Powered By Blogger

domenica 19 febbraio 2017

OSSti che cambiamento...

Scelte.
Punto.
Punto.
Punto.
Punto.
Punto.
Più di sei mesi fa, ho rinunciato all'Università. Ho sentito di dover fare qualcosa per il prossimo. Mi son sempre sentita inadeguata. Come se non fossi abbastanza. Mai. Come se il percorso che avevo scelto non potesse essere quello giusto per me. E così è stato.
Poi penso di star sprecando la mia vita.

Non mi lascia qualcosa aggrappato, tutto scorre, nulla rimane ancorato alla mia pelle.
Nulla che smuova questo senso di vuoto che mi sento dentro.
Questa lago placido. Senza nemmeno una rana, una zanzara, una ninfea a decorare.
Prendo il telefono. Cerco su internet: "come fare del bene".
Nemmeno quelle letture appagano il mio desiderio. Il senso di vuoto

Comincio a donare il sangue.  Ed io dal sangue e dagli aghi son terrorizzata.
Ci vado due volte l'anno. Ed ogni volta è come fosse la prima.
Compilo i questionari:

...)Ha cambiato partner?
...)È entrata in contatto con tossicodipendenti?
...)Ha viaggiato?
...)etc

Aspetto il medico, mi prende la glicemia, la pressione, la saturazione...scambiamo due parole, poi mi manda nell'altra saletta.
L'infermiera di turno mi fa sdraiare.
Per 15 lunghi minuti osservo l'ago nella mia vena. Sudo freddo. È scuro. La sacca di raccolta ondeggia sul macchinario.
Su e giù.
Mentre si riempie.
Su e giù. Sangue.
Sento la pala sopra la mia testa girare forte.
Su e giù.
Sangue.
Mi scollego dal mondo. Finché... Bipppppp!
Prelievo finito.
Mi alzo, come se nulla fosse. Sento le gambe mancare.

Mi rialzo da questo goffo inchino. Perché la testa non si deve abbassare in certi casi, perché i sogni si vedono meglio guardando in alto.
Ed io voglio sognare.
Sognare davvero.
E realizzare i miei sogni.

venerdì 25 novembre 2016

Puoi girare il mondo in cerca di ciò di cui hai bisogno per poi tornare a casa e trovarlo.



Questa è una delle poche foto che ci ritrae assieme. In questi anni a dir tanto ne avremmo fatte una decina in totale. Finalmente abbiamo un volto. Tutti i miei post trovano un viso a cui agganciarsi.
Un sorriso. Due sorrisi. I nostri. Eravamo così belli assieme, due sorrisi che si completavano.
Ti ho amato tanto, me ne sono resa conto solo troppo tardi, se non ti avessi amato non sarei rimasta al tuo fianco tutti questi anni. Fanculo all'orgoglio. Io ti ho amato più della mia stessa vita, ho creduto in NOI. Ho creduto che col passare del tempo avremmo, in qualche modo, potuto risolvere tutti i problemi ed andare avanti. Saremmo in qualche modo riusciti ad accontentarci di questo piccolo spiraglio di felicità. Ho sbagliato a non dirti quello che provavo. Ho sbagliato a non crederci di più, a lottare con le unghie e con i denti per questo Amore. Ed oggi me ne vado. Ore 18:00 carico bagagli in macchina.
Tutte le mie borse. Tutti miei ricordi. Quattro anni di vita. 1460 giorni. Crudele come l'amarezza della vita. Sono senza respiro. Continuo a piangere. Piango e non riesco a fermarmi. Non esiste dolore comparabile alle pugnalate che sento. Non esiste pace a questo dolore. 

