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lunedì 30 marzo 2015

Key-word: Bangladesh

Quando si dice lo scorrere inesorabile del tempo..."Tomorrow" has gone.

Tutto è cominciato fin dalle prime ore del mattino, nelle quali con la più grande noncuranza mi sono appollaiata sul divano a visionare "il sogno dell'alieno" un "film" su un'agenda politica che mette in evidenza  6/8 punti sui quali i partiti potrebbero trovarsi finalmente d'accordo.
Diciamo che l'ho trovato interessante sotto molti punti di vista.

Come sempre, però, mi perdo nei miei racconti, volendo aggiungere particolari, dimenticandomi il vero tema di questo post: l'incontro con F.
Dicevamo: finito il film, mi sono lavata, truccata, sistemata con la speranza che i capelli da matta che mi ritrovo stessero al loro posto. 

  1. Vestito nero ( as usual...l'ansia di una settimana su quale vestito mettere tra i 300 che possiedo, è ricaduta  sul solito vestito col pizzo nero, quello che la mia Topa dice essere il mio evergreen).
  2. Tacchi rosso fuoco laccati ( non avrei mai osato mettere lo stiletto giallo e nero...che adoro...ma forse un rosso che male avrebbe mai potuto fare?).
  3. Braccialetto rosso e argento.
  4. Giacchetta nera elegante ( sempre piena dei peli del GianFilippo...anche a spazzolarlo ed a spazzolare i miei vestiti non c'è nulla da fare: i suoi peli sono sempre presenti. )
  5. E per finire il super cappotto che fa sempre la sua figura ( nonostante mi faccia sembrare più grassa di quanto io non sia di mio).
Prendo armi e bagagli e mi dirigo verso la stazione ripetendomi il mantra del giorno: " O la va, o la spacca". (Come se non fossero bastati i giorni vissuti con l'ansia più grande di questo mondo).

Scesa dal treno, cerco il numero del binario sul quale arriverà il "Torino P.N."
Lo aspetto.
Sono solo 5 minuti, eppure sembrano i 5 minuti più lunghi della mia vita. 
Un'attesa indescrivibile.
Il treno comincia a svuotarsi,  piano piano compaiono persone sorridenti, tristi, puzzolenti, frettolose.

Poi arriva lui, mentre lo guardo mi viene da ridere. Tiene la mano in una posizione assai strana, che la mia mente malata associa alla manina del maggiordomo di Scary Movie. Essendo miope non ho notato la sua tracolla tenuta con il braccio che ha causato il mio pensiero. Rido. Perchè è una delle cose che meglio mi riesce.

In un'impeccabile  giacca blu, tono su tono, si fa avanti questo moro. Il Signor F.

Mi colpiscono subito i suoi occhi, incorniciati da capelli corvini, nocciola con cromatismi iridei. Con la luce toccano anche sfumature verdi e gialle.


Ci dirigiamo verso una meta non ben definita, cercando di spezzare il ghiaccio con un poco di brio che non guasta mai,  poiché nonostante tutti i programmi ho deciso di cambiare i piani la mattina stessa, di finire a mangiare sushi sui Navigli, assistendo ad un paio di scenate comiche su scontrini non emessi e di proseguire per il Castello Sforzesco facendoci spazio tra le mille bancarelle.
Il sole ha coronato la giornata, rendendo questa mia Milano colorata persino nel suo grigiume.

Così come le parole, piene, vere, sincere.
Così come una bruttissima rosa tra le mie mani giace in attesa di essere gettata. Acquisto indesiderato da un "Bangladesh".

Su quella panchina osservo per minuti interminabili quelle mani, il colore di quella pelle, quasi ipnotizzata.
Noto qualche neo tra la peluria delle braccia. La trama, del tessuto, dei suoi pantaloni cobalto.
Finendo sulle scarpe di cuoio traforate.

