Io ho paura e più ho paura di te più sento di volerti con me. Sento di voler respirare la vita che fai per rendermi conto che in realtà la mia è una passeggiata, una prestazione da bambino inconsapevole, un lamento contro un male non così cattivo come il tuo. Io vedo in te un cuore denso di cose buone e non meriti questa oppressione, questo peso addosso. Non meriti di essere infelice e di sfogarti contro te stessa nel modo in cui lo fai. Il tuo modo autodistruttivo di bere, di volerti ubriacare per non soffrire quando non hai una cuffia in testa e delle note musicali non ti cullano nel letto prima di andare a dormire. Non voglio sentirti usata nel cubo di casa in cui un delinquente ti ha rinchiusa. Non voglio sentire i tuoi lamenti e non voglio sentirti dire che soffri per lui perché da quello che scrivi lui non può capirti in questo momento della tua vita. Mi meraviglio della tua apparente intelligenza se immagino quanto tempo ti abbia costretto ai suoi giochi con un giogo al collo da cui tu non ti liberi perché l'hai reso un maestro di vita, colui che ti ha formata, magari resa donna. Vorrei portarti via da lui, dal ricordo di Vincy, da LUI (chi è LUI?), perché io non ce la faccio a scoppiarti dentro con le mie parole e a ricevere il male che ti danno come un calcio nei coglioni. Sarei un bambino se volessi pretenderti come un giocattolo mentale alla stregua di un cruciverba senza schema, e rischio anche di sentirmi un coglione se penso di volerti come una donna quando tu vivi con un uomo che ha il doppio dei miei anni e, almeno anagraficamente, è più uomo di me. Pretendo tu sia consapevole del fatto che mi danneggia in modo pesante vederti star male, saperti consolata da tanti uomini indefiniti, sentirti oltraggiata dalle mani e dai pensieri farciti d'orrore di questi artigli che ti mettono addosso. Ho intravisto migliaia di foto tue e non le guardo. Il solo pensiero di guardarle mi avvelena perché tanti le guardano con la bava alla bocca. Tanti ti guardano e sognano di averti con lo stesso gusto con cui un ventenne medio fa un lavoro di merda sottopagato solo per aggiungere un'altra tacca al curriculum. Io non ho bisogno di una tacca in più. Io ho bisogno della difficoltà di cui sei imbevuta come una spugna per espugnarla e regalarti un momento in cui ti senti felice davvero di avermi accanto, ma quando mi sembra che ti avvicini ai miei bisogni poi di colpo ti allontani e mi dai del "freddo". Io sono freddo cazzo, sì. Sono un povero introverso e da sempre la mia timidezza è vista da chi non mi conosce come una minaccia, una chiusura, un male, una povertà. Essere timidi equivale a essere messo da parte, perché sembri sempre gelato nello stesso catatonico umore, laconico nella tua assenza di partecipazione alla vita quando la gente ti vede solo come un passante interessante fuori dal mondo e dalle cose comuni. Ma io partecipo eccome, a mio modo, e quando voglio vincere ci metto anche le viscere sul piatto dove il tuo moroso tira la sua schifosa bamba. Allora quando mi vedrai davvero dentro, saprai quello che ho davvero dentro: del sangue come tutti, della poltiglia rossa, la stessa che ha un cinghiale quando lo macelli e fa svenire uno studente di medicina alla prima autopsia perché ha paura dello stesso sangue che ha in corpo e di cui si macchia le mani ogni giorno e spesso fuori dal tavolo operatorio.
Io non ho dieci anni e anche se ne avessi dieci saprei vedere più di altri quello che altri non vedono. Saprei vedere più di un trentenne, di un quarantenne, di un cinquantenne che dice di capirmi ma sbaglia perché non è mai stato come me neanche a dieci anni. Non è presunzione, lo senti e basta se è così. E lo senti perché hai vissuto cose, perché hai un cuore che pulsa delle stesse emozioni di cui ognuno ha bisogno ma hai mancato bisogni di cui tutti hanno la pancia piena e tu no perché non sei riuscito ad appagarli mai. Perché ti hanno osteggiato, perché ti hanno deriso, perché ti hanno fatto pesare la tua timidezza, la tua introversione, l'orgoglio di essere te stesso e non una marionetta in mano al vento degli altri che vuole scoparti anche il carattere. Io non vado dove vai tu, io non sniffo la tua merda e anche se ti amassi non pretenderei mai di essere come te perché non è così, mai, con nessuno. Perché ognuno è l'individualità che si è montato addosso da solo e troppi non hanno avuto il coraggio di non prenderla già montata, precostituita sulla pelle della massa a pecora di cui non ho voglia di fare parte. Non sono mai stato sociale. Al calcetto ho sempre preferito leggere e ho iniziato a fare il dj, il fonico, a comporre musica per esternare quello che a parole non sono mai riuscito a dimostrare. Perché ognuno vuole una dimostrazione da te, devi sempre dimostrare qualcosa a qualcuno; la vita funziona così, il lavoro te lo prendi così, gli amici te li conquisti così, una donna te la conquisti così, non puoi farlo in altro modo se vuoi sopravvivere. Ma a me fa male, perché me ne starei sulla scrivania a rileggere Cyrano tutto il giorno e il resto vada a farsi fottere. Però non si può fare, perché ho bisogno di mangiare per vivere e di avere dei soldi in mano per farlo. Ho bisogno di avere i miei sogni: di sognare una donna che mi ami, di sognare qualcuno che mi comprenda, di sognare qualcuno che si fidi di me e mi dia le occasioni su cui una giovane vita si costruisce, le opportunità di avere un futuro di cui la vecchia generazione non si preoccupa perché lo ha già. Perché allora c'era il boom economico, era un'altra cosa. Perché erano gli anni '60, perché la gente andava in piazza e ci credeva sul serio. Perché ci si fidava della politica, perché la Democrazia Cristiana era qualcosa di serio.
