quel treno verso un futuro che non c'era, un futuro che non sapeva se sarebbe mai arrivato. 

Pianse, pianse ininterrottamente un pianto ancestrale. Il sale bruciava sulle guance, bruciava su quel viso, contrariato. Si mise a camminare, si ritrovò davanti a una barca, una sera non molto lontana, si trovò lungo un fiume, la barca, rossa, si chiamava "Gesù", le sembrava una tale presa per il culo, lei era lì a domandarsi che senso potesse avere la sua vita, e qualcuno le metteva davanti una barca rossa chiamata Gesù.
Come a dire prendila questa e la via della salvezza.


"Alle volte l'autolesionismo è la scelta migliore per sfuggire ai propri problemi, per far sgorgare fuori quel dolore color porpora, come se un fluido potesse causare del male, ma come fai, quando non è la carne il problema? Come fai a lesionarti l'animo?"


Tornò a casa, si mise a letto, la mattina sentì l'interruttore accendersi, l'armadio aprirsi, la porta chiudersi. Ora lei poteva dormire in pace."





Dicono che certe cose vanno denunciate, si pensa sempre che debbano accadere ad altri, sembra sempre che sia una storia troppo lantana dalla nostra quotidianità. Solo agli stranieri succede, sono solo i Marocchini a picchiare le mogli, sono solo gli Albanesi, sono solo i Rumeni, sono solo i Terroni. Quelli del nord non sono così, gli uomini del nord, sono rispettosi delle donne, gli uomini Italiani le amano, le proteggono, le trattano come principesse. Su 10 maltrattamenti in famiglia, sono 7 quelli subiti da donne italiane, percosse da uomini ITALIANI!!!!Uomini di buona famiglia, uomini diplomati, laureati, Avvocati, Geometri, Ragionieri, Professori. Non muratori, non gente con bassa cultura. Gli aguzzini sono proprio loro che fuori fingono che le cose vadano bene, e Tu fuori che devi sorride, anche se dentro muori. Perché loro non ti possono aiutare, parlano e basta, senza sapere, parlano, ti consigliano, e dopo cosa fai? Dopo dove vai a vivere? Per strada?


Mi ricordo che da bambina, vedevo sempre una casa di mattoni in mezzo a un campo, era disabitata da anni, ogni volta che litigavo con mia mamma, mi ricordo che volevo andare lì, volevo scappare in quella casa, lasciare lei, mio fratello, il mio cane, e tutto quello a cui tenevo, nel suo appartamento, volevo stare sola nella MIA casa. Sotto un cielo stellato col vento che ti sferza il viso, un asse di legno a farti da letto, e un catino in cui lavarti. Una vita da bohemien, una vita da spartano. Ma una vita tranquilla. 
Me ne ero anche scordata, avevo 12 anni quando pensavo queste cose, avevo 12 anni, a 12 anni dovevo giocare con le bambole, non contare i giorni che mi separavano dalla maggior età! Ma a certe persone è detto di crescere in fretta, e non si può fare a  meno di ascoltare e agire. 
L'ho rivissuto, la notte della barca rossa di Gesù, me ne sono ricordata dopo 6 anni di merda. Sei fottuti anni. Dove dimenticare è difficile, dove passarci sopra è diventato anche impossibile. 



1 commento:

  1. kym non merita tutto questo ... anche Lui (quello della barca) lo sa.
    Il futuro di kym sarà radioso e felice tanto quanto ora il presente è insopportabile. :)
    Coraggio Kym sai che c'è sempre qualcuno di cui avere fiducia ;-)

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