Spezziamo il silenzio con una camminata, sui miei piedi doloranti ( maledetti tacchi), eppure sarebbe stato così semplice tirare fuori dalla borsa il cambio di scarpe, ma sarebbe stato davvero poco elegante come gesto (ebbene si F. avevo un paio di scarpe di ricambio come fanno le "inglesi").
Mi tengo quel rosso ai piedi per 7 ore, sulla strada per il Duomo, mentre io penso solo a non cadere e slogarmi una caviglia, lui interrompe questo momento chiedendomi se non fosse troppo indiscreto potermi dare un bacio. Mi ha sorpreso. Non me lo sarei mai davvero aspettata.
Un bacio timido ed imbarazzato sulla guancia. Che mi ha fatto sorridere per la sua tenerezza.
Riprendendo la metrò, finiamo in Centrale a sorseggiare the ( si io dico THE e non TE'), sul terrazzone della Sky.
Inesorabili  le ultime battute, le ultime risate, le ultime parole chiudono questo incontro.
Ci salutiamo e ci lasciamo col senno di poi.
"Ci rivedremo". "Certo". "Quando passi da Torino fammi un fischio." 

Non so davvero come descriverlo.
Non mi è dispiaciuta come giornata anzi, mi sono divertita un sacco.
Al signor F. ci tengo ed anche se non so definire che tipo di affetto sia, è qualcosa di presente, che ti emoziona quando leggi un messaggio, come l'attesa di una risposta, come l'arrossire ad un complimento.
Quello che mi ha comunicato in un intero anno, oggi è stato riprovato. Non ho sbagliato nella mia analisi, se così la si può definire in qualche modo. Il Signor F. è un uomo pieno di sorprese, portato per il riso ed il diletto, per la calma e la gentilezza. Fascinoso, semplice ed a modo. 

Il mio pronostico( del post precedente) non lascia dubbi sul decorrere futuro.

(questo post è stato scritto già sapendo come sarebbero andate le cose con F. eppure non ho voluto lasciarmi condizionare dalle sue parole, seguendo solo le emozioni che provate ieri).

sabato 28 marzo 2015

This inexorable time, is beyond us, we are left in a past from which we would like just to get away.


[..]

And the wind blows from the east And the trees undress

Leaning a bit '.
And I smoke 20 cigarettes
Watching you on photos that I
I do not forget.
[...]
Above a piano It scatters my mind
even if
I think I feel good
And I hope you are happy
Like me.
[...]
I want to walk only with me
[...]
And I think we were just small steps
Going in two different directions
And if you tomorrow you were here
It would be nice to tell you basically okay.
Tomorrow is the Day.
Tomorrow he will come here.
Tomorrow he will come to see me in this magic city.
Where I live. Where I breathe.
The same city in which I read, for the first time, his messages.
The city where we smiled together.
Tomorrow is too close.
There are only a few hours left.
Fourteen hours.
These "white meetings " have always been so easy for me.
I've never been so stressed.
Yet, this time I continue skidding with thoughts.
I already know how it is going to be. I know that between us won't born something at all.
I know that we said a lot of nice words and we aren't meant to be together.
We are more than friends, but not enough to be anything else. Or better to be something true.
Pure and sincere love.
Tomorrow we will have fun.
Tomorrow we will meet at the Central Station of Milan.
Tomorrow will come to life the man of my nocturnal post, that for a whole year kept me company, Suggested me, comforted me, listened  to me,  cheered me , excited me.
The man who reminded myself of the values of relationships, of havin' a family.
The one who opened my eyes to the simplicity with which you should live. 
I do not know why I am so anxious this time.
I am aware of appearance.
I am aware of my kilograms.
I am aware of what I'm worth.
I am aware of it.
Otherwise he wouldn't want to meet me, but I'm also afraid of this meeting. 
I don't know why I would like to please him.
I know that things will not go as we imagined. 
What the fuck is going in my mind?
I'm mad.
I wanna scream and understand why I'm thinking so pessimistic.
We won't meet again after "tomorrow". But that's okay. 
We will text a couple of times to custom. To be polite.
That's all.
As they say in my country: it was nice while it lasted.
It passes, like everithing.
This inexorable time, is beyond us, we are left in a past from which we would like just to get away.
It has gone. But that's okay. 
It had to go well, like a river of emotional feelings. Inexorable passage to an
undefined destination . Although it is not yet tomorrow, my dear, I already know how things are going. It has been  a pleasure to meet you. To talk to you. To Hug you.

