Temo l' autunno, la solitudine tra quattro mura, temo l' inverno ancora piu' dell' autunno, piu' rapida l' ascesa, piu' ima e vertiginosa la caduta.. Il letto è a dieci centimetri dalle mie spalle e non riesco a decidere che è meglio morire per stanotte, piuttosto di trascinarmi malamente in fumose insonnie dal tempo che corre come un in un sogno...cit.
Mezzanotte.
Solito portone verde acqua.
Seguo il cammino, e la luce elettrica.
Un latrato in lontananza.
Russia.
Problemi con l'idioma.
Sospeso tra il ricordo e la realtà del momento.
I volti cambiano, sembrano..ma cosa dovrebbero sembrare? Sono passati più di undici anni dall'ultima volta che ho messo piede in territorio straniero.
Sembra quasi logico che le espressioni delle persone a me care siano diverse, anche se non immaginavo così distanti dalla memoria.
Inesorabile velocità.
Troppo in fretta.
Sono tranquilla.
Così beata, dopo mesi dannati.
Servita e riverita.
Una Regina, circondata solo da affetti.
*Drin*Drin*Drin.*
-"Kim, è qualcuno per te dall'Italia."
-"Ok. Arrivo subito."
-"Ciao.."
-"Ciao Giò."
-"..."
Ogni due giorni mi ha chiamato.
Raccontato di come si sia rinchiuso nel suo appartamento.
Abbandonato i suoi amici.
Tutto dopo che me ne sono andata.
Mi dice che gli manco.
Si è ripulito.
Ha prenotato una vacanza di una settimana a Molveno.
Per due.
Mi chiede quando ritornerò.
Mi parla delle mie galline, papere, pavoni.
Io sto bene.
Anzi.
Benissimo.
LA voglia di tornare a Milano, è stata minima.
Spensierata.
Serena.
In pace con me stessa.
Il risveglio è stato brusco, come il ritorno alla cruda quotidianità.
Alle solite bugie.
Alle solite promesse.
Alle solite pastigliette nascoste dietro al gabinetto.
Alle solite conversazioni.
Alle solite minacce.
Continuo a dire che va tutto bene. Che sono felice. Ma una domanda mi pervade dentro. Lo sono davvero?