Il dolore necessità di essere vissuto e portato fuori


Il mio l'ho esternato in questi anni grazie al blog, agli amici che mi sono accanto, alle persone che non pensavo potessero tenerci a me e sostenermi in questo momento difficile. Io non vedo più il mio sorriso, vivo con le lacrime continuamente negli occhi, continuamente sottosopra, con mal di testa e vomito, con amarezza ed umiliazione.
Forse avrei dovuto piantare lì internet, tutti quelli con cui parlavo, con i quali abbagliavo la mia mente illudendomi che con loro sarebbe andata meglio, però poi mi rendevo conto che io non volevo andare oltre l'uscita, io non volevo baciarli, essere toccata, andarci a letto. Per me erano solo amori platonici. Eri tu l'unico con cui volevo consumare, eri l'unico che mi rendeva felice. Che mi capiva e riusciva a consolarmi abbracciandomi. 
Nei tuoi abbracci mi ci perdevo, nelle tue lunghe braccia, sul tuo caldo petto. All'ombra del tuo metro e novanta. 




"portami in chiesa 
pregherò come un cane davanti al reliquiario delle tue bugie 
ti dirò i miei peccati e potrai affilare il tuo coltello 
offrimi quella morte senza morte 
buon Dio, lascia che ti dia la mia"



È passato più di un anno. Chissà cosa mi aspettavo. Oggi 25/11/2016 nasce tua figlia.
Ed appena lo scopro comincio a vomitare.
Bile. Bile gialla. Acido come lo è stato il mio ultimo anno. 
Sono cambiate tante cose.
Ho cambiato casa. Lavoro. Sogni. Ho preso degli animali. Mi sono lasciata amare. Il pensiero fisso su di te.
Tu questi pensieri me li hai rivolti poche volte. Nemmeno un augurio a Natale, di buon compleanno, a Pasqua... Un come stai. Per poi dirmi che vuoi aiutarmi...come potresti...

Non vivo più. Non dormo più. 
Io ci provo a rinascere, ma non ci riesco. Non riesco. Sono abbandonata a me stessa. 
Ti sogno ogni notte. Sogno che siamo assieme. Che siamo felici. Sorridiamo. Ci baciamo. Ci teniamo per mano.
Sogno che sono dimagrita(secca secca come piacciono a te ) che mi sono ricresciuti i capelli, che abbiamo una casa nostra, che guardiamo i film sul divano con bolas e pizzetta...
Poi mi sveglio con la bocca piena di bile.

Ho perso 16 kili.
Ho il viso scavato, le rughe d'espressione accentuate, le occhiaie che nemmeno dopo la peggio sbronza ho mai avuto.
Persino mia madre si preoccupa per me.
Mi dice di mangiare, di andare avanti, di rifarmi una vita. 
Ed io l'ho fatto. Ho un Uomo accanto. Di rappresentanza.
È bravo. Ci tiene a me. Soddisfa ogni mio desiderio, nonostante ciò io non lo sento mio. Non lo sento vivere dentro di me. Mi sento morire dentro ogni volt che non riesco a corrisponderlo.
Perché sto fingendo.
La vita è tutta una grossa recita. La mia però non vuole calare il sipario.





mercoledì 1 luglio 2015

Il dolore necessita di essere portato fuori.Ha ri

"E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi, e hai pianto..cit"



Lunedì pomeriggio sono sclerata. Non mi riconoscevo, ho rotto un paio di bicchieri. Una candela ed un'altro soprammobile. Ho bevuto un paio di bottiglie di vino rosso. Quando è tornato a casa ho cominciato ad urlargli il dolore che avevo dentro. Tutto ciò di più represso nascondessi dentro me stessa. Ho vomitato per ore bile. Ci ho vomitato l'anima in quel cesso. Ci ho lasciato il sangue in questa casa. E piango. Vomito.
Ha ricominciato col subutex o subotex come cazzo si scrive.
Non ci ho visto più.
Un attacco d'ansia.
Un pianto interminabile.
Ci provo a stare calma. Ma non ci riesco.
Sto male, troppo. Un vuoto nell'anima.






giovedì 25 giugno 2015

Elena

Si chiama Elena, come una delle mie più care amiche.
Ogni lettera del suo nome è come se mi si incidesse nella carne.
Una pugnalata continua.
Più sto in questa casa più impazzisco.