Auguri Guerriero.

E attendiamo. 
Ma attendiamo cosa poi? 
Cosa sono quattro mesi? 
Cos'è un anno?Cos'è un mondo senza speranze? 
E tu cosa sei ora? 
Dove sei? 
Strano, strano lo è sempre stato, ma lo è ancora di più a distanza di mesi, sentire la tua voce, vedere la tua immagine da rota, alla siesta, da walter. 
Ti vedo lì, col tuo bicchiere, che mi dici "Ciao Kim, tutto bene...?..e Giò?". 
Mi viene quasi da risponderti. Ci provo. Non mi senti. 
Mi fissi col sorriso stampato in faccia, lo sguardo ridente perso nel vuoto. 
Rinsavisco dalla mia "apparizione". 
Mi vengono gli occhi lucidi. Scuoto la testa.
Scaccio via quel pensiero. 
Tu sei nei nostri cuori. 
Tu esisti ancora. Sei vivido. Sei un ricordo tangibile. Percepibile. 
Questo per dirti e ricordarti. Questo perchè tu non rimanga solo l'amico perso. 
Perchè io non ti ho perso. Ti porto nel cuore. Lì ti troverò sempre. E quando ne avrò bisogno ti verrò a cercare. So che ci guardi  tutti. Ci spii e mi sa che ti diverti anche a vedere quello che combiniamo ed a scoprire cose che mai avresti immaginato.
Ciao Guerriero!! Passa una buona serata. E ricordati che qua sei sempre il migliore!!!!!!! 
Emoticon heart

mercoledì 18 marzo 2015

Paese che vai...Sti cazzi che trovi.

Thessaloniki un fico secco.
Hotel "Capsis 4 stelle" un paio di grucciole.
Vista sul mare???? Vogliamo parlare dei  fluidi "non meglio identificati" sulla superficie dell'acqua?

La mia "escursione" non ha maturato i frutti desiderati. 5 Giorni grigi, passati in un luogo dimenticato da Dio.
Pensare che sia la seconda città della Grecia, con una popolazione pari a quella della mia Milano, fa solo venir voglia di piangere.
La desolazione regna sovrana.
La crisi non è tangibile, ti prende proprio a mazzate in testa appena metti piede fuori dall' hotel.




 "manutenzione
" conservazione" 
"preservazione"


Termini sconosciuti alla popolazione ellenica.
L'impatto con l'arretratezza è tale da lasciare sbigottiti, così quanto la totale assenza di regolamentazioni.

Nonostante la vista che ci riservava la stanza, una delle più ampie e belle dell'intero stabile, la nostra "abitazione" momentanea non è stata poi così male. Almeno le lenzuola erano pulite, il frigor non puzzava, e gli asciugamani erano cambiati con regolarità. 

Per chi non lo sapesse, la Grecia, ha un "problema" con le fognature. Se mai vi capitasse di soggiornarvi, non spaventatevi se vedete scritto in ogni servizio ( toilette) di gettare la vostra "paper toilet" nel cestino al posto che nel water. Si potrebbe otturare, provocando la fuoriuscita di acqua e fluidi " meglio identificati"...
Come se non bastasse tutto il disagio fino ad ora subito, il cibo era davvero pessimo. Tolto un pomeriggio passato alle Tombe di Virgina, dove abbiamo mangiato in un ristorantino caratteristico del posto, abbiamo ripiegato su patatine, mandorle, pomodori, mele, e sulla colazione internazionale.
Fino alla scoperta della bellissima piazza Aristotele,che ricorda molto Torino, solo degradata, dove i "maestri pasticceri"( fornai di paese) ci hanno deliziato con crepes, waffles, torte di pasta sfoglia alla crema di limone...Trip all'insegna del Junk Food.
Il nostro disappunto si è smorzato all'interno dei musei, dove la bellezza dei mosaici, delle statue( che hai voglia di toccare per sentire se davvero son  fatte "pietra" e non di carne), dei gioielli ricchi di minuziosi particolari ( e ti domandi come ci siano riusciti) è riuscita a lasciarci senza fiato.