Sono freddo, sì. Sono freddo perché se ti chiamassi al telefono non riuscirei mai a parole a farti un discorso come questo perché a voce mi si strozza tutto dentro, perché faccio fatica a parlare, a dare un esame orale a scuola, a intervenire in una conversazione senza uscirmene con una voce fessa da adolescente imbranato, a sfidare l'arroganza di chi mi passa davanti non perché è più intelligente ma perché ha un'eloquenza sfacciata di cui io sono sprovvisto. La mia eloquenza è nelle mani quando scrivono, sì, ma in realtà c'è sempre, anche quando ascolto senza parlare, quando assimilo i pensieri degli altri e ne elaboro di miei.
Io ho fatto lavori a 23 anni che trentenni, quarantenni nel mio stesso mestiere hanno sognato tutta la vita e non sono mai riusciti a realizzare nemmeno una volta. Dovrei esserne orgoglioso, ma non basta. Non mi basta. Non ho nemmeno capito quanti anni hai, cosa studi, che cosa rappresentano le tue confessioni. Cosa sono io? Un prete? No, non sono un prete. Perché secondo te non ho voglia di tenerti la mano, di darti un bacio e sentire se sai di alcool o l'alcool lo bruci in quello che mi dici? Io ho senso dell'umorismo anche se non riesco a fartelo intravedere. Io sono amato dai miei amici, mi vogliono bene, mi cercano. Chi non mi cerca io non lo lascio lì a sperare di ritrovarmi di nuovo: io lo chiudo fuori. Per questo dei 3000 e passa iscritti alla mia pagina e degli altri 300 amici sul mio profilo privato, dei messaggi che ricevo da indiani sconosciuti, da gente mai vista, i miei amici veri, quelli che frequento spesso, con cui mi diverto di più perché so di potere contare su di loro, sono sempre gli stessi: Riccardo, Chiara, Marco, Alessia. Perché sono veri. Perché Riccardo c'è sempre. Perché Chiara quando mi sono operato alla retina c'era. Marco mi difendeva quando i bulletti mi prendevano di mira e io lo aiutavo a sentirsi un uomo quando stava male perché tutti avevano la barba e lui nemmeno un pelo.
Tu dov'eri quando io ho quasi perso un testicolo per una torsione testicolare e mi hanno operato d'urgenza? Dicono che sia un dolore simile al parto, non lo so, ma mi ricordo che stavo malissimo.
Vuoi fare l'amica, vuoi entrare nella mia vita e mi fai entrare nella tua vita, sì, ma questo ha un prezzo su di me, su di te, sui tuoi amanti.
Sei l'ultima arrivata e vuoi impormi le tue basi schizofreniche su cui tratteggiare appunti sul tuo quadro psichico. Io non sono il tuo psicologo, il tuo psichiatra e non mi interessa neanche fare finta di essere il tuo ginecologo per avere il privilegio un giorno di leccarti la figa.
Ti ho detto fin troppo bene cosa mi aspetto da te. Io non sono facile e non sono perfetto. Potrei solo dirti "ti porto di qui, ti porto di là" per alleggerirmi i pesi che mi porto addosso, per sfogarmi su una matta che si dimostra aperta e disponibile, ma non è solo uno sfogo e tu sei troppo furba per essere una pazza malata a cui offrire la mia solitudine perché in questo momento non riesco ad offrirla ad un'altra. Se te la offro vuol dire solo una cosa: voglio crederci.