Sono scappata un paio di giorni in montagna . 
Tra una nuvola e l'altra, tra un una goccia e l'altra siamo riusciti a fare anche due orette di trekking.
Riesce sempre a tranquillizzarmi, in un modo o nell'altro ci riesce. 
Saranno i suoi occhi verdi tendenti all'azzurro, sarà la sua "R" moscia di merda che quando parla mi distrae...non lo so, però ci riesce, sarà che dice sempre un sacco di cazzate.

Eppure quel nome continua ed ha continuato a tormentare i miei sogni per giorni...
ELENA*ELENA*ELENA*ELENA*ELENA
Ma che cazzo ho fatto di male in questa vita, o meglio in quella passata???????

Non so perchè me la prenda così tanto, non riesco ancora a capirlo. Che cazzo io passo 4 anni della mia vita a farlo ragionare, e quando gli torna il cervello e smette di drogarsi che succede? Lui se la fa con un'altra!

In realtà è che odio questa situazione.
Ed è già passato un mese da quando ha fatto Coming Out, da quando è uscito con lei allo scoperto. Infondo credo che non sia bello nemmeno nascondersi come cani randagi, ai margini della società.
Eppure in qualche modo lo posso anche capire, lei gli da la serenità che con me non ha trovato, lei è parte integrante del suo mondo malato, lei è solo agli inizi.
Ed è questo che mi spaventa, perchè ti illude di poter essere una persona, invece poi quando è troppo tardi scopri che non è mai stato sincero con te.
Forse solo ora mi rendo conto che anche la sua ex in qualche modo avrebbe dovuto darmi qualche avvisaglia del problema, invece io non ho dato peso alle sue parole, sono andata per la mia strada.

"Fin dall'inizio siamo stati luminosi come una stella cometa"cit Elena

Peccato che le stelle comete si schiantino!

In realtà, per essere sincera sono molto più tranquilla. So che manca poco, pochissimo a dire il vero, so che ho attorno persone che in qualche modo a me ci tengono, sono consapevole che sarà dura, che ricominciare da capo sarà difficile, ma non è infondo quello che ho sempre desiderato?
Non ho sempre voluto andarmene? Ed ora faccio le scenate persino di gelosia?
Kim ripigliati.
Chissene importa, sei una bella ragazza, intelligente, ne troverai uno che ti renda davvero felice.
Uno che ti rispetti, uno che voglia credere nei tuoi sogni, uno con cui crescere, uno con cui costruire un futuro.

Non dovevo sclerare. Lo hanno cacciato di casa per colpa mia.

Stone

Un giorno un uomo mi donò un sasso. Proveniva dalla Corsica, mi disse di trovarci dentro la felicità ogni qual volta che lo volessi guardare, ogni qual volta mi sentissi triste.
Lo stesso uomo ora scopro avermi tradita per anni con MARIKA, con VERONIKA, con ELENA.
Gli ho beccato l'account Facebook aperto, gli ho letto i messaggi,


Ho VOMITATO. PER ORE.
Non ne posso più, non mi meritavo questo. Lui scopava con altre da mesi!!!!!
Che ho fatto di male per meritarmi questo!!!
Eppure dovevo aspettarmelo.

Lo stesso uomo del sasso era il medesimo coglione.

giovedì 28 maggio 2015

Vittoria in Battaglia


Ore 19.00 appuntamento dal Tatuatore.

Finalmente sul mio polso ci sarà "Vittoria in Battaglia."
Il mio mantra, la mia battaglia.
Sto lottando, inconsciamente, sto lottando per la vita che voglio.
Per sopravvivervi.
Manca poco, me lo ripeto ogni giorno, ancora pochi giorni e vincerai tu.
Come si può non vincere una battaglia se si lotta con pugni, denti, artigli e grinta?
Molte volte ho pensato di poter perdere la guerra, di uscirne sconfitta, ogni volta, come fosse la prima, mi sono rialzata ed ho lottato.

Non si può non notare quel cerchio. Un sigillo pece su una diafana pelle.


Vincerò- Alienerò me stessa- Cancellerò il passato- Avrò un'altra vita. Manca poco. E lui sarà li a ricordarmelo.
Il mio simbolo di pace interiore. Piccolo quanto una monetina, eppure così potente da non riuscire da evitare di guardarlo ipnotizzati.