 Un ringraziamento non può non essere fatto alla guida Maria Elena, che ci ha seguito per l'intera permanenza a Thessaloniki, arricchendo il nostro bagaglio culturale con le curiosità più disparate.


 Dopo tutta questa negatività, qualcosa di positivo devo dirlo per forza, e non si tratta di una
questione di bonismo, perbenismo o come lo vogliate chiamare, si tratta semplicemente della pura verità. I Greci sono un popolo caloroso, accogliente e molto ospitale. Amano stare in compagnia e coinvolgere tutti con risate, col cibo e con la loro cultura.

E come mi ha detto il tassita " Free mind" riferendosi pure al sesso....offertomi come il migliore del mondo..."greece men are the best in the world...you know, we are a free sex machine". 

La vita notturna si concentra in pochi locali, supermoderni, ma quello che conta di più di mio gradimento, poichè tutti d'impronta Rock. Noi abbiamo preferito rimanere in camera, anche perchè il centro era a 20 minuti di strada dal nostro hotel e non ci fidavamo molto ad uscire da sole.
( pieno di Rockers e Toffa in giro...zero mendicanti, qualche zingaro)

Ho apprezzato che tutti, dal più povero mendicante, al meglio vestito cittadino, conoscessero l'inglese.  La cosa mi ha stupito molto.  La fluenza, quasi fosse una seconda lingua.
A Thessaloniki ci lascio un pezzo di cuore, ci lascio quella parte di me che ha sempre desiderato visitare la vera Grecia. Quella parte di me che alle medie si impuntò di studiare il greco in un futuro, per poi abbandonare l'idea del Liceo classico per quello scientifico, dove il greco nemmeno si sa che cosa sia.
Quella parte di me che ama la mitologia e tanto altro...

Nella foto un'opera d'arte...secondo me, dopo i murales sparsi per tutta la città, disegnati su tutti i palazzi ( fino al 12esimo e più piano) una delle più belle e significative, non che rappresentative della città di Salonicco.
Cara cittadina....è stato bello finchè è durato, ma a mai più rivederci.







mercoledì 4 marzo 2015

Escursionando....


Chi avrebbe sentito parlare di Ettore se Troia fosse stata felice?” [Ovidio]


Partenza fissata per lunedì 9 Marzo, destinazione : Salonicco.

Salonicco, Grecia.
Non so niente della Repubblica Ellenica, giusto qualche accenno dagli scritti di Virgilio ed Omero, un poco dalle ore di Geografia e Storia, alle Superiori ed un altro po' dalle proiezioni di film e documentari.
Sta di fatto che tra pochi giorni farò una full immersion nel mondo greco.
So già che mi divertirò, forse mangerò poco ( il che non mi farebbe male) ma è il minore dei mali mi dico.
Il dubbio maggiore è sorto questa mattina, mentre guardavo il borsone ancora da riempire ed ho fortemente desiderato  essere uomo. Perchè non è cosa da poco sapere che infilare in valigia o meno. Ed essere uomo mi avrebbe di gran lunga facilitato il lavoro. 
Perchè diciamocelo con:
  1.  tre paia di jeans;
  2. cinque di mutande;
  3. quattro  magliette;
  4. due felpe;
  5. dei calzini;
  6. un giubbotto;
  7. un paio di scarpe;
  8. vari ed eventuali suppellettili;
un uomo ci fa una settimana intera(ed avrei ancora dei dubbi sull'intimo). Per loro è tutto così più semplice, ti metti addosso la prima cosa che ti capita e riesci pure a passare per un "Gran-Figo-Indie", alla Ryan Atwood, gli altri cosa vuoi che ne sappiano che ti sei vestito "a cazzo".


