“Ti è mai successo di voler tornare a tutto quello che credevi fosse da fuggire?”
X: Capisco che basterebbe restare incantati dinnanzi al tuo viso per comunicare in modo sublime con te, ma non avendoti dinnanzi come sarebbe auspicabile, se non scrivi risulti incapace di comunicare....come mai?
KIM: Sto pensando...preferisco pensare allo scrivere e il più delle volte creo delle grandi storie.
Dovrei scrivere, scrivere per il mio futuro.
Non lo faccio.
Penso de intanto le ore passano e vorrei solo dormire.
Dormire per non svegliarmi più, pensare per non parlare più, digiunare per non mangiare più e invece ti scrivo, ti scrivo e non voglio, ti scrivo perché è strano non scriverti, ti ringrazio perché devo, non perché voglio.
Eppure lo faccio.
Ecco ora ti scrivo.
Ho voglia di gridare, si di gridare contro tutto e tutti, questo mondo è troppo piccolo per me, troppo rozzo, insensibile, ma non mi voglio arrendere.
Non mi arrendo a vivere una vita di menzogne, non funziona così, la verità te la sbattono fin troppo in faccia, con cattiveria, senza pensarci due volte.
Ti racconterò di quello che nascondo e di quello che non dico spesso.
Ti parlerò di me.
Parlare agli sconosciuti di se stessi è più facile.
Nessuno può giudicarti fino in fondo ed ora ti dirò:
Io sono Kim.
Chiamami così anche tu, i nomi non hanno mai abbastanza importanza, sono solo una copertura, nascondono qualcosa e hanno troppi pochi significati, alcuni mai svelati.
Oggi è una giornata da non ripetere, da non rivivere, da congelare e mai più sciogliere.
Quasi a voler offendere intenzionalmente, nessun bianconiglio è mai venuto a dirmi quando era troppo tardi, non mi sono mai chiamata Alice, non ho mai visto il Paese delle meraviglie e qui non ci sono Stregatti che sorridono, e non sono le regine di cuori a voler tagliare teste.
Ti racconterò.
Autunno.
Un anno.
Un Amore.
Una crepa.
Un sogno infranto.