Ti scrivo qui e non ti scriverò più su quel sito dove tutti cercano qualcosa, perché io quello che cerco lo trovo nella tua passione con cui mi dici tutto e non voglio più trovarlo con l'impersonalità "fredda" dell'estraneo "freddo" che non ti scalda come vorresti. Per cui ti scriverò qui. E lo farò sempre così con lunghi scambi, se la mia spontaneità di parlarti come se fossimo uno davanti all'altro, botta e risposta sintetici e scarni, ti fa così gelare e non ti sembra bello.
Ciao Kim
Ciao Tommaso. Non è questo che voglio,
non voglio che tu sia il mio prete non voglio che tu sia mio amico,
e sinceramente non voglio ..ti scrivo domani, ora non riesco a sistemare le parole..
Ciao Tommaso.
Eccomi qua.
Il non aver dormito affatto mi rende alquanto irascibile, solo che non riesco a dormire in questo cupo pomeriggio. Ieri è stata davvero una bella serata,mi sono divertita con 2 tipe a parlare, e sinceramente non me lo sarei mai aspettata di avere così tante cose in comune con loro. Ho mangiato molto bene, e tanto per introdurti un pò alla mia serata, ho mangiato antipasto di nduja e platani fritti, un primo di tagliatelle con ragù di verza e salsiccia (io non la digerisco la salsiccia così come il pesto), e poi costine con salsa barbecue fatta in casa ( io non amo le costine), e un'insalata di lattuga carotine e mela rossa.(guarda il caso proprio rossa ahah). Ho bevuto un pò.. tanto. 3 birre doppio malto,una bottiglia di rosso e in 3 abbiamo fatto fuori 2 bottiglie di angustura. Penso di non aver mai apprezzato così tanto il rum come ieri sera. Poi per finire in bellezza una torta tipo cremino con biscotto al cioccolato e i bignè alla crema. Ho riso tanto, so solo questo che ho riso riso riso..riso per dimenticare. Sono tornata a casa poi, con Giò, con la bianca e con la vista dell'alba all'orizzonte. Mi sono messa a letto alle 8.17 mi sono svegliata alle 10.45, e ora sono qua..senza sapere che scriverti, senza potermi o volermi difendere, scusare.per me puoi pensare quello che vuoi, puoi dire che non vuoi essere mio amico, prete, amante, che vuoi l'esclusiva. Dubiti della mia intelligenza, quasi a volermi compatire, come se io ti avessi chiesto di essere compatita. Ti sbagli Tommaso, nessuno mi ha rinchiusa ORA in nessun cubo. Sono io che rimango, sono io che ostento ancora, solo io, e LUI è lui..lui che tu non puoi comprendere,lui che volevo fosse solo un'amicizia, lui che non mi aspettavo sarebbe andata oltre, lui che ora vorrei tornassimo come prima a vederci 2 volte a settimana berci 2 birre farci 4 risate e riprendere il treno delle 00.24 come ogni mercoledì o sabato. Lui che adesso non lo farà più..e lui non è Giò.
Eccomi qua.
Il non aver dormito affatto mi rende alquanto irascibile, solo che non riesco a dormire in questo cupo pomeriggio. Ieri è stata davvero una bella serata,mi sono divertita con 2 tipe a parlare, e sinceramente non me lo sarei mai aspettata di avere così tante cose in comune con loro. Ho mangiato molto bene, e tanto per introdurti un pò alla mia serata, ho mangiato antipasto di nduja e platani fritti, un primo di tagliatelle con ragù di verza e salsiccia (io non la digerisco la salsiccia così come il pesto), e poi costine con salsa barbecue fatta in casa ( io non amo le costine), e un'insalata di lattuga carotine e mela rossa.(guarda il caso proprio rossa ahah). Ho bevuto un pò.. tanto. 3 birre doppio malto,una bottiglia di rosso e in 3 abbiamo fatto fuori 2 bottiglie di angustura. Penso di non aver mai apprezzato così tanto il rum come ieri sera. Poi per finire in bellezza una torta tipo cremino con biscotto al cioccolato e i bignè alla crema. Ho riso tanto, so solo questo che ho riso riso riso..riso per dimenticare. Sono tornata a casa poi, con Giò, con la bianca e con la vista dell'alba all'orizzonte. Mi sono messa a letto alle 8.17 mi sono svegliata alle 10.45, e ora sono qua..senza sapere che scriverti, senza potermi o volermi difendere, scusare.per me puoi pensare quello che vuoi, puoi dire che non vuoi essere mio amico, prete, amante, che vuoi l'esclusiva. Dubiti della mia intelligenza, quasi a volermi compatire, come se io ti avessi chiesto di essere compatita. Ti sbagli Tommaso, nessuno mi ha rinchiusa ORA in nessun cubo. Sono io che rimango, sono io che ostento ancora, solo io, e LUI è lui..lui che tu non puoi comprendere,lui che volevo fosse solo un'amicizia, lui che non mi aspettavo sarebbe andata oltre, lui che ora vorrei tornassimo come prima a vederci 2 volte a settimana berci 2 birre farci 4 risate e riprendere il treno delle 00.24 come ogni mercoledì o sabato. Lui che adesso non lo farà più..e lui non è Giò.