Per noi donne, invece, non è così semplice,  si comincia giorni, se non settimane prima stillando nel migliore dei casi, solo, una lista:

  1. Salviettone/i ( metti che l' hotel non l'abbia);
  2. Intimo da cambiare almeno due volte al giorno;
  3. Reggiseni almeno un tre più uno di riserva, magari quello più carino, si sa mai che si incontri l'Ulisse della situazione;
  4. Viene il momento di scegliere dei comodi jeans o dei comodi leggins, io preferisco i leggins quindi : tre paia di leggins;
  5. Che indossiate jeans o leggins poco importa, quello che conta è che sopra a sti benedetti "vestiti per gambe" voi dobbiate pure metterci qualcosa, e qui cominciano le difficoltà: quale tipo di maglietta è più ideale? Corta, lunga a coprire un poco il sedere, canottiere? E se, e ma?Non lo so, questo dipende molto dalla corporatura di ogni donna e soprattutto dalla comodità con la quale si è abituate;
  6. Vestitini ( sarò mica l'unica sfigata che va in Grecia e non esce almeno una sera)
  7. Scarpe (????' [....] ??????)
  8. Trucchi
  9. spazzole
  10. creme
  11. profumi
  12. smalti
  13. ETC ETC
E ancora non ci basterebbero tutti questi oggetti. 

Sono sull'orlo della disperazione. Però poi penso che io sono abituata sempre a mettermi i vestiti.
Quindi sei Vestiti potrebbero anche bastare, cinque paia di collants variopinti, intimo e reggiseni, scarpe rigorosamente COMODE ( voglio vedere io chiunque a fare escursioni con dei tacco 15), trucco basic ed il famosissimo salviettone. 
Nonostante ciò riuscirei lo stesso a sembrare una sciattona, perfino essere scambiata per una mendicante. Una senzatetto ellenica. Il top.

Intanto la mia valigia rimane sfatta, lì sul parquet a guardarmi.


lunedì 2 marzo 2015

Far Away

Perchè noi avevamo i nostri Mercoledì...e i Sabati..
E ora cosa abbiamo? Un paio di messaggi, un giorno a caso, ogni due settimane.
Ci siamo perse in due mesi. Come ci si fa a perdere?
"We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year"

L'erba. Il primo odore che sento appena mi alzo sui palmi delle mani, è quello dell'erba.
La sento stuzzicarmi le gambe scoperte, la sento infiltrarsi nei calzettoni.
Lo sguardo riprende forma, distinguendo i colori della natura.

Divido simmetricamente il bianco, l'azzurro, il verde e il marrone.
Mi alzo in piedi.
Subito. Di fretta. 
Metto in spalla lo zaino.
Ne ho uno marrone, di quelli grossi da campeggio.
Ma io non ho mai fatto campeggio.
Comincio il cammino.
Vedo un piccolo sentiero in mezzo alla vegetazione.
Mentre mi avvio, faccio scorrere i polpastrelli sulle spighe di grano selvatico.
Mi pungono.
Mi sfrego le dita, quasi fossero piene di aghi da togliere.
Discendo una collina.
Vedo un gruppo carico di zaini da campeggio.
Penso che dovrei fare parte anche io di quel  gruppo, penso che potresti esserci anche tu li.
Non ti vedo in realtà. Il non vederti mi spaventa. E più ti cerco e più mi sembri anche tu un ologramma di vita passata.



"Vorrei una donna che mi ami almeno la metà di quello che mi ama mia madre" cit F.



Voglio essere amata. Di un sentimento vero viscerale. Non "vorrei", io proprio lo esigo.
Pretendo di essere amata, con quell'amore che si fa in due.

Colpo di fulmine. Innamoramento. O come lo si voglia chiamare.
Un amore sincero, del quale anch'io possa sentirmi parte.
Un amore con la "A" maiuscola.

Vorrei lasciarmi andare.
Vorrei che mi vedesse per quello che sono, che esplorasse le mie fragilità ed i miei punti di forza.
Vorrei che vedesse in me l'unico porto sicuro in una notte di tempesta.

Voglio che mi scriva delle lettere. Lettere che abbiano il profumo delle sue mani, della sua colonia. Lettere con l'inchiostro sbavato dal sudore. Lettere che odorino di sentimenti.
Parole ricercate o spontanee come un sorriso.
Rimanere in attesa del postino, in attesa della consegna, la consegna dell'amore.