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mercoledì 1 luglio 2015

Il dolore necessita di essere portato fuori.Ha ri

"E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi, e hai pianto..cit"



Lunedì pomeriggio sono sclerata. Non mi riconoscevo, ho rotto un paio di bicchieri. Una candela ed un'altro soprammobile. Ho bevuto un paio di bottiglie di vino rosso. Quando è tornato a casa ho cominciato ad urlargli il dolore che avevo dentro. Tutto ciò di più represso nascondessi dentro me stessa. Ho vomitato per ore bile. Ci ho vomitato l'anima in quel cesso. Ci ho lasciato il sangue in questa casa. E piango. Vomito.
Ha ricominciato col subutex o subotex come cazzo si scrive.
Non ci ho visto più.
Un attacco d'ansia.
Un pianto interminabile.
Ci provo a stare calma. Ma non ci riesco.
Sto male, troppo. Un vuoto nell'anima.