Mi ha detto che mi ama, che sono l'unica donna che al momento vorrebbe accanto a se, ma io non gli credo, e mi chiede se per me sia lo stesso, se io provi lo stesso, gli ho risposto che anche per me è lo stesso, ma non è vero, non pensavo a lui mentre mi abbracciava, mentre mi baciava. E non vedevo l'ora che finisse tutto. Non pensare male, non mi faccio usare, sono io che uso, io che incomincio e io che mi stanco prima di aver concluso.
Vorrei scriverti, vorrei trovare l'ispirazione, vorrei avere delle risposte alle tue domande, ma sono le risposte che anche io sto cercando... Chi è LUI? Mi domando davvero chi sia , che cosa significhi per me. Vorrei che tu vivessi almeno un giorno della mia vita, che la vedessi da fuori, che ci respirassi un pò dentro, per vedere se davvero sono io che ho qualcosa che non va, o se anche altri prenderebbero le mie stesse decisioni.
Cosa me ne faccio di un cuore buono, se poi mi fottono l'anima.
Giò non può capirmi, sarà che lui ha sempre avuto tutto alla portata di mano, sarà l'età, e sarà che io non ho intenzione di parlargli.
Alle volte penso che sappia solo come io mi chiamo, e non chi sono davvero, Che non conosca la mia risata stupida, la mia faccia incazzata, il mio fiore preferito, il mio colore preferito, il mio cibo preferito, non so neanche se lui sappia davvero cosa io non mangi e cosa mangi. Non sa che amo passeggiare per ore nei "BOSCHETTI" di Milano, che amo stare ore a sentire il fiume che scorre lento, e si infrange sui massi, che trascina tronchi d'albero.
Vorrei sentirmi anche io come quell'albero, trasportato dalla corrente, fredda, gelida, crudele.
Alle volte sogno di lasciarmi andare giù da un ponte, finire in acqua, non opporre resistenza, non nuotare, impedire all'istinto di sopravvivenza di reagire. Vedere dove potrei arrivare e dove mi potrei fermare. Ma non lo faccio. Vorrei, non mi spaventa, non ho niente da perdere.
Vorrei scriverti, vorrei trovare l'ispirazione, vorrei avere delle risposte alle tue domande, ma sono le risposte che anche io sto cercando... Chi è LUI? Mi domando davvero chi sia , che cosa significhi per me. Vorrei che tu vivessi almeno un giorno della mia vita, che la vedessi da fuori, che ci respirassi un pò dentro, per vedere se davvero sono io che ho qualcosa che non va, o se anche altri prenderebbero le mie stesse decisioni.
Cosa me ne faccio di un cuore buono, se poi mi fottono l'anima.
Giò non può capirmi, sarà che lui ha sempre avuto tutto alla portata di mano, sarà l'età, e sarà che io non ho intenzione di parlargli.
Alle volte penso che sappia solo come io mi chiamo, e non chi sono davvero, Che non conosca la mia risata stupida, la mia faccia incazzata, il mio fiore preferito, il mio colore preferito, il mio cibo preferito, non so neanche se lui sappia davvero cosa io non mangi e cosa mangi. Non sa che amo passeggiare per ore nei "BOSCHETTI" di Milano, che amo stare ore a sentire il fiume che scorre lento, e si infrange sui massi, che trascina tronchi d'albero.
Vorrei sentirmi anche io come quell'albero, trasportato dalla corrente, fredda, gelida, crudele.
Alle volte sogno di lasciarmi andare giù da un ponte, finire in acqua, non opporre resistenza, non nuotare, impedire all'istinto di sopravvivenza di reagire. Vedere dove potrei arrivare e dove mi potrei fermare. Ma non lo faccio. Vorrei, non mi spaventa, non ho niente da perdere.
Mi vuoi come donna, ma non mi conosci neanche, cosa sai davvero di me? Ho così tanti problemi caratteriali che se tuo padre dovesse analizzarmi mi riempirebbe di ansiolitici. Ma questa è un'altra storia, questo è un altro film, che io non conosco e che non voglio visionare. Amici, amici, amici. Io ne ho solo una di vera, sincera sempre presente, che non mi viene a trovare alle 7 di sera solo perchè il moroso l'ha piantata in asso per andare a Milano e ritornerà chissà quando. Ne ho solo una, LEI, e la conosco dal liceo. Semplice conciso. Ma io non sono fatta per avere amici, compagnie, io sono fatta per la solitudine. Per stare sola, per la riflessione.
Ciao Tommaso. Oggi va così.
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