La desolazione ha invaso la mia vallata.

"Cercare l'equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo. E fingersi felici di una vita che non è come vogliamo. E poi lasciare che la nostalgia passi da sola
...Sperare che domani arrivi in fretta e che svanisca ogni pensiero..."


Sono dipendente dalla Redbull, dall'Alcol e dalla Solitudine.Alle volte questa dipendenza mi crea un piacere appagante.Rappresento un oggetto da distruggere, da ridurre ai minimi termini, per poi dimenticarne i cocci in un angolo.

"Alienare" ed è un sussulto dell'animo.

Mi tornano alla mente lontani ricordi di tempi definibili "felici e sereni" ed è proprio in quel periodo che imparai il suddetto termine. Credo si parlasse dei "Diritti inviolabili dell'uomo"

"Alienare."Ridurre ai minimi termini".

Vorrei anch'io poterlo fare.
Sparire così, come fanno le stagioni per poi ritornare.
Combattere contro qualcosa di malvagio.
E se invece fosse il contrario? Se si combattesse contro quello che ci  fa stare bene?

Ho voluto mentire a me stessa questi anni.
Ho mentito anche al mio blog. E non riesco ancora a perdonarmelo.
L'unico a sapere tutta la verità, quella nascosta, sprofondata in zolle di arido dolore, nell'imposizione di  non dimenticare una sofferenza troppo grande per essere contata. Ma non abbastanza per essere cancellata.  Troppa vergogna per essere repressa. 

Vivo, abito, risiedo, vegeto ancora con Giò.
Condividiamo la stessa aria malsana, come un cancro che si nutre delle cellule fino alla metastasi inarrestabile, così lui influenza ancora la mia vita, il mio umore.
Così lui riesce ancora a giostrarmi. Riesce a fare presa sui miei punti di debolezza, sulle mie paure, sulle mie incertezze.
Tutto è cominciato una settimana fa. Tutto questo ripensamento. Un pomeriggio tornato a casa mi ha guardata ed ha esclamato: " Puoi stare con me finchè non sistemi la tua vita. Io ti voglio bene, ma è stato un grande errore stare assieme.Prova a capirmi...un bellissimo errore, ma pur sempre un errore. Hai rovinato la mia vita, mi hai distrutto come persona, hai fatto uscire il peggio di me, togliendomi la voglia di vivere."
Esordito con il suo elenco puntato è sparito  le notti successive per i successivi cinque giorni.
Esordito con ciò è riuscito in qualche modo a scuotermi, a ricordarmi che, forse, io la mia vita non avevo nemmeno cominciato a sistemarla, che l'ho lasciata in stallo durante questi anni, che forse sarebbe stata ora di ricominciare a pensare al mio futuro, alle mie priorità.

Ho sperato tanto, non ho mai accettato che fosse stato un fallimento. Non l'ho mai voluto accettare, non so perchè mi sia ostinata nel voler continuare ininterrottamente per quattro lunghi anni.
Più mi dico che me ne voglio andare, più non ci riesco, più mi impongo di tornare da mio padre, più non ci riesco, arranco. Più cerco un'alternativa, più non vedo una via d'uscita possibile.

L'avrò forse amato troppo e dunque per questo che mi viene così difficile il distacco? 
Non si tratta di amore, si tratta di Orgoglio.
Non volevo ammettere a me stessa di aver fallito come Figlia, come Compagna e come Donna.
Eppure...ho modificato il mio carattere, raddoppiato la cinta muraria, mi sono rinchiusa in me stessa vomitando odio all'esterno. Gettandolo come olio bollente sulla Felicità che provava a circondarmi.

Alla mia partenza mi separano QUARANTA giorni. Al mio futuro. Alla mia felicità. Alla mia serenità. All'evasione dalla mia prigione. Dal cubo sicuro di questi lunghi quanto interminabili anni.
A una nuova vita, si spera migliore di questa che sto per lasciare.